La lavorazione dell’osso e dell’avorio nella Roma antica

Abstract

Numerosi contesti indagati in questi anni nel territorio di Roma e inquadrabili tra la fine del I secolo a. C. e il IV secolo d. C. hanno restituito diverse frammenti di osso animale con evidenti tracce di taglio che lasciano ipotizzare la presenza di una produzione artigianale legata all’utilizzazione dell’osso. Si tratta infatti di campioni formati sia da oggetti e strumenti finiti che da scarti della lavorazione dell'osso, del corno e dell'avorio. Ai campioni già editi dalle pendici nordorientali del Palatino e dall'area della Meta Sudans, si sono aggiunti di recente nuovi campioni provenienti dalla stessa area, dall'area dell'Arco di Costantino e dai rinvenimenti effettuati all'interno del Colosseo e nell'attiguo Criptoportico detto Passaggio di Commodo. Un'altra importante area di lavorazione è stata invece messa in luce nel quartiere di Trastevere, nelle indagini archeologiche condotte in Via Sacchi. Questo nuovo campione di oggetti in osso e scarti di lavorazione va quindi ad aggiungersi a quello già noto del Gianicolo proveniente dall'area del tempio di Iside. Questo contributo quindi vuole analizzare nel dettaglio i nuovi campioni sopra menzionati e definire le aree di localizzazione urbanistica delle botteghe di Roma specializzate nella lavorazione artigianale dell'osso e dell'avorio.


Tutti gli autori

  • De Grossi Mazzorin J. , Minniti C.

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2012

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