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Letizia Carrera
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI (DISUM)
Area Scientifica
AREA 14 - Scienze politiche e sociali
Settore Scientifico Disciplinare
SPS/07 - Sociologia Generale
Settore ERC 1° livello
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Settore ERC 3° livello
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Walking is probably the most natural of human activities. However, walking in the city or , better, to experience a city walking is considered an unusual practice. The road has been progressively removed as a space of experience or it has been limited to its place of transit of cars in more heave logic of the modern movement . The walk through the city, however, can be the tool to experience the city itself, to (re ) discover the landscapes and to build new landscapes . It needs to find virtuous synthesis between different modes of walking in a city: the walking has to find and retrieve the sense of discovery of the flânerie and strolling .
Mai come in questo momento è necessario parlare di donne e lavoro. Necessario perché quella delle donne si presenta come una sorta di rivoluzione bloccata che tiene ancora in modo particolare l’Italia e soprattutto il Mezzogiorno lontani dai parametri e dagli standard di altri Paesi europei. Necessario perché è ancora scarsa la presenza delle donne ai vertici delle organizzazioni, perché continuano a scontrarsi con quel «soffitto di cristallo» che, seppure incrinato, continua a tenerle fuori dai luoghi delle decisioni e del potere. Necessario perché il costante calo della natalità di cui soffre l’Italia è imputabile, in misura solo apparentemente paradossale, anche alla difficoltà delle donne di accedere nel mondo del lavoro. Necessario, a maggior ragione, perché proprio in un momento di crisi finanziaria ed economica, sono soprattutto le famiglie monoreddito a vivere condizioni di maggiore rischio, tanto da spingere molte donne ad entrare nel mercato del lavoro (regolare o sommerso che sia). È necessario, infine, perché la difficoltà e la debolezza che continuano a segnare il rapporto tra donne e mercato del lavoro sono il sintomo e la ricaduta fenomenologica di un modello culturale di genere ancora asimmetrico e non egualitario che continua a rappresentare la donna «essenzialmente» come «sposa-madre», ancora invischiata nella trappola di un «altruismo forzato». Questo volume intende essere un’occasione in più per tornare a parlare di donne (e anche di uomini). Partendo però dal riconoscimento del carattere variegato, complicato e finanche contraddittorio che è proprio del mondo delle donne, anzi dei mondi ai quali queste appartengono, e quindi dalla necessità di costruire quadri conoscitivi ricchi di situazioni, di condizioni, di atteggiamenti e di motivazioni testimoniati dalle stesse protagoniste andando oltre i dati puramente quantitativi delle statistiche ufficiali.
dati occupazionali di questi ultimi anni di crisi mostrano un fenomeno interessante: una tendenza alla crescita dell’occupazione femminile, in parallelo con il crollo dell’occupazione ufficiale maschile. Questo dato sorprendente ha spinto verso l’esigenza di “capirne di più”. Il presente volume è l’esito di una accurata ricerca condotta sul tema nell’ultimo anno e mezzo, analizzando sia i dati statistici già disponibili sia soprattutto le interviste appositamente sollecitate a un “campione” composto da donne pugliesi, in prevalenza baresi. Che cosa è emerso? A causa della crisi, che ha reso il lavoro di tanti uomini insufficiente o addirittura inesistente, le donne si sono viste costrette alla ricerca del lavoro, tentando, come possibile, di sopperire alle sopravvenute carenze economiche delle proprie famiglie. Diventando a volte le uniche garanti del reddito familiare. Considerando tutto questo, il terzo capitolo sviluppa una serie di considerazioni e di riflessioni riguardanti più in generale non solo le modalità di difesa dell’occupazione già conquistata in questa fase contingente, ma gli approcci e gli strumenti per crearne di nuova. Per le donne e per gli uomini. All’interno di questo quadro si individuano i numerosi filoni di intervento entro i quali si può inserire anche un’amministrazione comunale, agendo soprattutto sulle politiche di welfare urbano e sugli altri fattori di contesto.
The Italian population, in line with what is happening in other Western countries, is becoming increasingly older and older. In addition to the proportion of older people, the significance of being elderly has substantially changed as it is no longer regarded as a mere residual step in adult life, but a real phase of opportunities and possibilities, though also of limitations and difficulties. It is precisely this sort of growing fluidity that this essay will focus on by trying to reflect on what the variables are that can influence or determine the very different outcomes and situation of the elderly. The phenomenon of the "third age" is extremely complex and at times even contradictory. In order to investigate this changeable and varied scenario a qualitative investigation was carried out using semi-structured interviews in various towns and cities of Apulia in order to understand the relationship between the perception that older people have of themselves and the characteristics of their daily lives.
