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Michele Scalera
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI INFORMATICA
Area Scientifica
AREA 09 - Ingegneria industriale e dell'informazione
Settore Scientifico Disciplinare
ING-INF/05 - Sistemi di Elaborazione delle Informazioni
Settore ERC 1° livello
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Settore ERC 2° livello
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Settore ERC 3° livello
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The exigency to assure the maximum of efficacy and efficiency of the educational processes is an important challenge to the social and economic development. The use of customer centric strategies is a crucial opportunity to the monitoring and the continuous development of the performance amelioration. This paper presents a new customer intelligence system that offers an indispensable support to improve the performance of the academic educational system by extracting knowledge from a data warehouse. In particular, the experimental analysis made on undergraduates of the Faculty of Economics of Bari proves that the CIS allows to detect early the dropout reducing the academic death rate.
La società postindustriale si basa fortemente sulle nuove tecnologie le quali portano con sè lo sviluppo dei servizi, la qualificazione e la crescita del livello medio di istruzione delle risorse umane. Tali tipologie di crescita non possono svilupparsi in modo incontrollato ma, avendo quale elemento centrale l'essere umano, necessitano di regole, di norme e di etica per divenire quel valore aggiunto che una società deve metabolizzare e mettere a frutto attraverso processi basati sulla cultura scientifica. Nell'epoca attuale, successiva a quella postindustriale, sta nascendo un nuovo tipo di società caratterizzato dalla produzione e dalla gestione delle risorse digitali delle quali il "dato" rappresenta l'epicentro di ogni disciplina; dall'economia all'astrologia, dalla finanza all'archeologia nel cui intorno gravita l'esistenza umana. Poiché il modello di società corrente è sempre più basato sulla preziosa risorsa "dato", che per essere prodotta e gestita ha bisogno di processi e di una tecnologia che è essenzialmente software oltre che hardware e telematica, diviene un dovere assoluto verificare che l'insieme di tali processi trovi la sua realizzazione all'insegna dell'etica. Uno degli aspetti che attraverso la gestione delle risorse digitali caratterizza il modello di società corrente è la globalizzazione: l'integrazione dell'intera economia, l'ampliamento degli orizzonti culturali e sociali che ha permesso all'individuo di valicare confini che solo pochi lustri addietro erano impensabili. È evidente la necessità di pensare eticamente al processo di produzione della risorsa "dato", ovvero è fondamentale pensare al "carattere", al "comportamento", al "costume", alla "consuetudine" dei processi che consentono la produzione e la gestione del dato al fine di assegnare certificazioni di qualità ai processi aziendali. Le aziende, pubbliche o private che siano, devono essere consapevoli del concetto di etica del processo di produzione del dato poiché solo in tal modo possono supportare le proprie decisioni attraverso quella conoscenza che pone le basi su tecniche scientificamente trattate in letteratura. Nonostante le tecnologie ICT (Information and Communication Technology) siano mature per supportare la gestione delle risorse digitali, si riscontra, ancor oggi, una cattiva gestione a tutti i livelli del sistema informativo aziendale ben rappresentata dalla notizia riportata dall'ANSA qualche giorno fa, e ripresa con amplificato clamore dai maggiori notiziari televisivi e radiofonici, che riferiva di una raccomandata inviata dall'INPS ad un ottantaquatrenne verso il quale l’ente vantava un credito di un centesimo; notizia aggravata dalla possibilità concessa all'anziano signore di rateizzare il proprio debito. I software ed i dati sono, quindi, due risorse digitali che devono essere dotati di una sorta di codice etico adottato in azienda e finalizzato a stabilire, con assoluta certezza, la bontà della risorsa adottata/prodotta.
