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Bianco Cave S.r.l.
Acronimo
Non Disponibile
Partita Iva
02677260750
Codice ATECO
08.11.00
ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE
Data di costituzione
Non Disponibile
Descrizione sintetica dell'oggetto sociale
Non Disponibile
Lo scopo principale del presente progetto è la messa a punto di formulazioni a base di resine epossidiche idonee agli utilizzi appena descritti e che presentino valori di Tg sensibilmente maggiori di quelli dei prodotti tradizionali. Tali resine dovranno anche presentare una buona resistenza ai comuni agenti ambientali, in particolare alla presenza di acqua. A tale scopo, si è pensato di utilizzare dei sistemi ibridi interpenetranti di resine epossidiche con inclusione di silice di nuova formulazione. Tali sistemi “nanocompositi-bio-continui” epossi-silice sono attualmente utilizzati come rivestimenti in campo navale ma presentano promettenti potenzialità come adesivi per materiali lapidei. Il tipo di pietra scelta per lo studio è la cosiddetta “pietra leccese”, una pietra calcarenitica, formata da grani compatti ed omogenei ma abbastanza soffice da essere lavorabile allo scalpello. L’attitudine di tale pietra di essere lavorata e modellata in differenti forme e dimensioni ha favorito la realizzazione di molti elementi di strutture sia antiche che moderne caratteristiche della zona del Salento, dove è situata la città di Lecce.
Il presente programma di ricerca è mirato allo sviluppo e alla verifica di formulazioni innovative per la protezione, il consolidamento e la pulitura controllata di superfici di elementi lapidei, in particolar modo in quelle inserite in contesti monumentali, storici ed archeologici ampiamente presenti nel territorio Pugliese, in relazione alle quali la salvaguardia e la conservazione dei materiali originari rappresentano una necessità primaria. I risultati dello studio trovano applicazioni anche nelle attività di conservazione sull’edilizia diffusa. Tali risultati si applicano, inoltre, ai materiali lapidei di nuova utilizzazione, sia nel campo dell’edilizia moderna che di quella storica, in riferimento agli interventi di sostituzione, attraverso la verifica delle possibilità di migliorarne talune caratteristiche tecnico-prestazionali con trattamenti preliminari alla loro messa in opera. Come substrati lapidei verranno presi in considerazione alcuni materiali calcarenitici ad elevata porosità e pertanto più facilmente soggette ad azioni degradative ambientali, caratteristici della regione Puglia e con cui sono realizzate costruzioni monumentali e dell’edilizia diffusa in questo territorio. Una prima fase del progetto riguarda la formulazione di prodotti speciali da applicare come protettivi, consolidanti e prodotti autopulenti alle pietre, in relazione alla quale si terrà conto di una serie di esigenze tecnologiche e applicative, fra le quali: • privilegiare l’uso di materie prime naturali e minerali, non corrosive o comunque non tossiche o pericolose per l’uomo e per l’ambiente (esempio, resine sintetiche a partire da sottoprodotti dell’industria alimentare, utilizzo di prodotti a base di acqua al posto di solventi); • esplorare l’utilizzo di sistemi innovativi a base di trattamenti con prodotti fotocatalitici che possano svolgere azione autopulente, antilichenica, antibatterica o che possano essere applicati e indurire in situ mediante radiazioni solari. Una seconda fase prevede la sperimentazione dei prodotti, ponendo particolare attenzione allo studio dei compositi materiali lapidei-prodotti e alle modalità dei trattamenti, al fine della verifica della efficacia e innocuità dei trattamenti effettuati con i prodotti presi in esame. All’attività in laboratorio verrà affiancata una sperimentazione in situ, su muri sperimentali e/o su cantieri già operanti, in condizioni più prossime a quelle reali di utilizzo e di “esercizio” dei trattamenti, ed un monitoraggio degli interventi, al fine di valutare gli esiti reali dei trattamenti ed il loro comportamento nel tempo. Si verificherà la compatibilità ambientale dei formulati sperimentali in fase di produzione, applicazione, smaltimento. Verranno effettuati controlli strumentali, analisi mineralogico-petrografiche, chimiche, fisiche, meccaniche, prove e controlli in situ, opportunamente scelte ed adeguate in relazione alle varie fasi individuate nel progetto, comprese quelle inerenti i prodotti intermedi. La ricerca verrà affrontata attraverso la collaborazione tra: • enti di ricerca (Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali – CNR di Lecce, Istituto per i Processi Chimico Fisici – CNR di Bari), che metteranno a disposizione la loro esperienza pluriennale e multidisciplinare nelle specifiche attività previste dal progetto; • aziende produttrici di materie prime (prodotti protettivi e/o consolidanti), che oltre ad i materiali, forniranno indispensabili indicazioni per la realizzazione e la verifica dei prodotti sperimentali, nonché per la realizzazione dei trattamenti; • ditte di restauro, che forniranno la loro fondamentale consulenza dal punto di vista dei fruitori e applicatori dei prodotti proposti. La collaborazione tra i vari gruppi di lavoro, già collaudata con profitto negli anni passati, permetterà di realizzare efficaci azioni sinergiche per la realizzazione e la verifica di tecniche innovative di immediato utilizzo. Inoltre, all’interno del progetto è prevista una attività di formazione, da tenersi presso i locali ed i laboratori degli enti di ricerca e in cantiere sotto la guida di esperti delle operazioni di restauro, per la formazione di figure professionali locali con specifiche competenze nelle più recenti tecniche di protezione e conservazione dei Beni Culturali, da potere essere impiegati sul territorio Pugliese sia in ambito privato che pubblico.
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