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Guglielmo Siniscalchi
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA
Area Scientifica
AREA 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/20 - Filosofia del Diritto
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Una recensione ad un film che è anche un'occasione di riflessione sui rapporti fra figure istituzionali del mondo giuridico e costruzione dell'immaginario collettivo cinematografico
Siamo ancora artefici del diritto, o solo spettatori inerti di un ordine ormai al di fuori della nostra portata? Rispondere significa indagare due figure chiave della filosofia giuridica e politica del Novecento: l’osservatore e lo spettatore. Se con l’osservatore il discorso normativo disvela una dimensione razionale, positivista e partecipata, con lo spettatore il diritto mostra la sua natura passionale, “patetica” ed iconica. Ancora: se l’osservatore è sempre in grado di modificare ed incidere sulla realtà giuridica, lo spettatore può solo assistere passivamente ad un diritto che finisce per assomigliare ad una grande mise-en-scène. Il volume intende mostrare come la crisi della forma-stato e dei modelli di sovranità novecenteschi, insieme alla nascita della “società delle immagini”, trovino proprio nello spettatore la forma di soggettività privilegiata per interpretare e de-costruire il diritto contemporaneo. Nell’epoca del “Barocco giuridico”, in cui le forme della modernità sembrano piegarsi fin quasi a dissolversi come in un dipinto di Rubens o di Velázquez, chi decide nasconde sempre più il suo volto fra folle acclamanti, cieche e impotenti, e sguardi erranti e solitari di chi stenta semplicemente a riconoscere un nuovo ordine.
Il saggio riflette criticamente sulle teorie giuridiche della modernità che hanno riservato all'osservatore un ruolo privilegiato ed esclusivo nella costruzione della teoria giuridica.
Il saggio mette a fuoco il rapporto fra normatività giuridica e normalità sociale esplorando due luoghi "classici" della filosofia del diritto novecentesca come la teoria di Kelsen e quella di Schmitt
Il volume presenta tre studi dedicati al pensiero di G.E. Moore che incrociano l'etica alla semiotica del linguaggio normativo.
Il capitolo riflette sul complesso rapporto fra diritto e morale mettendo a fuoco le teorie del diritto di Hans Kelsen e Gustav Radbruch
Il saggio ripercorre criticamente la figura del giudice e del magistrato nel cinema italiano seguendo la scia dei lavori pionieristici del sociologo del diritto Vincenzo Tomeo e del giurista Antoine Garapon
Il lavoro considera un caso particolare della "fallacia naturalistica" analizzata da Carcaterra: la "fallacia del normale" interrogando le condizioni in cui è possibile derivare il normativo dal normale.
Il saggio è una riflessione sul rapporto fra immagini e diritto. In particolare gli autori si interrogano sulla rilevanza per il mestiere del giurista e per la cultura giuridica dello studio dei mezzi (film, immagini, locandine pubblicitarie) con cui il mondo del diritto è rappresentato nella nostra società.
Il saggio ripercorre la storia concettuale della figura dell'osservatore nelle maggiori teorie del diritto del secolo scorso per dimostrare come questo paradigma, sotto la spinta dei processi di "decodificazione", sia ormai in crisi.
Una riflessione su come il cinema ed il documentario hanno rappresentato la drammatica realtà istituzionale degli O.P.G. (Ospedali psichiatrici giudiziari).
Il saggio esamina tre luoghi teorici che permettono di mettere a fuoco la dimensione "spettacolare" e visiva del diritto e del processo giuridico
It is enough to think of the ius commune of tenth-century continental Europe (not to mention the ius gentium of the Romans) to realise that the concept of law has been undergoing an irreversible process of maturation towards rational universality, at least on the level of ideas, a process which has been particularly intense in the twentieth century. The stage currently reached is best characterised by the three predicates that we shall attempt to clarify below: Supra-statutory law. The expression is taken from the title “Statutory lawlessness and supra-statutory law” of a famous paper by Gustav Radbruch (Gesetzliches Unrecht und übergesetzliches Recht, in “Süddeutsche Juristen-Zeitung,” 1946), wherein “supra-statutory” translates “übergesetzliches.” What is its significance? It is best expressed in the thesis that a law (statute, Gesetz) is not by itself the law (Recht). To refer to a decision by the German Federal Constitutional Court of 1973, “law does not simply coincide with the totality of written statutes” (drawing on Article 20 (3) of the German Constitution).
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