Gli obiettivi della cooperazione sono diversi e strettamente correlati all’ambito di applicazione; per esempio, la cooperazione allo sviluppo prevede “l’attività svolta dai vari governi per favorire la crescita economica e culturale dei paesi in via di sviluppo”. Ovviamente, la cooperazione coinvolge tematiche quali l’e-government, le tecnologie dell’innovazione per cui il passo che conduce verso l’Information and Communication Technology (ICT) è breve, anzi brevissimo, visto che l’ICT può, anzi deve, contribuire al miglioramento ed alla trasparenza dei processi di governance. L’enciclopedia Treccani definisce così il termine cooperare: ”partecipare attivamente insieme con altri a un lavoro per lo più intellettuale, o alla realizzazione di un’impresa, di un’iniziativa, a una produzione per il conseguimento di un obiettivo”. Sempre Treccani, definisce la cooperazione in senso economico e giuridico come “l’azione svolta in comune, con fini mutualistici e non speculativi, dagli appartenenti a una organizzazione o categoria sociale unitisi in cooperativa, per raggiungere un fine”. La cooperazione prevede, quindi, fin dalla fase di progettazione l’interazione tra più soggetti che dovranno condividere risorse, soggetti che dovranno fare “rete” per raggiungere gli obiettivi. La maturità dell’ICT consente oggi di innovare il tradizionale processo di approccio alla cooperazione per lo sviluppo. L’ICT è lo strumento, la risorsa imprescindibile per realizzare gli obiettivi della cooperazione. Il che non vuol dire, come spesso avviene, dotare gli operatori della governance di computer per la creazione di testi più o meno illusori sui progetti da realizzare, gli obiettivi da raggiungere e le popolazioni da aiutare. L’ICT deve essere utilizzata per la tracciabilità del progetto, per la sua geolocalizzazione e valutazione secondo indici economici e statistici standard nonché per la sua accessibilità da parte di quanti, fruitori, valutatori, studiosi o semplici osservatori vogliano osservare, studiare, analizzare quanto realizzato. È un cambio epocale dove i dati ed Internet rappresentano rispettivamente le risorse e la via di comunicazione/accesso per il controllo della governance degli aiuti.
Scopo del lavoro di ricerca è evidenziare l’importanza della gestione della conoscenza e come, quest’ultima, possa trasformarsi in quella saggezza utile al decision maker o, come nel caso di studio in questione, all’opinion maker di fenomeni socio-economici. La road map per la determinazione della base informativa e del conseguente giudizio di merito sul fenomeno analizzato prevede la coniugazione dell'informatica con la psicologia al fine di determinare pragmaticamente, in qualsiasi settore venga applicato, il contesto da cui trarre la decisione/opinione. La scienza informatica attraverso le sue tecnologie e metodologie consente la memorizzazione, la gestione e l’elaborazione dei dati ottenendo, così, un valore deterministico, che scomposto nelle sue diverse dimensioni può consentire allo psicologo la sua investigazione e, penetrando fino alla base di ogni elemento, la circoscrizione della causa generatrice, risalendo in tal modo alla spinta che ne ha definito il fenomeno. La ricerca è basata sui risultati ottenuti dall'applicazione di metodologie di business intelligence ed ha il fine di analizzare e porre in evidenza il ruolo fondamentale dell'industria della cultura, radice indispensabile sia per la crescita individuale che sociale. L’intento perseguito è quello di contribuire al dibattito sul ruolo della cultura come infrastruttura immateriale capace di generare ricchezza per un sistema paese, attraverso un’analisi dei dati utilizzati dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere per il rapporto “L’Italia che verrà. Industria culturale, made in Italy e territori. Rapporto 2012”.
Internet ha cambiato il modo di vivere di milioni di persone nel mondo nonché il modo di operare delle aziende. In particolare, i social network sono lo specchio in cui si riflette la vita degli internauti. In questo mondo iperconnesso, dove chiunque possieda uno smartphone è un reporter e chiunque abbia accesso a Internet è un editore, tutti diventano ricettori e trasmettitori di contenuti multimediali: in una parola "partecipano". Sui social network le aziende, indipendentemente dalla loro volontà, sono indagate, "hackerate", smontate, “remixate” e plasmate dai navigatori di tutto il mondo. L’utente, così, sta scoprendo un nuovo ruolo sempre più determinante per il successo di un brand: è per questo motivo che le aziende devono ascoltarlo attentamente. I social network contribuiscono allo sviluppo di un sito/blog aziendale in due modi: sviluppando una vasta rete di contatti interessati che può incrementare la notorietà e l’influenza dell’azienda nel Web e producendo connessioni e traffico verso il sito Web istituzionale. La breve ma intensa storia di Internet dimostra che la complessità di questi sistemi richiede l’integrazione di processi eterogenei che consentano alle aziende di mantenere il controllo dell’ambiente virtuale gestendo l’enorme mole di dati prodotti dallo stesso. Tra la miriade di metodologie e tecniche che un’azienda può intraprendere affinché il Web diventi sinergico e quindi integrato nei propri processi, si vuol di seguito evidenziare quella dello storytelling che dimostra, ancora un volta, che nulla può essere improvvisato; non basta la semplice presenza, attraverso un sito, nel Web.
