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Vincenzo Lomiento
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/06 - Letteratura Cristiana Antica
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_1 Classics, ancient literature and art
«Amatorium drama»: è difficile immaginare un modo piú suggestivo per definire il Cantico dei Cantici. Oltre ad essere fortemente evocativa, questa espressione è piena di significato, perché individua i tratti essenziali del Cantico: nel dramma, messo in scena con mutamento di personaggi, è delineato l’amore tra la sposa e lo sposo. La prima sezione del volume evidenzia gli aspetti originali dell’esegesi origeniana: in particolare, le omelie rivolgono una particolare attenzione alla fabula, cioè all’interazione dei personaggi che intessono la conversazione; invece il commento evidenzia soprattutto il drama, il modo in cui la fabula è agíta dai personaggi sulla scena. La seconda sezione tratta l’argomento ‘De amoris natura’. Nel prologo del Commento al Cantico dei Cantici Origene ‘plasma’ il contenuto dei nomi dell’amore. In una prima parte (prol. 2, 1-19) si trova solo la parola amor: l’amore è la forza che eleva l’anima dalla terra agli eccelsi fastigi del cielo, ma per amore è possibile precipitare nelle cadute della carne e nei precipizi dell’impudicizia. In una seconda parte (prol. 2, 25-32) si trovano soprattutto i termini caritas e dilectio; il significato di caritas è definito attraverso il richiamo alla Prima Lettera di Giovanni. La carità individua il rapporto fra il Padre e il Figlio: Dio è carità, e colui che è da Dio (il Figlio) è carità. In una terza parte (prol. 2, 33-38) è descritto il rapporto esistente fra amor e caritas: attraverso l’accostamento a caritas, parola che ha un significato univoco ed elevato, il termine amor, che ha un ampio significato comprendente l’ambito carnale e spirituale, è ‘posizionato’ semanticamente. La terza sezione del volume è intitolata ‘Ad mystica spiritali amore conscenditur’, e descrive i progressi dell’amore fino alla carità perfetta. L’interpretazione origeniana ha lo scopo di chiarire i due aspetti fondamentali di questo carme nuziale composto a mo’ di dramma. Il primo aspetto è il dramma, l’azione scenica. L’interpretazione drammatica evidenzia l’amore ‘in azione’, descrivendo i movimenti con i quali l’anima cerca il Verbo, e il Verbo ora si avvicina all’anima, ora si allontana da essa. Il secondo aspetto è la poesia. Sono soprattutto le ‘immagini’ che conferiscono valore poetico al testo, introducendo l’immediatezza delle sensazioni. Le immagini poetiche evidenziano il ‘sentimento’ dell’amore: le immagini del profumo descrivono la soavità della presenza del Verbo nell’anima; l’immagine della ferita esprime invece una sensazione viscerale, che riguarda la parte piú interna dell’anima: il cuore. Per ciascuna fase del rapporto d’amore, il commento descrive gli atteggiamenti dell’amato e dell’amata, e in questo modo individua la relazione che si stabilisce tra l’uno e l’altra. 1. Il ‘desiderio dell’amore’ è il sentimento dell’anima che attende l’arrivo del Verbo di Dio. 2. Il ‘sentimento dell’amore’ è la percezione della soave presenza del Verbo di Dio nell’anima. 3. ‘Impaziente d’amore’ è l’anima che ama il Verbo con tutta se stessa e desidera stare accanto a lui e vederlo nell’ora piú luminosa del giorno. 4. Il ‘legame d’amore’ è il sentimento che lega l’anima e il Verbo di Dio. 5. Nella fase seguente avviene il passaggio dall’amore alla carità: il rapporto tra l’anima e il Verbo si amplia diventando inclusivo: l’anima, che è unita al Verbo, è legata anche alle altre anime che sono unite al Verbo. La carità diventa ordine: il Verbo, presente nell’anima, ordina a sé tutti gli affetti. 6. La ‘ferita della carità’ è il sentimento della lacerazione aperta nelle viscere dell’anima dalla freccia, il Verbo di Dio. 7. ‘Spasimante d’amore’ è l’anima che cerca il Verbo fuori della casa: l’anima sta nella casa della Chiesa, dentro le fortificazioni della fede e l’edificio della sapienza
