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Maria Immacolata Spagna
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-LIN/04 - Lingua e Traduzione - Lingua Francese
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH4 The Human Mind and Its Complexity: Cognitive science, psychology, linguistics, philosophy of mind
Settore ERC 3° livello
SH4_11 Pragmatics, sociolinguistics, discourse analysis
I recenti sviluppi delle scienze del linguaggio hanno messo in evidenza che i riferimenti alla sfera emotiva possono svolgere un ruolo decisivo nella messa a punto di una linea argomentativa. Gli autori dei testi turistici, che ricorrono abbondantemente all'argomentazione per valorizzare un prodotto e sollecitarne l'acquisto, possono trarre potere dalla forza illocutoria e perlocutoria dell'affettività. Il Club Méditerranée ha saputo sfruttare appieno l'efficacia e le potenzialità discorsive delle emozioni in un'ottica promozionale; in particolare, ha fatto della felicità la sua parola-chiave, la promessa ai suoi futuri clienti. Avvalendosi di un repertorio lessicale di forte carica emotiva, con il suo discorso punta sull'immaginario di una vacanza perfetta attraverso la gamma di sentimenti che mette letteralmente in gioco o le emozioni che evoca. L'analisi argomentativa di una delle sue ultime brochure, Sports d'hiver 2014-2015, ha permesso di rilevare il funzionamento del linguaggio delle emozioni dettato dall'intenzionalità patemica della multinazionale francese. L'analisi traduttologica ha evidenziato che in Destinazioni Neve 2014-2015 l'équipe di traduttori ha saputo ritracciare il percorso emotivo intrapreso nella versione originale, rendendo incisiva anche nel testo tradotto l'antica promessa: la felicità alla portata di tutti con il Club Med.
Within the field of argumentative analysis, the aim of this article is to put into evidence how a locutor can pragmatically organize his political discourse, exploiting the semantic potentialities of the axiological adjective. In the specific, this study is focused on Zola’s J’Accuse, the text that changed the state of a judicial vicissitude already compromised, with national and supranational implications. We will examine how Zola managed to strategically use the axiological adjective in order to develop his personal process on two sides: the accusation against the people responsible for the affaire and the defense in favour of Dreyfus and the other victims of the case. In particular, the set of negative forms are exploited in order to characterize the “vrais coupables” and the affaire in general, in a pejorative way, using insult and even causing outrage. Zola exalts the qualities with positive adjectives, and favorably expresses support for the defendant and the other implied victims, included the President of the Republic. Within the most common semantic sphere, that is the moral, thus, in the J’Accuse, the axiological adjective constitutes a forceful political act within the whole and within Zola’s coherent design. Nell’ambito dell’analisi argomentativa, il presente articolo si propone l’obiettivo di mettere in evidenza come un locutore possa organizzare pragmaticamente il suo discorso politico, sfruttando le potenzialità semantiche dell’aggettivo assiologico. Nello specifico, vedremo come Zola nel J’Accuse, il testo che ha cambiato le sorti di una vicenda giudiziaria già pregiudicata con risvolti nazionali e sovranazionali, abbia saputo servirsi strategicamente dell’aggettivo assiologico per sviluppare il suo processo personale su due fronti: l’accusa contro i responsabili dell’affaire e la difesa in favore di Dreyfus e delle altre vittime del caso. In particolare, l’insieme delle forme negative sono sfruttate per qualificare in modo dispregiativo, sotto forma di insulto e persino di oltraggio, i “vrais coupables” e l’affaire in generale; con gli aggettivi positivi Zola esalta le qualità e si esprime favorevolmente per il condannato e le altre vittime implicate, compreso il Presidente della Repubblica. Nell’ambito semantico più sfruttato che è quello morale, l’aggettivo assiologico viene a costituire così, nel J’Accuse, un efficace atto politico all’interno del complessivo e coerente disegno zoliano.
