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Roberta Santoro
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE
Area Scientifica
AREA 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/11 - Diritto Canonico e Diritto Ecclesiastico
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Riflettere sul valore e sul ruolo delle Confessioni religiose comporta doversi soffermare sulle regole della convivenza all'interno della nostra società, sempre più attraversata da fenomeni, che per il solo fatto di mostrarsi con notevoli caratteri di novità, pongono importanti interrogativi esistenziali, a cui occorre dare una risposta. E' innegabile che il cambiamento culturale e religioso che contraddistingue la società contemporanea, si traduce inevitabilmente in un processo di pluralizzazione, sia in Italia che negli altri Paesi europei e non. Proprio questa complessità ha messo in crisi il ruolo dei vecchi Stati, della democrazia, della delimitazione delle competenze in materia di rapporti tra confessioni religiose, tra confessioni religiose e lo Stato, di una vecchia concezione di concepire la religione.
Economia e famiglia costituiscono per la società e per la Chiesa temi di riflessione e, allo stesso tempo, luoghi d'impegno, nei quali la persona umana gioca la sua esistenza e trova difficoltà a praticare la sua dignità. La crisi economica caratterizza profondamente la vita delle persone e delle famiglie. Papa Francesco ha evidenziato più volte come questa crisi non è solo economica, ma anche culturale e ciò condiziona l'approccio di istituzioni e di persone ai temi dell'economia e della vita familiare.
Ci troviamo dinanzi a nuove espressioni della libertà individuale, soprattutto l’attuale scenario sociale e culturale impone allo stesso diritto ecclesiastico di fare uno sforzo di comprensione dei nuovi aspetti personalistici, che caratterizzano il sistema della libertà e delle regole che disciplinano la libertà religiosa personale e confessionale . Problematiche facilmente percepibili nella dimensione sociologica ed ideologica che, inevitabilmente, «si traducono in esperienza giuridica nel momento in cui chiamano in causa principi e valori fondamentali per la umana convivenza» . Sempre più insistentemente si continuano a ricercare strumenti di relazioni “extraconcordatarie” con l’intento di evidenziare come sia necessario e doveroso ampliare i contenuti dell’Accordo di Villa Madama, in quanto non più completamente rispondenti alle esigenze della società italiana. In un contesto in continua evoluzione, più che parlare di relazioni “extraconcordatarie” sarebbe opportuno definirle “non concordatarie”, facendo rientrare in tale nozione tutte quelle relazioni e quelle nuove problematiche che caratterizzano la vita della persona nella società e che richiedono, con sempre più insistenza, una regolamentazione bilaterale o multilaterale . Ad esempio, la contrapposizione, quanto mai complessa, tra legalità ed eticità dei comportamenti si pone in maniera evidente in quanto è caratterizzata dall’espandersi di conflitti tra convinzioni personali e religiosi, da un lato, e, dall’altro, norme giuridiche. Di fronte all'imperativo giuridico, che spesso il legislatore utilizza come espressione (non sempre provata) della maggioranza, si innalza la coscienza del singolo, con tutto un suo sistema di valori inderogabili . Secondo la visione etica della religione cattolica, la vita è un dono di Dio all’uomo perché ne disponga al meglio, libero di poter gestirla correttamente e razionalmente. L’autorità di Dio è un incentivo che mira alla consapevolezza morale del libero agire dell’uomo stesso. La contrapposizione che si viene a creare tra autodeterminazione del singolo e la volontà di Dio si riscontrerebbe solo nel caso in cui togliersi la vita sia frutto di una decisione discutibile ed ingiustificata . Non vi è alcun dubbio che la religione, attualmente, ricopre un ruolo importante all’interno della cultura di una società, quale la nostra, ma anche la Chiesa cattolica ricopre essa stessa un ruolo fondamentale ed è indubitabile che esista una vasta area del politicamente rilevante ove si svolgono relazioni informali tra Stato italiano e Chiesa cattolica; la stessa nostra Costituzione, è frutto di un decisivo impulso del pensiero politico e giuridico dei cattolici anche se, alla luce degli esempi citati, sembrerebbe distante dalle posizioni assunte oggi dalla gerarchia ecclesiastica. Il concordato può essere considerato come una sorta di negoziazione permanente tra Stato e Chiesa cattolica per la migliore tutela del sentimento religioso dei cittadini . Alle controversie citate, si cerca di individuare una soluzione concernente i problemi interordinamentali tra Stato e Chiesa a cui ancora oggi non si riesce, vista la delicatezza delle tematiche dibattute, a trovare una soluzione. Possiamo affermare che attualmente ci troviamo dinanzi ad una negoziazione aperta. Certo è che l’esistenza di un diritto pattizio, più esteso di quello del 1929, la rilevante consistenza di un diritto speciale circa la tutela degli atti di estrinsecazione del sentimento religioso, la stessa presentazione al Parlamento di una legge generale sulla libertà religiosa certificano come la religione non possa essere intesa solo come un fatto di coscienza personale. Del resto, il metodo della bilateralità diffusa è coerente con il principio di separazione dei poteri e con il contenuto corrispondente della laicità. La laicità, infatti, è un’espressione di sintesi che,
