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Grazia Disciglio
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente
Area Scientifica
Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie
Settore Scientifico Disciplinare
AGR/02 - Agronomia e Coltivazioni Erbacee
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
In virtù della necessità di controllare le incessanti infestazioni di Orobanche ramosa a carico della coltivazione del pomodoro, con la presente proposta progettuale s’intende contribuire al controllo di tale parassita mediante interventi di lotta a basso impatto ambientale, in conformità con la direttiva CE 128/2009 in fase di attuazione in seguito al decreto legislativo 150 del 14 agosto 2012. Ricerche e sperimentazioni, condotte in passato ma anche più recentemente, hanno fatto uso, soprattutto nel meridione, di erbicidi di natura chimica, quali il glifosate, altamente pericoloso sia per l’ambiente e per l’operatore agricolo che per il consumatore finale. Infatti, è noto che tale prodotto chimico sfrutta la capacità di essere traslocato dal sistema linfatico della pianta e di giungere anche nei frutti. Inoltre, si è visto che l’uso continuo di glifosate, sebbene a microdosi, induce nella fanerogama parassita una resistenza tale da rendere necessario incrementare le dosi nel corso degli anni. Pertanto, i mezzi di controllo che la presente proposta progettuale intende sperimentare consistono nello sviluppo di singole strategie di controllo ed integrate tra di loro, riguardante l’utilizzo, nonché la valorizzazione, di acque di vegetazione dell’industria olearia, l’impiego di piantine di pomodoro micorrizzate, e di agenti biologici ad azione antagonista (micoerbicidi) a confronto con trattamento con glifosate. La ricerca consentirebbe ai responsabili dell’industria olearia di considerare le acque reflue di vegetazione prodotte durante la molitura delle olive da olio, non più uno scarto da smaltire, bensì una risorsa in grado di rappresentare un’ulteriore opportunità di guadagno e nel contempo valorizzarlo come prodotto da riutilizzare in agricoltura nel contenimento di specifiche malattie telluriche, anche di natura fungina. A tal proposito ricerche in grado di avvalorare la loro capacità di contrastare l’avanzamento, e in alcuni casi di inibire lo sviluppo di patogeni fungini. Nulla, sino ad oggi è stato fatto allo scopo di contenere l’infestazione di fanerogame parassite mediante l’impiego di reflui oleari. Poiché, i reflui oleari, in particolare le acque di vegetazione, sono molto ricche di sostanze polifenoliche, compresa l’oleuropeina, note per essere tossiche nei confronti di agenti biotici, ma nello stesso tempo di non essere stabili nel tempo, in quanto vanno facilmente incontro a degradazione, con la presente ricerca si intende sperimentare e validare presso il frantoio di produzione processi di stabilizzazione allo scopo di evitare processi fermentativi e degradativi delle sostanze polifenoliche attive nel contenimento di agenti patogeni, compresa l’Orobanche. Pertanto, l’obiettivo generale di tale proposta progettuale riguarda il contenimento di O. ramosa, fanerogama parassita del pomodoro, mediante mezzi di lotta innovativi a basso impatto ambientale, in alternativa a quelli di origine chimica, e che nel contempo siano sostenibili sia dal punto di vista dei costi che garanti della sicurezza agroalimentare ed ambientale. In virtù di quanto detto, la presente proposta progettuale sarà realizzata grazie alla collaborazione attiva di: 1) una impresa agro-industriale (Azienda Santa Lucia) che intende ottimizzare i propri profitti e valorizzare i reflui oleari allo scopo di proporli come prodotto utile nella lotta contro agenti di malattia, non solo nel contenimento di O. ramosa; 2) di una impresa agricola (Azienda Pazienza Matteo) che intende garantire la produzione di piantine di pomodoro micorizzate allo scopo di contenere o limitare gli attacchi di O. ramosa; 3) di una azienda agricola che ospiterà le sperimentazioni e che sia disposta a gestire le parcelle sperimentali; 4) e di un ente di ricerca (Università) che supporti tutta la sperimentazione presso le predette aziende agricole (accertamento del processo di micorizzazione; supporto all’azienda olearia nelle fasi di individuazione delle condizioni migliori per la stabilizzazione dei reflui oleari; supporto all’azienda agricola durante l’allestimento delle tesi sperimentali di campo durante il ciclo vegetativo e produttivo delle piante), e che provveda ad effettuare sperimentazioni in vitro preliminari a tutte le fasi della sperimentazione.
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