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Francesco Tuccari
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/10 - Diritto Amministrativo
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il lavoro propone una ricostruzione dei c.d. beni collettivi come figura a sé stante rispetto a quelle dei beni pubblici e dei beni privati e distinta dalla (ancorché parzialmente coincidente con la) figura dei beni comuni, nella prospettiva del superamento della dicotomia pubblico-privato che, a livello sia dogmatico che applicativo, caratterizza l'intera materia.
La valenza fondante ai fini dell’esercizio del potere, convenzionalmente riconosciuta ai principi del procedimento considerati in generale e in assoluto, diventa senz’altro paradigmatica quando se ne tratti con riferimento alle Autorità amministrative indipendenti e, in particolare, alla relativa potestà sanzionatoria. Quest’ultima infatti, in controtendenza rispetto a quanto avviene nelle altre branche dell’ordinamento, è oggi connotata da ampi e crescenti spazi di discrezionalità. Il contributo, dopo aver registrato in prima battuta la mancanza di una legge organica del o sul procedimento sanzionatorio che risulti trasversalmente valevole per tutte le Autorità indipendenti, osserva che i principi procedimentali a queste ultime applicabili possono raccogliersi in due gruppi: quelli direttamente posti e disciplinati dalle diverse e articolate normative di settore; quelli variamente mutuati dalle due leggi generali di riferimento, cioè dalla l. 241/1990 e, soprattutto, dalla l. 689/1981. In una prospettiva d’insieme, si mette in luce come i principi del primo gruppo rappresentino una sorta di nucleo duro costituito dagli asserti della facoltà della denunzia di parte, della durata del procedimento, del contraddittorio, della conoscenza degli atti istruttori, della verbalizzazione, della distinzione tra funzioni istruttorie e decisorie e dal principio di pubblicità. I principi del secondo gruppo, invece, invece vengono acquisiti al sistema attraverso metodi e tecniche differenti, e segnatamente: (i) mediante rinvio che, di volta in volta, è formale o recettizio, totale o parziale o dichiaratamente escludente, senza riserve o previa verifica di compatibilità con il contesto di destinazione, come nel caso dei vari principi contenuti nella l. 689/1981, nonché di quelli contemplati dalla l. 241/1990 con specifico riguardo all’individuazione del responsabile del procedimento e delle sue funzioni, alla partecipazione e all’accesso; (ii) attraverso riproduzione più o meno fedele delle disposizioni corrispondenti delle suddette leggi generali, come nel caso dell’obbligo di motivazione del provvedimento finale, con ampie aperture nei confronti della motivazione per relationem agli atti istruttori (e in particolare alla proposta di provvedimento), nonché del principio della sufficienza della motivazione limitata a uno o più punti decisivi della questione; (iii) tramite sostanziale riproposizione contestualizzata di figure, modelli o categorie disegnati dalle dette leggi generali, come nel caso del sub-procedimento con impegni, che dà luogo a una figura speciale di accordo ex art. 11 l. 241/1990; (iv) in via ermeneutica con funzione integrativa di eventuali lacune di disciplina, come nel caso delle illegittimità non invalidanti e, sebbene con non poche oscillazioni, dell’intervento volontario a tutela dei singoli, delle associazioni di categoria e di eventuali controinteressati pretermessi. Il contributo, nall'analizzare l’impostazione stessa del sistema, mette in luce le ipotesi di concorso apparente o reale tra le varie fonti di o sulla produzione in specie rilevanti, con le connesse implicazioni sui rapporti di forza che ne contraddistinguono le reciproche interrelazioni; con specifico riferimento ai rapporti tra la l. 241/1990 e la l. 689/1981, rileva che tra l’impostazione inquisitoria della l. 241/1990 e quella accusatoria della l. 689/1981, non è stata accordata preminenza né all’una né all’altra, ma ci si è indirizzati verso la costruzione di un modello misto, nel quale entrambe le impostazioni coesistono e convivono, rimanendo distinte semmai dall’ordine in cui si succedono, posto che a una prima fase di carattere inquisitorio, rappresentata dall’istruttoria, ne segue una seconda, più articolata, di tipo accusatorio, bipartita nella «parte istruttoria della decisione» e nella decisione vera e propria. Il contributo analizza in partic