ABSTRACT Le relazioni “extraconcordatarie” tra Stato italiano e Chiesa Cattolica ovvero dei rapporti tra politica e diritto Dott.ssa Roberta Santoro Ottant’anni sono passati dalla firma dei Patti Lateranensi che, di fatto, hanno segnato una svolta profonda, ponendo fine alle lunghe lacerazioni tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica; nel corso del XIX secolo, sono trascorsi venticinque anni dalla conclusione dell’Accordo di modificazione del Concordato, che ha permesso di rafforzare le relazioni e di arricchirle di nuovi contenuti. Parallelamente, va rilevato come nel nostro Paese si sia andata sempre più sviluppando una legislazione extraconcordataria con l’obiettivo di rimuovere qualsiasi ostacolo a quello che è l’estrinsecazione del sentimento religioso del singolo cittadino. Il legislatore ha dimostrato una presa di coscienza della rilevanza, all’interno della nostra società, del sentimento religioso e, allo stesso tempo, della necessità di dover dare una risposta alle varie fattispecie che, nel corso degli anni, si sono presentate senza trovare una effettiva risposta nelle disposizioni pattizie. Il panorama interno italiano evidenzia l’aumento, per quantità e intensità degli interventi da parte dell’autorità ecclesiastica, delle istanze di pubblico riconoscimento della confessione di maggioranza, per la quale si rivendica un ruolo identitario sempre più accentrato sulla base del radicamento dei suoi valori nel patrimonio storico e culturale della comunità nazionale. Lo Stato non è solo, in questo momento, un mero garante, ma anche un promotore dello sviluppo della persona umana ed in essa è stata individuata «la radice più profonda dell’esaurimento dell’ottica interordinamentale della disciplina della fenomenologia religiosa e confessionale». La collaborazione concordataria è, dunque, uno degli strumenti di realizzazione della promozione dell’uomo e del bene del Paese, che appaga la garanzia della libertà religiosa dei cives-fideles cattolici, gli unici di cui l’istituzione ecclesiastica rappresenta gli interessi spirituali. Proprio in tale ottica occorre chiedersi se le materie contenute nel Concordato esauriscono la materia concordataria. Certo con il Concordato, ed il successivo Accordo del 1984, i contenuti del rapporto tra Stato-Chiesa si sono sempre più ampliati ed arricchiti, anzi, si assiste attualmente ad un incrementarsi delle res mixtae. Basti pensare al progressivo incremento delle competenze regionali in materia di tutela dei beni culturali, compresi quelli di interesse religioso; l’edilizia di culto, nei confronti della quale si è instaurata una sorta di riserva di legge regionale; i problemi concernenti l’istruzione religiosa, l’assistenza religiosa negli ospedali fino ad arrivare a tematiche c.d. di confine quali quelle concernenti la bioetica. A questo punto occorre soffermarsi sul concetto di res mixta, ovvero sulla definizione di materia che risulta essere di competenza sia dello Stato che della Chiesa. “Le materie miste non nascono perché ad un certo punto lo Stato e la Chiesa dichiarano che una materia è tale. Le materie miste si manifestano in base alle norme ed alle prassi amministrative che si pongono in essere” ed inoltre “si costituiscono proprio quando si producono norme di per sé ambigue e pratiche amministrative … vengono a configurare obiettivamente l’esistenza di una materia mista”. Va sottolineato, dunque, che una materia mista non sorge per il semplice fatto che lo Stato italiano e la Chiesa cattolica dichiarano tale una determinata materia. Una materia la si definisce mista per sua natura. La caratteristica di queste materie risiede nel fatto che esse non rientrano completamente nell’ordine di una delle due potestà; di mostrare, in maniera più o meno rilevante, un livello di estraneità rispetto sia all’ordinamento statuale che a quello canonico; di richiedere una regolament
Lo studio del fenomeno religioso si presenta come uno dei settori più affascinanti e interessanti della nostra tradizione culturale, tutto ciò derivato dalla stessa complessità della “materia”. Una realtà, che si presenta con un contenuto di valori trascendentali, che unisce la vita di persone e popoli, determinandone la condotta, i modi di vita, i costumi, la morale, il modo di pensare e di agire. La dimensione religiosa propone all’uomo principi etici che trovano fondamento o nella rivelazione o nella natura o nella coscienza, comunque in istanze di livello superiore a quelle di qualunque governo per quanto democraticamente eletto. Inoltre, i valori fondamentali di cui sono portatrici le religioni rappresentano da sempre punti di riferimento irrinunciabili per la vita della persona. In particolare, la religione non è solo espressione di un potere in rappresentanza dei principi religiosi, ma essenzialmente rappresenta il luogo in cui la persona umana ridisegna la sua identità. Questo modo di intendere e di studiare il ruolo ed il valore della religione, all’interno della società, si presenta, senza alcun dubbio, come una novità, che rende evidente la connotazione “pubblica” della religione stessa. Sicuramente, tutto ciò è dipeso dai mutamenti avvenuti nella società, ove si avverte sempre più la necessità di dover costruire un sistema di valori che porti ad una convivenza pacifica, entro cui poter realizzare il benessere di ogni uomo, quale parte integrante della società stessa.
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