Context. Devices and mobile accessibility are a fundamental part of today’s life and work of knowledge workers and university students. The adoption of mobile technologies to support training processes is a powerful tool to develop pathways that can significantly increase the efficiency, productivity and effectiveness of these processes through digital innovation. Gartner (Gartner, 2014) predicts that “by 2018 more than 50 percent of users will go to a tablet or smartphone first for all online activities”. Smartphones, tablets and other mobile devices will become increasingly important, with particular reference to the training sector. This is true of lifelong learning in business but even more so in universities where students, almost all digital natives, make mobile technology something they... wear on a daily basis. The most complex challenge for universities’ organizations is to develop solid training strategies that have a concrete impact on the learners. Many universities, in fact, fail to design, develop and deliver effective training programs that can improve individual performance. Objectives. This research work describes the experimentation carried out at the Jonian Department of the University of Bari with the aim of improving students' performance through the integration of mobile technologies in the e-learning environment redesigned for the occasion and put online in September 2016. Method. In order to identify the most stringent need for students concerning the use of mobile technologies for the fruition of contents delivered in e-learning, a preliminary survey was conducted for all students enrolled in the e-learning platform adopted by the Jonian Department of the University of Bari. A pilot course on basic computer science has thus been held to enable the use of mobile learning objects. At the end of the course, a second survey was carried out to measure students' grading rating in relation to technologies and methodologies used in the course. Results. The results show that a university-based e-learning project must take into account that students are increasingly using a mobile device to study. Conclusions. The mobile has enormous native potentials in all areas of business performance, including training and development. From this analysis emerges that the mobile is an extremely precious resource for the training sector, intended to become more and more relevant in the future.
In this paper we propose a digital image quality metric based on human visual system. This metric considers the coefficients of discrete cosine transform related to each 8x8 block of an image. To perform image evaluation PQMET detects a distortion applied to the image and then selects the corresponding matrix of minimum visibility thresholds capable to produce a visible signal. Therefore it uses the information about the distortion applied, with a consequent improvement in the image quality evaluation. The experimental results show that the proposed metric achieves competitive performance with other well known metrics and outperforms them in some cases.
Già dal 2009 il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro è coinvolto, in via sperimentale, in progetti di formazione che prevedono attività di Alternanza Scuola-Lavoro presso il laboratorio di ricerca SERLab, per offrire agli studenti della scuola secondaria di secondo grado l’opportunità di integrare il proprio percorso di studi con momenti di formazione situata, collegata alle attività del Dipartimento. Nel presente contributo viene illustrato il progetto Tekhnologhia che il gruppo di ricerca ha realizzato in collaborazione con l’Istituto Tecnico Tecnologico “Luigi dell’Erba” di Castellana Grotte in provincia di Bari e con lo spin-off SER&Practices per la realizzazione di un progetto di alternanza finalizzato alla promozione delle conoscenze e delle competenze dei partecipanti. L’iniziativa ha inteso unire Sapere e Saper Fare ed aprire l’apprendimento al mondo esterno.
BOSMU (Behavior Of Social Media User) is a model of customer intelligence to support the decisions of the company management. It is designed to find the right management actions in web/social environment to improve the web reputation, loyalty the prosumers and increase the brand value. It taxonomizes the level of interaction between the user and a company, and formalizes the lifecycle of the relationship prosumer-enterprise through the dichotomy Level-Action in order to generate the knowledge that represents the very value-added business. The model is imbued in the historic nature of the Web, but it finds its widest application in the social network, considering the native traceability of the operations carried out in these "environments", and expects an indispensable and continuous action of "listening" by the company. The BOSMU model has been successfully adopted by an Italian company in the southeast.
The design of a high quality Web site depends on various factors, such as the will to respect the existing law in force, the know-how and the delicacy of those who in various ways contribute to the design and the implementation of the structure and the contents, and last but certainly not least, the availability of the customer to recognize the importance of quality from a purely economic point of view. This research aims to define a quality taxonomy of the Web sites for the Public Administration; a taxonomy that allows the production of Web pages easy to learn, easy to use, efficient in terms of intellectual effort required to understand and use them, and effective: that is to say, that produce exactly the required results, nothing less and certainly nothing different (Nielsen, Designing Web Usability, 2000). A taxonomy that contributes to reduce one of the most significant bottleneck for the use of applications in the ICT environment: the user interface. This research represents the first step towards the definition of the taxonomy defining the information architecture of a Web site for the Public Administration.
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