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Francesco Sollitto
Ruolo
Professore Ordinario
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche
Area Scientifica
Area 06 - Scienze mediche
Settore Scientifico Disciplinare
MED/21 - Chirurgia Toracica
Settore ERC 1° livello
LS - Life sciences
Settore ERC 2° livello
LS7 Diagnostic Tools, Therapies and Public Health: Aetiology, diagnosis and treatment of disease, public health, epidemiology, pharmacology, clinical medicine, regenerative medicine, medical ethics
Settore ERC 3° livello
LS7_4 Analgesia and Surgery
ABSTRACT AIM The authors report a retrospective study on surgical treatment of primary spontaneous pneumothorax (PSP). Surgical approaches by Videoassisted axillary mini-thoracothomy (VAMT) and three-port VATS (t-VATS) are compared. Mean post-operative stay (MPS) and ipsilateral recurrence rate (IRR) are assessed. Secondary endpoints were about complications, early post-operative pain and long term neurologic symptoms. METHOD From january 2009 to december 2011 we consecutively observed 85 cases of PSP. Treatment was represented by surgery in 52 patients: the approach was by VAMT in 39 istances and t-VATS in 13. Median follow up was 30 months. RESULTS Patients submitted to surgery had a MPS of 6.62 ± 1.5 days for VAMT and 6.69 ± 3.4 days for t-VATS (p=0,94). The IRR was 0% in both surgical approaches, comparing to 7,2% for the group of patients treated by simple drainage. Complications were observed in ‘VAMT’ group: 2 conversions to thoracothomy for technical difficulties (extensive pleural adherences) and one case of re-thoracothomy for hemothorax. Mean Visual Analogic Scale (VAS) score for early post-operative pain was: 2.10±0.71 for VAMT and 1.92±0.64 for t-VATS, p=0.42 at t-student test. Paresthesia complain rate was 33.3% (VAMT) vs 30.7% (t-VATS) for moderate symptoms (p=0.72 at chi square test). The remaining patients complained only slight symptoms or no symptoms at all. CONCLUSIONS Our experience suggested that both surgical approaches to PSP are safe and effective. No differences were found for early post-operative pain and long term paresthesia rate, between the two approaches. No recurrence occurred during follow up.
I tumori primitivi maligni della trachea sono forme estremamente rare ed hanno un aspetto istologico eterogeneo. Tali forme non sono facilmente classificabili per cui vengono riportate spesso o come parte di ampi studi o più frequentemente come singoli casi (case reports) esaminando l’aspetto istologico peculiare e caratteristico [1]. La distinzione tra tumori benigni e maligni non epiteliali è generalmente meno evidente rispetto alle forme epiteliali [2]. Infatti è estremamente difficile distinguere una forma benigna da forme tendenzialmente a comportamento maligno e da forme francamente maligne, per la difficoltà stessa della definizione del termine “neoplasia”. L’autore che ha meglio definito il termine neoplasia è stato l’oncologo Britannico Willis: “una massa anomala di tessuto la cui crescita eccessiva è scoordinata rispetto a quella del tessuto normale e persiste nella sua eccessività anche dopo la cessazione degli stimoli che l’hanno provocata” [3]. La distinzione tra tumori benigni o maligni infatti si basa su caratteristiche morfologiche, sul comportamento biologico, sulla invasività locale e sulla diffusione metastatica. In accordo con altri Autori, riteniamo che tumori tracheali generalmente considerati benigni, per le loro caratteristiche di invasività o di recidiva possano essere considerati potenzialmente maligni e pertanto vadano trattati come tali [1]. Pertanto nella definizione di benigno o maligno sono determinanti il comportamento clinico e l’evoluzione della storia naturale della lesione tracheale: nella nostra esperienza riteniamo che tutti i tipi di neoplasie tracheali, per l’impegno della via aerea principale e la frequente grave sintomatologia associata, possano essere distinte in tumori a basso, intermedio o alto grado di malignità.
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