Il volume raccoglie e ordina a sistema numerosi contributi su tematiche diverse, tutte riconducibili al concetto di "meritevole di tutela" per come inteso e declinato nella società e negli ordinamenti complessi
Studio su natura e consistenza del principio di determinatezza alla luce, in particolare, della l. n. 689/1981, nonché dei suoi possibili rapporti con gli altri principi vigenti in materia di illeciti e sanzioni amministrative
Il contributo, che tratta del principio di legalità nell'ambito degli illeciti e delle sanzioni amministrative, affronta, con riferimento al diritto sia interno che europeo, le varie problematiche emerse nel dibattito sull'argomento. Vengono così ricostruite, con spunti di innovatività, le questioni della natura, dell'ambito di operatività e della portata di tale principio; del suo fondamento costituzionale e delle connesse possibili implicazioni sui più generali rapporti tra illecito penale e illecito amministrativo; del carattere della riserva di legge e del conseguente spazio, in materia, per la potestà normativa secondaria.
Il contributo analizza criticamente il processo di recepimento della Direttiva 2006/123/CE nell'ordinamento italiano, scandito da diverse tappe, tra le quali la l. 88/2009, il d.lgs. 59/2010, le modifiche alla l. 241/1990 attraverso l'introduzione della SCIA in luogo della DIA. Si ricostruisce in particolare la genesi e l'evoluzione della DIA, dalle sue origini come denuncia di inizio attività (1990-1993), alla fase di consolidamento e trasformazione (1993-2005), sino alla sua modifica in dichiarazione di inizio attività (2005-2008); si esamina il complesso rapporto intrecciatosi tra la l. 241/1990 e il sistema della Direttiva Servizi (2008-2010) e si giunge, infine, all'esame approfondito del nuovo istituto della SCIA. Il contributo pone in luce come, sotto alcuni profili, le scelte del legislatore italiano appaiano distoniche rispetto alla lettera e allo spirito della Direttiva, ridimensionandone parzialmente l'impatto e la portata di mutamento di paradigma. Indicazioni in tal senso sono rinvenute anche da un esame della legislazione speciale, a partire dalla normativa sullo sportello unico delle attività produttive fino allo statuto delle imprese (l. 180/2011) e alla recente normativa "anticrisi" varata per la promozione dello sviluppo e della crescita. Il contributo mostra, in conclusione, come il recepimento della Direttiva Servizi, lungi dal comportare l'abdicazione alla presenza dei pubblici poteri nel regime delle attività, chiama i vari formanti ad una nuova perimetrazione del ruolo, degli ambiti e delle tecniche d'intervento, che vanno mantenuti là dove si tratti di salvaguardare i valori basilari, di matrice diversa e differenziata, su cui è fondato l'ordinamento giuridico.
Il lavoro tende a dimostrare come la negoziazione senza bando, pur rimanendo istituto eccezionale quanto all'ambito oggettivo di applicazione, per il resto (standard procedimentali e livelli di tutela) vada ad allinearsi alle altre procedure per l'acquisizione di commesse pubbliche, configurandosi in termini di specialità rispetto a queste. Il che ne fa un istituto al quale guardare ancora con cautela, ma non più con sfavore, come avveniva per la trattativa privata.
Il volume tratta della sanzione amministrativa con riferimento ai suoi c.d. macroaspetti dell'accertamento, dell'irrogazione, della riscossione, dell'estinzione e del sistema delle tutele, con riferimento ai recenti interventi normativi in tema di depenalizzazione.
