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Leonardo Rignanese
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/21 - Urbanistica
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH3 Environment, Space and Population: Sustainability science, demography, geography, regional studies and planning, science and technology studies
Settore ERC 3° livello
SH3_7 - Spatial development, land use, regional planning
Il libro nasce da una ricerca finalizzata alla redazione dei Criteri per la formazione e localizzazione dei Piani Urbanistici Esecutivi,ovvero una delle parti di cui è costituito il DRAG, Documento Regionale di Assetto Generale, uno dei principali documenti di indirizzi di assetto della Regione Puglia. La ricerca, realizzata da un gruppo interdisciplinare, ha avuto come principale obiettivo quello di declinare il concetto di sostenibilità nella sua più ampia estensione e nella sua concreta applicazione. In altre parole ha avuto come obiettivo approfondire il significato di sostenibilità nella trasformazione urbanistica di tradurlo in regole concrete e applicabili. Questo libro, quindi, ripercorre i contenuti del documento e ne costituisce - per così dire - uno specchio critico: rispetto alle “istruzione tecniche” contenute nei Criteri, ne sottolinea alcuni passaggi, ne amplia i significati, ne approfondisce i contenuti critici e metodologici, esplicitando i punti di vista e evidenziando i nodi spesso irrisolti, rapportando infine questa esperienza di ricerca alle questioni emergenti nel dibattito disciplinare. Non è secondario, nell'attività di ricerca, l’aver perseguito come obiettivo la diffusione di buone pratiche di progettazione urbana, interrogandosi su come i risultati della ricerca e della sperimentazione disciplinare più avanzata possano essere trasferiti nelle pratiche correnti, a partire da condizioni di contesto oggettivamente molto distanti dagli obiettivi posti. In altri termini, l’approccio è quello di una disciplina che evita di compiacersi dei risultati delle proprie esperienze migliori e applicabili nei contesti ad esse più sensibili, ma che riflette sulle pratiche correnti e su come introdurre elementi di innovazione al loro interno da partire dalle sperimentazioni stesse.
Illustrare e documentare il percorso dell’attività didattica applicata nel Laboratorio di Progettazione Urbanistica della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, attraverso il materiale conclusivo prodotto dai singoli gruppi per l’esame finale, è occasione per una riflessione sullo spazio urbano e su quali siano le sue declinazioni, nonché su quali strumenti la disciplina possa contare per costruire lo spazio pubblico. La città è pertanto il luogo di riflessione, di lettura e di riprogettazione; punto di partenza e di arrivo di un viaggio che ha attraversato aspetti della disciplina, dell’operare, del progetto. Il Laboratorio, applicando un metodo di lavoro sviluppato in diversi anni, ha trattato il progetto di riqualificazione di una porzione urbana significativa, dalla lettura/interpretazione dell’area e del suo contesto, alla concettualizzazione del tema, all’esplorazione spaziale tramite il masterplan, alle regole per la sua attuazione. L’obiettivo è costruire un progetto di trasformazione urbana che sappia comunicare l’idea spaziale che essa comporta, gli obiettivi che si perseguono; che sappia inoltre rendere visibili gli assetti che si determineranno. Tra le diverse dimensioni dell’urbanistica è stato necessario ritrovare il suo essere anche “arte di costruire la città”. Dunque in un progetto urbano l’intervento fisico piuttosto che normativo è indispensabile per valutare la qualità delle trasformazioni e il passaggio da enunciazioni di obiettivi, requisiti e prestazioni a spazi e luoghi dotati di qualità spaziali fi siche, dimensionali, materiali. Anche il tema della qualità urbana non può essere disgiunto da quello della forma dello spazio urbano; qualità urbana e forma dello spazio urbano sono intesi come essenza stessa della disciplina, contenuto essenziale, qualificante e caratterizzante dell’urbanistica. Il testo è articolato in tre parti, strettamente connesse e complementari, mirate a restituire le diverse dimensioni affrontate nel laboratorio: una prima riflessione su alcuni temi ritenuti centrali, che costituiscono il fondamento teorico e metodologico per l’esperienza progettuale; una seconda rivolta a esporre le diverse fasi in cui è stata articolata l’attività del laboratorio; una terza che mostra in rassegna alcuni dei lavori conclusivi dei singoli gruppi.
Il contributo parte dallo spostare la domanda a cui rispondere da dove va l’urbanistica? a dove vorrei che andasse l’urbanistica?, uno spostamento di intenzionalità influenzato dalla constatazione della difficoltà che si riscontra, nelle pratiche e negli strumenti disciplinari, a cogliere le varie dimensioni dell’urbanistica, il suo senso, il suo ruolo e la sua specificità. Lo scritto affrontare un aspetto centrale dell’urbanistica oggi: la sua dimensione progettuale. Urbanistica e rinnovo urbano, urbanistica e progetto urbano, urbanistica e paesaggio ruotano tutti intorno a un punto: ritrovare la centralità dello spazio urbano e della città. Perciò occorre riscoprire l’urbanistica come arte di costruire la città che si occupa dello spazio urbano, della qualità dello spazio, dello spazio dove si vive, ovvero dello spazio between. C’è stata poca attenzione alla città, al suo essere fisico e forma, spazio urbano con qualità e caratteri spaziali ben definiti. Manca soprattutto una visione della città, una visione in senso fisico, formale e spaziale. Il tema della necessità di una maggiore qualità urbana è posto in confronto con le esperienze e la produzione di guideline in Gran Bretagna. Infine, un auspicio: il ritorno dell’urbanistica al suo essere anche arte di costruire la città riprendendo un approccio proprio della tradizione italiana e della tradizione della disciplina europea e internazionale.
Nel Regno Unito la ripresa dell’Urban Design e la produzione di numerose e diversificate guideline per migliorare la qualità urbana si ebbe dopo la pubblicazione del Report Towards a new Renaissance della commissione Rogers. Il Report postulava un preciso modello di spazio urbano da perseguire – la città compatta – quale condizione indispensabile per progettare quartieri urbani vitali, sicuri e belli da vivere. Da allora le istruzioni prestazionali delle guidelines sono diventate sempre più indicazioni formali, abachi di soluzioni spaziali e dei caratteri di tutti i materiali urbani. In Italia la predisposizione di progetti norma, di masterplan, di indirizzi e linee guida è sicuramente aumentata negli ultimi anni, ma essa ha ancora un carattere casuale, legata a specifici contesti e con pochi contenuti più propriamente di controllo e di regole spaziali. Allo stesso tempo, le tante e importanti esperienze di trasformazione urbana – recupero, riqualificazione, rigenerazione ecc. –, ancora viste con diffidenza e come operazioni marginali nella disciplina, possono contribuire, a dar vita a un vero e proprio rinnovamento urbano se, come successo in Gran Bretagna, fossero orientate da alcuni assunti comuni e condivisi, a partire da una visione spaziale delle regole insediative.
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