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Mirella Masieri
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il raffronto a doppio binario che si è voluto operare in questo libro tra opere di mare e opere atalattiche, ha dimostrato come Brignetti - contrariamente a quanti hanno voluto incasellarlo in un ruolo letterario ben preciso e riducente - abbia la grande capacità di cogliere ogni sfaccettatura della realtà, e manipolare la lingua e la sintassi, per rappresentarla sempre in modo diverso, ma mantenendo ferma la sua impronta stilistica.
I Capitoli erotici di Giovanni Francesco Bini, pubblicati nel 1548 all'interno di una silloge di Opere Brlesce allestita da Anton Francesco Grazzini, detto il Lasca, vengono qui proposti per la prima volta in una veste editoriale moderna e filologicamente curata, in grado di consentirne il pieno apprezzamento e la consapevole valutazione critica. L'edizione è corredata di un ampio e puntuale apparato di note di commento, necessarie per comprendere le più minute sfumature del complesso gioco linguistico dell'autore, ed è completata dall'Indice dei nomi e dei luoghi e dall'Indice delle voci annotate.
Il capitolo in lode del mal franzese e il capitolo contra le calze sono testimonianza di come Giovanni Francesco Bini sia un brillante interprete delle "baie" bernesche, ma anche un importante innovatore del modello del caposcuola. I meccanismi compositivi e di travestimento metaforico della realtà sessuale, la complessa costruzione linguistica del rapporto tra i due livelli semantici, le innumerevoli citazioni e riferimenti dotti nel loro interno rendono i due capitoli un tassello fondamentale nella produzionfe erotica del Cinquecento.
Nel saggio si analizzano le opere di mare di Brignetti sotto vari aspetti: quello stilistico e quello linguistico in particolar modo. Perché è appunto la ricerca stilistica e linguistica espressione dell'appartenenza al mare dello scrittore elbano, del legame simbiotico con tutte le realtà dei luoghi marini. Ed è proprio quel mare insulare che fin dalla nascita è stato testimone della sua esistenza e a cui ha affidato con la sua originale prosa l'espressione permanente della sua devozione.
Gli epigrammi di Francesco Proto Carafa, duca di Maddaloni, si distinguono per il ponderato artifico parodistico e per la capacità di offrire una delle più vivide rappresentazioni della società del suo tempo, descrivendo i gravi problemi sociali, le debolezze umane, le ostilità politiche e intellettualistiche, i livori personali, i vizi del clero, rivelando una non comune capacità di sintesi poetica, sulla base della quale occorre riconoscere al Proto un posto di rilievo nel panorama della letteratura napoletana, e non solo, dell'Ottocento.
Le opere atalattiche di Brignetti, sorprendentemente ignorate dalla critica, sono la testimonianza dell'eterogeneità dei campi di indagine in cui l'autore spazia liberamente, sperimentando temi e soluzioni stilistiche che, in varia misura e con successive rimodulazioni, rifluiscono nelle opere di maggiore impegno letterario. In queste opere, lo scrittore ha saputo cogliere gli aspetti più eterogenei e complessi della vita, che si riflettono in uno stile e in un linguaggio assolutamente originali.
Se certamente più noti e celebrati sono i romanzi di Raffaello Brignetti, non meno importanti e significativi sono i suoi racconti, in massima parte pubblicati in riviste, giornali e antologie e poi da lui selezionati e riproposti in volumi. Nel presente volume sono stati raccolti quelli, trentuno in tutto, che l'autore ha lasciato fuori dalle sue raccolte da lui curate o addirittura inediti. La loro esplicita datazione o, in sua assenza, la data di pubblicazione consentono di inserirne la composizione nell'arco di un ventennio, dal 1948 al 1972, anche se il periodo di maggiore intensità produttiva deve essere ristretto al breve giro di anni che va dal 1948 al 1952-'53. Su questi testi, che rappresentano una parte cospicua della produzione di Brignetti, grava, però, il sorprendente disinteresse della critica. Nessuno studio specifico, infatti, è stato finora dedicato ad essi. Appare perciò quanto mai necessario e urgente avviare una riflessione che, muovendosi in una organica prospettiva storica e sulla base dei loro riconosciuti valori intrinseci e della loro collocazione cronologica, sappia finalmente mettere in luce l'imprescindibile contributo da essi recato alla elaborazione e alla definizione della più matura prosa brignettiana.
Se certamente più noti e celebrati sono i romanzi di Raffaello Brignetti, non meno importanti e significativi sono i suoi racconti, in massima parte pubblicati in riviste, giornali e antologie e poi da lui selezionati e riprodotti in volumi. Nel presente volume sono stati raccolti quelli, trentuno in tutto, che l'autore ha lasciato fuori dalle sue raccolte da lui curate o addirittura inediti. La loro esplicita datazione o, in sua assenza, la data di pubblicazione consentono di inserirne la composizione nell'arco di un ventennio, dal 1948 al 1972, anche se il periodo di maggiore intensità produttiva deve essere ristretto al breve giro di anni che va dal 1948 al 1953-'53. Su questi testi, che rappresentano una parte cospicua della produzione di Brignetti, grava, però, il sorprendente disinteresse della critica: nessuno studio specifico, infatti, è stato finora dedicato ad essi. Appare perciò quanto mai necessario e urgente avviare una riflessione che, muovendosi in una organica prospettiva storica e sulla base dei loro riconosciuti valori intrinseci e della loro collocazione cronologica, sappia finalmente mettere in luce l'imprescindibile contributo da essi recato alla elaborazione e alla definizione della più matura prosa brignettiana.
Il libro analizza tutte le opere di Raffaello Brignetti che hanno come protagonista principale il mare. Considerato dalla critica uno scrittore di mare, Brignetti è stato per questo avvicinato ai grandi modelli italiani e stranieri che hanno fatto del mare il perno dei loro racconti, come Melville, Conrad, Defoe, Stevenson, Mario Tobino, Vittorio G. Rossi. Ma se per questi il mare è vissuto come una realtà magica tutta da scoprire, come una meravigliosa avventura da affrontare, per Brignetti esso è l'essenza della vita, la misura del tempo e dello spazio, l'elemento che scandisce i ritmi dell'esistenza, una realtà da cui non si può prescindere, una ragione di sopravvivenza. Il mare, quindi, nelle opere dell'autore elbano assume questi molteplici significati grazie a metafore complesse e mai banali, ad una lingua e ad uno stile originali e antiaccademici, che fanno emergere tutto il senso profondo che Brignetti ha assorbito da questo vitale elemento.
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