I diversi contributi del volume, che disegnano nell'insieme un ampio mosaico di soggetti, di modi e di luoghi nei quali la politica viene o può essere fatta, pur differenti come taglio e come impostazione, sono legati dal filo rosso della ricostruzione del nesso tra democrazia e partecipazione. I saggi della prima parte, dall'accentuata impostazione nomotetica, tendono a tematizzare gli scenari del “dover essere” della multiforme partecipazione politica. Ma questi scenari che si collocano tra passato e futuro non possono non misurarsi con il presente perché è proprio dalla conoscenza e dall’analisi dei processi in atto che possono tracciarsi le strategie realistiche di attuazione di quegli obiettivi incentrati sulla diffusione di quella che si è definita la cultura politica. Su uesto aspetto, più propriamente analitico, si concentrano i contributi della seconda parte del volume. Il volume non intende perseguire l’obiettivo di offrire una sorta di rappresentazione tassonomica ed esaustiva dei soggetti, dei modi e dei luoghi del fare politica, quanto piuttosto tentare una disanima e un’analisi del senso stesso della politica, delle condizioni e delle possibilità entro le quali si può parlare, o si può tornare a parlare, di cultura politica diffusa, premessa imprescindibile della stessa democrazia.
Attraverso i momenti cruciali della storia del Novecento diverse generazioni di studenti stranieri hanno guardato anche a Bari e alla sua Università come opportunità di una crescita. Che peso ha avuto nella loro formazione? Che ne è oggi di loro? E questo crogiolo di razze e di tradizioni ha arricchito la città? In un racconto a più voci vengono posti a confronto diversi “sistemi universitari” italiani, e, soprattutto, si intrecciano la città di Bari, la sua Università, la sua “vocazione adriatica”. Le dinamiche immigratorie per una città al centro degli scambi mediterranei determinano un “fatto sociale totale" che, attraverso la voce sociologica di Enzo Persichella, di Leonardo Palmisano e di Letizia Carrera, viene anche raccontato come un decollo che, in qualche modo, ancora stenta o si è ripiegato. Fanno da cornice le tante storie di vita di giovani e adulti migranti, di uomini e donne che hanno lasciato la terra di origine (spesso i Sud del Sud) nella speranza di una vita migliore. Nei loro viaggi non solo geografici ma formativi, la città e l’Università sono state luogo di incontro, talvolta di accoglienza, quasi sempre di alta formazione, di certa rilevanza per la storia di tutti gli intervistati. Percorrendo l'intero Novecento per arrivare fino ai nostri giorni, le esperienze formative raccontate con testimonianze dirette, ci pongono di fronte al compito, ancora da compiere, di ripensare e riprogettare scenari di vita e di convivenza. In una città che, da nodo di transito, è divenuta approdo permanente per le speranze di emancipazione di uomini e donne non solo mediterranee.
Negli ultimi decenni è venuta emergendo, in maniera sempre più significativa, una rottura del legame che salda i soggetti alla politica. È nel quadro di tale processo che continua a riprodursi la relativa maggiore debolezza della partecipazione più specificatamente femminile. Il volume intende confrontarsi con l’esigenza di una approfondita riflessione sulla distanza delle donne dal terreno o meglio: dai terreni della partecipazione politica. Si articola in due capitoli. Nel primo, ripensando le elezioni regionali del 2010 in Puglia, l’analisi parte da una puntuale ricognizione sui risultati di queste elezioni, incentrando l’attenzione sull’astensionismo diffuso degli elettori pugliesi. L’analisi si concentra successivamente sulla specificità della componente femminile, guardando sia alle donne elettrici sia alle donne candidate. Nel secondo capitolo si avviano e sviluppano riflessioni, anche di natura teorico-esplicativa, che, andando oltre la sola realtà pugliese, affrontano il tema della maggiore distanza delle donne dalle diverse forme della partecipazione politica, e di una ancora problematica solidarietà di genere. Il capitolo si chiude problematizzando la più nota delle strategie di inclusione già poste in essere, quella delle cosiddette “quote rosa”, e, su questa base, mette a tema la necessità di costruire e rafforzare una articolata gamma di interventi capaci di favorire percorsi di superamento della più generale condizione di subalternità delle donne. Anche nel campo della politica.
