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Vincenzo Cazzato
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università del Salento
Dipartimento
Dipartimento di Beni Culturali
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/18 - Storia dell'Architettura
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, study of the arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_6 History of art and architecture, arts-based research
La storia dell’arte dei giardini è molto spesso quella degli esempi più eccellenti oppure delle regioni – come Lazio e Toscana – con una forte tradizione in questo campo. Da qui la necessità di focalizzare l’attenzione sulla Puglia, dando visibilità a questa regione del Sud dove i confini fra giardino e paesaggio – e basterebbe leggere le testimonianze dei viaggiatori del Sette e dell’Ottocento – sono da sempre molto labili. Nel volume vengono presi in esame i caratteri peculiari del giardino pugliese – sia pubblico che privato – in un periodo che va dal Quattro al Novecento: i “deliziosi orti” del Principe di Taranto, i giardini dei palazzi baronali, i recinti claustrali, i giardini urbani e quelli di masserie; ma anche la trattatistica settecentesca che collega la tradizione del giardino alle pratiche agricole e che, oltre a Francesco Milizia, annovera figure come quella del religioso celestino Vincenzo Corrado, autore di trattati sui piaceri del cibo e del “vivere in villa”, nonché della poco nota Fisiologia degli agrumi. Se l’Ottocento segna nella regione la nascita del concetto di verde pubblico (sono di questo periodo le più importanti ville comunali), nonché una tarda affermazione del giardino “informale” con l’introduzione di specie esotiche, il giardino del Novecento vede protagonista in Puglia un grande paesaggista fiorentino: Pietro Porcinai.
La scelta di Sant'Oronzo come patrono della città di Lecce, avviene in un momento storico, in pieno XVII secolo, nel quale il flusso di opere d'arte da Napoi a Lecce subisce, per varie ragioni, una battuta d'arresto. Soprattutto non sembrano più giungere daalla capitale vicerale e numerose sculture in legno, che erano giunte in gran quantità all'inizio di quel secolo e torneranno prepotentemente alla sua fine.
Rilettura del catalogo di Francesco Antonio Zimbalo scultore, alla luce degli studi degli ultimi dieci anni e con una disamina filologica del materiale a lui riferito.
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