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Carmelo Pasimeni
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Settore Scientifico Disciplinare
M-STO/04 - Storia Contemporanea
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Si esamina il ruolo dei partiti politici nella fase preparatoria delle elezioni alla Costituente e, più in particolare, durante le due tornate delle elezioni amministrative del 1946.
Viene ricostruita l'identità culturale della provincia ionico-salentina attraverso la storia dell'Università di Lecce, oggi del Salento, dagli inizi dell'800 a oggi. Sulla base di un'antica tradizione di cattedre accademiche, che risale al XVI secolo, negli anni Cinquanta del Novecento si costituisce la libera Università degli Studi di Lecce che esercita nel corso degli anni un'intensa attività di formazione e di ricerca scientifica, contribuendo alla crescita e allo sviluppo del territorio salentino. La storia dell'Università del Salento, come quella delle altre Università del Mezzogiorno, s'intreccia strettamente con la "nuova" questione meridionale.
Viene ricostruito il profilo dell'Università del Salento (facoltà, corsi di laurea, strutture di ricerca, laboratori, n. studenti, ecc.)
Come ha rilevato Warren J. Samuels: “Ideas on the economic role of government have been a major source and a major part of the history of economic thought” (Samuels 2005, p. 393). Di conseguenza, la letteratura su tale tema è sconfinata. Il problema diventa ancora più serio se si tenta di incrociare la riflessione sul rapporto tra Stato ed economia, con quella – altrettanto ampia – relativa al dibattito sulla genesi e sui caratteri del “moderno capitalismo”. L’analisi del rapporto tra Stato ed economia nella fase che portò all’affermazione del modo di produzione capitalistico sembra non avere alcuna autonomia con riferimento all’analisi generale di tale tema. Esso viene interpretato come un aspetto non problematico della visione generale costruita in base ai canoni tardo-ottocenteschi , che accreditano l’idea della divaricazione tra Stato ed economia come un tratto generale del “moderno capitalismo”. Secondo tale visione, Stato e istituzioni svolgono nella genesi e nello sviluppo del capitalismo un ruolo marginale e, in qualche modo, “accidentale”, nel senso hegeliano del termine: “un’esistenza che non ha altro maggior valore di un possibile che può non essere allo stesso modo che è” (Hegel 1967, pp. 7-8). In questo contributo, non intendo riflettere sulla vexata quaestio relativa al ruolo dell’intervento pubblico in economia. Ciò su cui intendo richiamare l’attenzione è la scarsa rilevanza interpretativa di questa contrapposizione, specie con riferimento alla nascita del “moderno capitalismo”. Pur non sottovalutando il ruolo del mercato e la “spontaneità” di molti dei fenomeni, che hanno caratterizzato la fase della prima Rivoluzione Industriale, mi sembra utile porre almeno due questioni: 1. le ragioni per cui Smith e gli altri teorici dell’Illuminismo hanno incentrato il loro modello esplicativo sul ruolo del mercato e degli individui; 2. le ragioni per cui Stato e istituzioni politiche non sono oggetto di una riflessione comparabile con quella attribuita al mercato e ai processi di individualizzazione della società dei loro tempi.
Viene ricostruita la storia dei trasporti in Puglia dall'unità a "Puglia Corsara". Sono evidenziati alcuni nodi storici ancora presenti nell'attuale dibattito politico e culturale sullo sviluppo della regione Puglia, come i temi dell'intermodalità, dell'interconnessione tra diversi vettori di trasporto di uomini e di merci.Vengono ricostruiti i tempi dell'infrastrutturazione del territorio pugliese, che hanno favorito l'inserimento e/o l'emarginazione delle diverse aree regionali nei processi economici selettivi del mercato.
La società ha per obiettivo primario la valorizzazione dei risultati della ricerca svolta all'interno dell'Università attraverso lo sviluppo di nuovi servizi nel settore ambientale. In particolare: diffusione e propagazione di specie vegetali autoctone; rinaturalizzazione degli ambienti degradati; creazione di specifici piani di gestione territoriali; sensibilizzazione e formazione sulla tutela della biodiversità e sulla valorizzazione del territorio.
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