The theme of "female nature", and correspondingly of male ones, are since long time the focus of a complex debate between two opposite perspectives: innate theory vs social-costructivist theory. Both assign at individuals (male and female) a set of different characteristics connected to the gender, but the first one considers this set genetically determined more than socially learned. The second one, instead, is based on supposition that gender is a social result, consolidated starting from naturalization of biological differences, and constructing on them, a correspondent social and normative model. In the last perspective, if it’s possible thinking about “nature”, we need thinking about a durkheimian “second nature”. In this line of reflection, gender cultural models and gender social representations become very important. They are learned by individuals (male and female) during their gender socialization process, and then organize their normative and value structure and influence, consequently, their choices and behaviors. These gender representations, with which women collide in their every-day life, are considered the focal point to explain the female persistent difficulties in private life as in work and also political ones. But these representations are, at the same time, the problem with collide also men who decide to venture in fields of activities connected to care giving, traditionally thought “right for women”. Domestic care giving as social ones, are territories where men have been watched with suspect and, at most, with belief of a “natural” incapacity. The paper claims the aim to analyze how performative dimension of the gender affects heavily the social expectations in relation of some jobs. This qualitative research is focused on life-stories and choices of some men who have chosen, and sometimes who have accidentally begun, care giving jobs, traditionally “right for women”. It has been identified a group of fifteen men (between twenty and forty years) occupied as stay-at home father, baby-sitter and colf, and they are interviewed to analyze their attitudes, motivations, as their difficulties encountered in these “female” jobs. Their words and their explanations have been the starting point to reflect on gender issues, looking at discriminations suffered by men occupied in care giving jobs.
Il saggio propone un'analisi delle condizioni familiari, sociali e residenziali che contribuiscono a definire le scelte scolastiche delle studentesse e degli studenti alla fine del ciclo secondario inferiore. Anche attraverso l'elaborazione dei dati forniti da una ricerca empirica su studenti e studentesse di sette scuole della città di Bari.
Nowadays, we all live in a globalised world, a scenery where the control on their own daily experience is getting more and more evanescent. In this variable and dangerous scenery, food is becoming a source of incertitude and danger, too. A lot of people, as consumers, perceive that their relationship of trust with food producers is cracked, so the watchword is now “to distrust”. But totally opposite sign processes live alongside these processes and these political fractures. Crisis of politics, meant in the traditional sense, in fact, if one side has alienated many people from political life, it has also changed the forms of participation. In fact, many people have started to vocalize their dissent through channels very different from the traditional ones. Consumption choices are included between them. In this essay we focused our attention on food consumption choices, and specially on biological food consumption, which shows that the relationship between man and environment is complicated and full of deep implications. In order to investigate this relationship, we have realized a qualitative survey by using semi-structured interviews addressed to a “sample” of 81 people who live in Apulia, selected in random way. They have been asked what kind of products they buy, the frequency of their purchases and, moreover, the motivations which encouraged them to make their choices. In checking the interviews, we find a composed classification. Different types start from the highest level of individualism arriving to the highest level of political interest. It shows as consumption of biological food, may actually be the result of very different, and even opposite, motivations.
Since its formation the University of Bari was born by declaring distinctly its willingness to open up to the East. But until then, and still for long time, the opening up of the University of Bari to the Mediterranean countries does not go far the Adriatic sea, because the rest of the Mediterranean sea was a continent, precisely Africa, that is considered only a territory of conquest, where “the Italian imperial power” had to overflow. After a short analysis of trends that characterize story of University of Bari, in this essays we are focusing especially on the last twenty years, considering the most relevant trends of the presence of female university foreign students from Mediterranean countries. The analysis is referred also to presences of foreign students, especially female ones, in Apulia university system and in others Italian universities. This presence is related with the more wide migration flows.
The Neet. The lost bet In the present scenario, education plays a very strategic role. It is an investment with a postponed productivity, unfortunately uncertain, but necessary. It is, especially today, an investment both on the personal and on the social level, a necessary bet. Especially in this period when the occupation is linked to the capability of handling your own flexibility, the outcomes of the personal fields depend especially on the quantity and quality of personal, cultural, economic and social means which are already at every person’s disposal. With the following risk to start a widespread process of social immobilization and temporary occupation of a larger group of new poor people. The “Neet”, an acronym for “Not Educational, Employment or Training” are, potential, some of these new poor. They are less qualified people or however they are not ready to improve their own competences according to a life long learning plan in order to respond to the requirements of a market that calls for a competition upwards. Neet risk strongly to face a situation of structural unemployment which will force them to a condition of “irreversibly” weak people, with following expenses as lack of working forces both on a personal level but also on a economic and social level. Within this worrying and dangerous phenomenon, women have a particular weakness, that is a result of traditional gender representation and specific labor market characteristics. This analysis is focused on Apulian female Neet, on their school career and the educational idea, on their strategies of seeking a job, and on their future perspectives. And it aimed to observe different types of female Neet, according to the complexity of this phenomenon.
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