L’uso degli astragali nell’antichità tra ludo e divinazione
Abstract
Da sempre, nel mondo antico e fino ai nostri tempi, l’astragalo ha rivestito un ruolo particolare dalla duplice funzione: sacrale nella pratica della divinazione e profana nel gioco di giovani e adulti. Gli astragali utilizzati a tal fine possono appartenere a diverse specie animali. Soprattutto se tratti da piccoli ruminanti e suini, le loro dimensioni sono modeste e permettono agevolmente la manipolazione di più ossa contemporaneamente. Gruppi di astragali, talora modificati, sono stati rinvenuti in numerosi siti della penisola. I gruppi più numerosi di astragali si trovano in contesti funerari e religiosi. Uno dei rinvenimenti più famosi è quello della necropoli ellenistica di Locri Epizefiri, dove sono documentate diverse tombe anche con gruppi che superano anche i 1000 esemplari. Recenti sono i rinvenimenti all'interno della necropoli di Le Grotte a Populonia (IV-III a.C.) e quella abruzzese di Poggio Picenze (III-II a.C.). Casi significativi di uso cultuale sono invece quelli della stipe votiva del Lapis Niger nel Foro Romano (VI a.C.) e dei bothroi di Vaste presso Lecce (IV-III a.C .). Una dettagliata analisi dei campioni citati, correlata ad una ricca base documentaria di comparazione, permette di chiarire diversi aspetti legati all'uso di quest'osso, come la scelta della specie animale di appartenenza, le diverse tipologie di interventi modificatori, le modalità e il significato delle deposizioni.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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De Grossi Mazzorin J. , Minniti C.
Titolo volume/Rivista
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Anno di pubblicazione
2012
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