Del cattivo uso delle ipotesi di falsificazione: il caso del papiro di Cornelio Gallo

Abstract

Il saggio approfondisce un caso di presunta falsificazione, alla base della quale ci sarebbe stato il desiderio, da parte del supposto falsificatore, di sfidare le conoscenze tecnologiche del suo tempo a misurarsi con i sistemi di indagine tradizionali delle discipline umanistiche e a scoprire l’inganno da lui architettato: dunque la falsificazione, in questo caso pretesa falsificazione, come espressione di una curiosità intellettuale o, peggio, come atto di vanità. Si tratta del celebre papiro (PQaṣr Ibrîm 78-3-11/1= LI/2; MP3 2924.1; LDAB 0574), contenente 9 versi delle elegie amorose di Cornelio Gallo, luogotenente di Ottaviano ad Azio e primo prefetto di Egitto, rinvenuto nel 1978 da una Missione Archeologica anglo-americana patrocinata dall’Egypt Exploration Society a Qaṣr Ibrîm, identificata con la Primis dell’età classica, la fortezza situata situata nella Nubia egiziana, che nel 25 o 24 a.C. fu occupata da una guarnigione romana.


Autore Pugliese

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  • Capasso M.

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2017

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