Dans le champ de la parémiologie linguistique, la force argumentative des proverbes est depuis longtemps reconnue. Cette force est déterminée par ce qu’on dit explicitement mais aussi par ce qu’on peut déduire implicitement. C’est précisément sur cet aspect que notre contribution veut mettre l’accent, en particulier sur une forme d’implicite, “l’implicite émotionnel”, doté d’une grande charge argumentative. Nous tenterons de mettre en évidence la visée pathémique des proverbes français, en nous appuyant sur les études linguistiques développées au cours des dernières décennies, notamment sur la méthodologie proposée par Christian Plantin. Il se dégagera un éventail d’émotions dysphoriques et euphoriques et nous montrerons que la fonction de ces émotions est d’orienter la conduite des destinataires. Within the field of the linguistic paremiology, the argumentative force of proverbs has long been recognized. This force is determined by what we explicitly say and also by what we can implicitly infer. This last point is exactly what this article focuses on, in particular, a certain form of implicitness, “the emotional implicit”, which carries a strong argumentative charge. We will try to highlight the pathemic orientation of French proverbs, with the support of linguistic studies developed over recent decades, especially the methodology proposed by Christian Plantin. A range of dysphoric and euphoric emotions will emerge as well as the function of these emotions to orient the behaviour of the addressee.
Cette contribution se propose de donner une interprétation axiologico-affective de l’incipit menaçant du J’Accuse de Zola. Par l’appui des fondements de la rhétorique classique, de la théorie de l’argumentation renouvelée par Perelman et, notamment, de la théorie de l’argumentation des émotions, cet article vise à souligner la fonction et l’efficacité de la charge affective de la menace dont Zola prévient le Président Félix Faure. Notre objectif est de démontrer que la menace, dans le but de poser les bases d’une révolte morale, sert à orienter émotionnellement le lecteur en suscitant des sentiments tels que la peur ou l’angoisse dont l’argumentation se fonde surtout sur la valeur de justice. Sous la forme d’un avertissement, Zola dit implicitement au premier citoyen de la France que son attitude par rapport à l’affaire Dreyfus est inappropriée et qu’elle pourrait nuire à son « nom » et à son « règne ». La menace devient, ainsi, une demande implicite d’engagement, un appel à agir contre les responsables de l’affaire et au secours de Dreyfus et de toutes les victimes. C’est là l’acte illocutoire de l’auteur apte à produire un effet perlocutoire sur le Président en particulier, et sur le grand public en général. The aim of this study is to furnish an axiological-emotional interpretation of the menacing incipit of Zola’s J’Accuse. Starting from the traditional rhetoric bases, the argumentation theory renewed by Perelman and, in particular, the argumentation theory of emotions, our purpose is to underline the function and the effectiveness of the emotional content of the threat with which Zola warns President Félix Faure. We will show that the threat, whose aim is to lay the foundations of a moral revolt, is used to emotionally guide the reader by causing fear or anguish whose argumentation is based especially on the value of justice. In the form of a warning, Zola implicitly says to the first French citizen that his attitude towards the Dreyfus affair is inappropriate and that it could damage his "name" and his "reign". The threat becomes, thus, an implicit request for engagement, a call to action against the people in charge of the affair and in supporting Dreyfus and the other victims. This constitutes the illocutive act on the part of the author which is able to produce a perlocutive effect on the President in particular, and the wider public in general.
