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Maria Emanuela Corliano'
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 14 - Scienze politiche e sociali
Settore Scientifico Disciplinare
SPS/08 - Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Il saggio si propone di descrivere la portata e gli effetti della distribuzione di conoscenza da parte di un gruppo di esperti ad alcuni esposti all'amianto sulla possibilità di ammalarsi di gravi patologie connesse all'esposizione. Partendo dalla conclusione di una ricerca sugli esposti salentini all'amianto (Corlianò, 2012), il saggio intende illustrare se e in che modo la conoscenza distribuita sia stata realmente emancipante per gli esposti ed abbia incrementato la loro capacità di agire e di reagire ai torti subiti, riducendo in tal modo l'esclusione sociale.
Quella raccontata in questo libro è soprattutto una storia di polvere. La polvere è nelle fabbriche che lavorano l'amianto, ma anche fuori, nelle strade, nelle abitazioni, e anche nei corpi, incastrata nei polmoni dei lavoratori nella forma di microscopiche, indistruttibili e letali fibre. Ma la polvere indica anche la cortina di ignoranza calata sugli esposti, che ha impedito a loro di capire, agli esperti di intervenire, all'opinione pubblica di sapere. Questa nebbia densa ha caratterizzato e continua a condizionare la nostra cultura, incapace di vedere dentro e oltre la miope ricerca del profitto ad ogni costo. Sul fronte della richiesta di giustizia da parte delle vittime dell'amianto, il 13 febbraio 2012 si è concluso a Torino il processo Eternit con la sentenza di condanna dei suoi vertici per disastro doloso ambientale permanente. Il volume, attraverso la raccolta e l'analisi di interviste discorsive con un gruppo di lavoratori salentini emigrati in Svizzera, ricostruisce il loro lavoro con l'amianto, il ritorno nella terra d'origine e la scoperta della malattia. Sono più di mille i lavoratori salentini esposti all'amianto nella fabbrica Eternit di Niederurnen, dove erano emigrati per cercare lavoro e migliorare le proprie condizioni di vita negli anni Sessanta del Novecento. A causa dell'esposizione senza tutele alle fibre di amianto, molti si sono ammalati di asbestosi e mesotelioma pleurico, una patologia a oggi incurabile, alcuni sono già morti, molti altri potrebbero ammalarsi. L'intento del testo è quello di descrivere le modalità attraverso le quali gli esposti sono stati esclusi dalla consapevolezza della pericolosità dell'amianto, il ruolo svolto dalla conoscenza nella conformazione della struttura sociale, i processi attraverso i quali la conoscenza viene diffusa e il ruolo svolto dagli esperti in questa diffusione. Il risultato è un lavoro sulla rilevanza della conoscenza e sul potere a essa correlato, senza i quali la possibilità per gli individui di autodeterminarsi in termini di capacità di azione e di preservare la salute e la vita stessa dalle insidie e dalle ingerenze biopolitiche del mercato diviene impossibile.
All’interno della società in rete, i soggetti comunicativi non sono isolati ma, interagendo tra loro, creano reti di comunicazione che generano senso condiviso. Tale produzione interattiva di significato, definibile come autocomunicazione di massa, è prodotta da un’audience finalmente creativa. Nel contesto dell’utilizzo abituale e poietico delle tecnologie di connessione e di Internet, quasi un nuovo elettrodomestico, si colloca questo volume, nel tentativo di descrivere il carattere non eccezionale ma routinario della tecnologia elettronica nella realtà della vita quotidiana, all’interno dei processi tecnologici, comunicativi ma anche e soprattutto culturali di convergenza nella comunicazione. Gli attori sociali, infatti, integrano varie modalità e differenti canali di comunicazione all’interno delle loro pratiche e delle loro interazioni reciproche. La sfera pubblica della comunicazione svela nuovi confini simbolici, la cultura dell’individualismo implementata dal consumismo e da progetti di vita auto-determinati convive accanto a spinte mistiche, a culture alternative che propongono valori quali la solidarietà, la compassione, la sostenibilità ambientale e sociale. Il testo si propone di delineare diversi ambiti della fruizione dei mezzi di comunicazione, dalla ricerca quotidiana di relazioni sociali appaganti, a nuove modalità di fruire e al contempo di produrre i media, fino alle strategie e alle tattiche di contropotere messe in atto da alcuni attori sociali attraverso le nuove tecnologie. Si tratta, ovviamente, di descrizioni e interpretazioni che si fondano sull’assunto di base secondo il quale non esistono media al di fuori della società. Tale quadro di riferimento richiede necessariamente la considerazione del sistema mediatico come strumento e non come fine dell’attività umana, come veicolo per implementare la produzione sociale di realtà negoziata all’interno delle interazioni quotidiane. La quotidianità dei media rappresenta, pertanto, lo sfondo nel quale si muoverà la struttura del testo, attraverso un itinerario di modalità diverse di fare esperienza delle tecnologie, pratiche, quelle di fruizione e produzione mediale, tra le altre pratiche in cui siamo costantemente impegnati.
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