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Anna Maria Colaci
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo
Area Scientifica
Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Settore Scientifico Disciplinare
M-PED/02 - Storia della Pedagogia
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH4 The Human Mind and Its Complexity: Cognitive science, psychology, linguistics, philosophy of mind
Settore ERC 3° livello
SH4_6 Learning, memory; cognition in ageing
Con il presente articolo si riscopre la figura della gallipolina Antonietta De Pace significativo personaggio del panorama educativo. Attraverso questo scritto si ricontestualizza e risemantizza il ruolo che la donna ha svolto in una temperie quale quella del Risorgimento.
Il volume Rieducare: Eros e costumi in Terra d’Otranto, I, scaturisce dal desiderio dell’autore di acquisire una conoscenza più specifica di un “fenomeno”, quale quello della prostituzione del quale, ancora oggi, sebbene sia in totale espansione, non sempre si conoscono i retroscena di sofferenza, coercizione e solitudine propri di chi svolge il mestiere più antico del Mondo. Questo primo volume ha, così, affrontato la realtà postribolare dell’Italia nel periodo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, puntando l’attenzione in Terra d’Otranto dove, grazie ad una vasta e pungente aneddotica locale, si è andati oltre l’ostentato perbenismo di facciata, evidenziando coloro che, proprio con questa attività, seppero portare momenti di calore ed evasione. L’impegno, che si è avuto su tre fronti, ha comportato lo studio di quei testi che, dal punto di vista storico, etico, sociale, sanitario, si sono occupati delle molteplici cause del fenomeno della prostituzione. Secondariamente, l’attenzione si è rivolta all’esame della documentazione d’archivio, dopo aver acquisito un’adeguata conoscenza delle disposizioni di carattere legale che si sono succedute nel tempo. Infine, si sono consultati quei documenti d’archivio che hanno consentito di analizzare il fenomeno nell’ambito di un territorio più specifico, quale quello Salentino. Tutto questo allo scopo, anzitutto, di comprendere le motivazioni di una presenza, quella delle case chiuse che, nonostante la condanna morale, aveva una sua ragione educativa e, secondariamente, di vedere, attraverso il caso salentino, quali istanze, tale ragione educativa abbia messo in luce in un periodo che, a partire dagli anni sessanta in poi, ha conosciuto un processo di liberalizzazione dei costumi sessuali senza precedenti nella storia.
Nel presente volume si presenta una ricostruzione della pratica educativa di Salvatore Morelli, puntando lo sguardo sul suo operato di direttore dell’Orfanotrofio provinciale di Lecce, tra l’estate del 1860 e l’autunno del 1861. Anche in questo caso la scarsa documentazione e la difficoltà di ricostruire la cronologia esatta delle vicende dell’istituto nella convulsa temperie politica ed amministrativa che caratterizzò tale biennio, rendono difficile ottenere notizie certe, riguardo alla gestione pratica dello stabilimento e al ruolo svolto al suo interno da Salvatore Morelli. Si procede pertanto con ipotesi di ricerca per rucostruire un pnesiero di ampio respiro italiano e internazionale per l'educazione. pochi cenni trovati confermano nel nostro un pensatore originale, in sintonia, però, con le menti più illuminate del suo tempo, pronto a “sporcarsi” le mani tanto nella battaglia politica quanto nella gestione pratica del nuovo corso che, nella speranza di molti patrioti, avrebbe assunto la vita di ogni singolo cittadino con la nascita del Regno d’Italia. Tale speranza, come dimostra la parabola parlamentare di Morelli, fu ben presto delusa. Rimane a noi il compito di riconoscere in Morelli un uomo serio e coerente, capace di immaginare con estrema modernità
Vincenza Cerati Rivolta, nata nel 1905, è stata protagonista, per oltre settant’anni, della vita musicale milanese; la sua volontà fu quella di inserire utilmente la musica classica nel processo di formazione dei giovani, affinché gli stessi potessero farne un uso appropriato nel contesto sociale divenendo “attori” e non “spettatori” del proprio futuro. La musicista porta avanti un’intensa attività (a cominciare dal compimento dei quindici anni), impegnandosi, dalla fine degli anni Venti del Novecento, in attività di promozione e divulgazione delle attività musicali, in genere, da lei considerate quale mezzo più idoneo di riscatto soprattutto tra i giovanissimi dei borghi popolari milanesi. Da qui l’intensa organizzazione di eventi artistici, dove principe fosse la musica (in asili, scuole, oratori, scuole del dopolavoro) sul territorio cittadino e provinciale, animata da finalità prevalentemente filantropica. Decisiva, su tali orientamenti, l’influenza del nonno materno F. Saverio De Dominicis; egli, noto filosofo e pedagogista, crea l’imprinting della nipote sotto il profilo della maturazione ideologica (di chiara derivazione umanistica). Ciò che per lei conta è promuovere l’inclinazione musicale che, erroneamente è considerata privilegio per pochi. Convinta, infatti, che il temperamento musicale si manifestasse in maniera spontanea e precoce, già in età infantile, ma che, a volte, fosse anche latente, si pone quale primo obiettivo dell’esistenza sua intera quello di far scoprire, suscitare e, in taluni casi, anche far “sbocciare” il temperamento musicale, ai fini della costruzione armonica del soggetto da un punto di vista fisiologico e psicologico. Per poter meglio sopperire a tale scopo, intorno agli inizi degli anni Cinquanta fonda il Giardino Musicale: libera associazione di musicisti e musicofili, aperta soprattutto ai giovani e basato sul volontariato, la cui finalità ispiratrice è culturale, spesso benefica, mai a scopo di lucro. Obiettivo di questo lavoro è quello di far emergere le note di attualità delle teorie pedagogiche di questo modello femminile che, pur richiamandosi fortemente alle tradizioni ideologiche inculcatele dal De Dominicis, le rivisita in chiave di lettura moderna, perché influenzata sicuramente dai nuovi orientamenti ideologici affermatisi fino agli anni Cinquanta del Novecento. La forte personalità e lo spiccato senso di ambizione l’hanno condotta ad appoggiare l’idea dell’introduzione di una disciplina, come la musica, nei programmi ministeriali delle scuole popolari, riconoscendone finanche il valore terapeutico. Intuizione, questa, che, poi, ha tracciato la strada alle nuove metodologie basate sull’utilizzo dell’arte musicale (musicoterapia e metodo Benenzon), per la cura dei ragazzi con disagi di diversa origine.
Si è proceduto alla raccolta del materiale d'archivio al fine di ricostruire il percorso rieducativo offerto alle donne che commettevano omicidio.
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