Nel titolo del volume è richiamato il legame fra la natura e l’amore, essenziale nell’Esamerone di Ambrogio: ’natura innamorata’ significa ’nascere nell’amore’; il mondo è stato creato nell’amore, e in conseguenza di questo ogni creatura nasce e viene al mondo nell’amore. L’intensa partecipazione emotiva con la quale Ambrogio legge il libro della Scrittura e contempla il libro della natura gli consente di percepire il sentimento di compassione che unisce gli elementi del mondo, e di riconoscere in esso la carità infusa come legge di natura dal Creatore. Da questa intensa sensibilità discende l’originalità della riflessione ambrosiana. Nell’Esamerone di Ambrogio è delineato un triplice percorso: un itinerario esegetico attraverso il racconto biblico dei sei giorni della creazione; un viaggio esplorativo attraverso la natura; un percorso nell’affettività, dall’istinto alla morale, all’amore di appartenenza, fino all’assimilazione. Ambrogio attribuisce un’importanza fondamentale all’affettività, osservata nei momenti più importanti della vita degli animali: l’unione tra il maschio e la femmina, la protezione e il nutrimento dei piccoli, la cura dei genitori divenuti vecchi. Tutto ciò che attiene alla trasmissione e alla cura della vita è in ultima analisi ricondotto alle diverse forme dell’amore (a. tra i coniugi, a. dei genitori verso i figli, a. dei figli verso i genitori). In effetti, nell’Esamerone di Ambrogio è delineato un percorso negli affetti. Nella settima omelia, riguardante gli animali acquatici, è descritta un’affettività semplice e istintiva, che si manifesta solo in circostanze occasionali e persegue un’unione temporanea: la murena marina, invitata dalla vipera, esce dal mare sulla terraferma per unirsi ad essa; dopo aver compiuto il connubio, però, torna nuovamente nel suo elemento. Nell’ottava omelia, dedicata ai volatili, è rappresentata l’affettività della vita sociale, che nelle forme più perfette comporta una completa comunione di vita: emblematico è l’esempio delle api, nelle quali è comune a tutte il lavoro, il cibo, l’attività, l’uso e il provento, il volo, la procreazione, l’integrità del corpo verginale e il parto. Nella nona omelia, che concerne gli animali terrestri, è delineata l’affettività che si compiace della somiglianza: la pecora, tra le molte migliaia d’agnellini, conosce solo il proprio figlio; ancora più significativo è l’esempio dell’orsa, che partorisce piccoli ancora informi, ma poi li modella con la lingua e dà loro un aspetto a sua immagine e somiglianza. Questi tre livelli – l’unione, la comunione, la somiglianza – sono i momenti fondamentali di un percorso che conduce infine all’esito ultimo: l’assimilazione dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio. L’affettività dell’uomo si distingue da quella delle bestie, governate dall’istinto di natura, e si colloca in uno spazio proprio rappresentato dalla conoscenza di sé. Cognosce ergo te, decora anima, quia imago es dei. Cognosce te, homo, quia gloria es dei (hex. 6, 8, 50). Nel contesto esameronale, il cognosce te non è la ’conoscenza della ragione’ che evidenzia il divario esistente fra l’uomo mortale e il dio immortale (iscrizione sul frontone del tempio di Apollo), ma la ’conoscenza del desiderio’ che unisce in un rapporto sponsale l’anima a Cristo (Cantico dei Cantici, secondo l’interpretazione psicologica). Questa conoscenza ’affettiva’, che è desiderio della bellezza incorruttibile, individua la tensione tra la imago dei (Gn 1, 26: Faciamus hominem ad imaginem et similitudinem nostram) e la gloria dei (2 Cor 3, 18: Nos itaque omnes reuelata facie gloriam dei speculantes ad eandem imaginem reformamur a gloria in gloriam sicut a domini spiritu). Il passaggio dalla imago dei alla gloria dei è opera dell’amore di Dio. La creatio e la
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