Partendo da un’affermazione di Zola: “Je n’ai pas seulement soutenu les Impressionnistes, je les ai traduits en littérature, par les touches, notes, colorations, par la palette de beaucoup de mes descriptions”, nel nostro contributo intendiamo mettere in luce, attraverso i Rougon-Macquart, il parallelismo stilistico esistente tra la scrittura di Zola e l’estetica impressionista, a riprova dell’influenza dell’impressionismo soprattutto nella prima fase della sua produzione letteraria. Con le sue puntuali recensioni sulla stampa, Zola si fa non solo portavoce dei refusés, ma anche convinto sostenitore della loro estetica. Lo scrittore nonché critico d’arte, che conosce e frequenta assiduamente gli esponenti del gruppo (Manet, Pissarro, Monet, Cézanne, ecc.), sostiene in modo spesso incisivo le loro sperimentazioni pittoriche e innovazioni artistiche, rintracciabili con grande precisione nelle tecniche lessicali e sintattiche della sua scrittura. In particolare, vedremo come la frase zoliana traduca l’immediatezza dell’impressione dando priorità alla percezione visiva su quella emotiva. Zola applica nei suoi romanzi la tecnica della macchia cercando di rappresentare la realtà attraverso macchie di luce, ombra, di colore e di oggetti ammassati. Parallelamente, traspone nella sua scrittura il metodo degli impressionisti che studiano gli oggetti sotto l’effetto della luce “en plein air”. Assisteremo quindi alle trasformazioni degli oggetti secondo i mutamenti della luce nel corso della giornata, proprio come gli impressionisti colgono la natura in funzione delle sue evoluzioni determinate dalla luce, dall’ora o dalle stagioni. Osserveremo come i colori e le sfumature presenti nelle descrizioni zoliane siano gli stessi usati dagli impressionisti e come, sulla scia dei pittori, lo scrittore ricorra ad una gamma cromatica dettata dalle leggi della colorazione. Servendosi di un’altra forma d’arte quale la letteratura, Zola anima così i quadri impressionisti.
Cet article porte sur le français en Vallée d’Aoste, la région la plus petite de l’Italie où cette langue a le statut de langue officielle avec l’italien. Plusieurs langues, dialectes ou patois y cohabitent, mais sans aucun doute c’est l’italien qui domine largement la scène linguistique valdôtaine aux dépens du français, langue qui jouissait jadis d’une position très forte. Afin de mieux comprendre les raisons de la situation actuelle du français en Vallée d’Aoste, nous tracerons les étapes les plus importantes qui ont marqué son histoire linguistique dans la région. En nous appuyant sur les données récentes du sondage linguistique de la Fondation Émile Chanoux et sur les résultats de l’enquête menée par Puolato – nous permettant de relever les usages réels de cette langue et les attitudes des Valdôtains face au français –, nous tenterons de faire l’état des lieux de son statut actuel et de voir, en particulier, les influences subies des langues avec lesquelles elle cohabite dans sa variété régionale. Face à la menace d’une progressive disparition du français, la Vallée d’Aoste doit faire son choix linguistique. Si, jusqu’ici, elle semble avoir accepté passivement l’agonie de cette langue, l’Union Européenne, par contre, au cours de ces dernières décennies, montre une attention particulière aux langues européennes menacées de disparition, en fonction de la reconnaissance d’une identité européenne collective plurilingue et pluriculturelle. Aujourd’hui la Vallée d’Aoste semble vouloir aller dans ce sens et ainsi le plurilinguisme européen pourra peut-être représenter une perspective pour cette langue.
Within the field of argumentative analysis, our purpose is to underline the function and the effectiveness of the axiological-emotional content of the change proposed by François Hollande in his speeches (2009-2012). On the basis of the emotional orientation, given in a dysphoric register towards the previous government and in a euphoric one towards the auspicious future, the argumentation of the change claimed by the “normal” president is based on values. To not change would mean to accept the current situation and therefore all its negative values. Putting the reader in a condition of emotional tension with the aim of energizing him to find a remedy, Hollande’s proposition becomes, thus, a call to action, an implicit request for social, politic and moral engagement, to change the course of history and to realize a better future. Dans le cadre de l’analyse argumentative, cet article vise à souligner la fonction et l’efficacité de la charge axiologico-affective du changement proposé par François Hollande dans ses discours (2009-2012). Sur la base de l’orientation émotionnelle, donnée dans un registre dysphorique à l’égard du gouvernement passé et euphorique vers l’avenir prometteur, l’argumentation du changement invoqué par le président “normal” se fonde sur les valeurs. Ne pas changer signifierait accepter la situation actuelle et, par là, toutes ces valeurs négatives. Mettant le lecteur dans une condition de tension émotive pour le motiver à trouver un remède, la proposition de Hollande devient ainsi un appel à agir, une requête implicite d’engagement social, politique et moral pour changer le cours de l’histoire et réaliser un futur meilleur.
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