Il lavoro esamina il processo di trasposizione della direttiva "servizi" in Italia al fine di verificare se esso, com'è avvenuto nella maggior parte degli altri Stati membri dell'Unione europea, abbia comportato un mutamento paradigmatico nel regime d'intervento pubblico sulle attività mediante revisione e sostituzione dei tradizionali procedimenti autorizzatori e delle logiche connesse con altri istituti e tecniche meno invasivi; ovvero se possa comunuqe contribuirvi in qualche modo, anche alla luce delle sinergie, ancora tutte da costruire, con la recente normativa anticrisi, sviluppo e crescita, ed in particolare con le misure di liberalizzazione e di semplificazione in essa contenute. Lo scritto, che passa attraverso una rilettura della DIA/SCIA in termini di possibile regime di autorizzazione, conclude per la necessità di guardare alla direttiva come punto di partenza di una nuova stagione di ridisegnati rapporti tra cittadini/imprese e pubblica amministrazione soprattutto in un'epoca, com'è quella attuale, in cui la crisi economica impone l'abbandono degli stilemi tradizionali.
Il contributo, che tratta dei rapporti tra le politiche europee di coesione territoriale e i processi di unificazione amministrativa nazionale, è volto a dimostrare, per un verso, l'autonoma dignità del concetto di coesione territoriale rispetto a quello di coesione economica e sociale e, per l'altro verso, le reciproche interazioni tra tali politiche e processi.
Analisi critica dei profili problematici della procedura negoziata senza previo bando, anche alla luce del confronto con la trattativa privata e con le indicazioni del diritto europeo.
Analisi critica dei profili problematici della procedura negoziata senza previo bando, anche alla luce delle comunanze e delle differenze rispetto ai settori ordinari.
Il lavoro indaga i profili, i problemi e le prospettive del principio di determinatezza nel sistema del diritto amministrativo sanzionatorio
Il lavoro affronta la poco esplorata questione dell'ammissibilità della tutela risarcitoria richiesta direttamente in sede di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Da questo osservatorio privilegiato viene indagata la più generale, risalente ed irrisolta problematica della natura giuridica del ricorso presidenziale, anche alla luce delle recenti novità, che riguardano direttamente o indirettamente l'istituto, introdotte dalla l. 69/2009, dal d.lgs. n. 53/2010 di attuazione della c.d. direttiva ricorsi e dallo schema di decreto legislativo recante il "codice del processo amministrativo". La tesi di fondo è che, contrariamente alle apparenze e alla communis opinio, il ricorso straordinario sia e resti un rimedio amministrativo, il quale, pur se improntato al principio di effettività della tutela, non possa essere qualificato come strumento giurisdizionale, con la conseguenza che la tutela risarcitoria non può trovare spazio al suo interno.
Il contributo tratta, in termini problematici e di prospettiva, della sicurezza alimentare, considerata, nella duplice accezione di security e di safety, sia in sé che in relazione alle più ampie e generali tematiche dell'agrobiodiversità e dei c.d. sistemi rurali sostenibili. In quest'ordine di idee, e dall'osservatorio dei diritti-doveri e delle connesse tutele, vengono affrontate e ricostruite ciriticamente le principali questioni emerse nel dibattito sorto sull'argomento
Il volume tratta dell'apparato sanzionatorio posto a tutela delle previsioni urbanistiche intese nella loro massima ampiezza semantica possibile.
Il volume tratta dell'apparato sanzionatorio posto a tutela delle previsioni edilizie di qualunque fonte
Disamina critica degli strumenti giuridici utilizzabili per la realizzazione di commesse pubbliche e, in particolare, di lavori pubblici.
Il lavoro, anche attraverso l'esame dei profili funzionali e strutturali dell'appalto di lavori, tenta di dimostrare come le nuove tipologie contrattuali (partenariato) non siano riducibili ad una semplice variante dell'appalto, postulando sempre più ruoli e spazi propri.
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