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Roberta Giuliani
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/08 - Archeologia Cristiana e Medievale
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH6 The Study of the Human Past: Archaeology and history
Settore ERC 3° livello
SH6_3 General archaeology, archaeometry, landscape archaeology
Si tratta di uno studio archeologico preliminare delle architetture della torre di Civitate
From the Gargano to the the Daunian Mountains: archaeological analysis of the urban network of two medieval settlements (Vico del Gargano and Pietramontecorvino). First data and research perspectives The paper illustrates the results of a preliminary archaeological research on the defensive architecture of two towns in northern Apulia (Vico del Gargano and Pietramontecorvino). Here the remains of historical buildings have undergone various vicissitudes, and heed therefore different cognitive potential, which have pointed the adoption of specific modes of study and research applications. The results, even with reading difficulties, are encouraging and offer interesting suggestions to delineate the dynamics of the birth and development of the fortified settlements (from single towers, their duplication, the formation of circuits walls of the villages), to read in an integrated manner with other realities of the territory investigated by stratigraphic excavations and archaeological analysis of the architectures.
Residential buildings and spaces of work and production in the towns of Apulia and Lucania between Late Antiquity and Early Middle Ages: reflections from some case studies The contribution focuses on the relationship between living spaces and places of work in the towns of southeastern Italy between Late Antiquity and Early Middle Ages, in particular by verifying the existence of links between specific forms of housing and nature of production or work activities, checking the internal organization of spaces and their relationship with the urban topography, with the aim of assessing whether these aspects can also be considered light of more general processes (changes in living patterns, reorganization of economic and productive activities, transformation of urban society). Archaeological evidences of the area investigated witness a considerable frequency of the association between living spaces and places for work activities in the mid-level buildings, and in those high-ranking, with interesting aspects concerning the location of installations in the urban context, the overall design of the interior space and the relationship with the outside, the presence or absence of functional differences between the rooms. Also through this particular filter, it is possible to notice the emergence of new models of living in the city that in some cases announce trends typical of the early medieval housing architecture.
Il contributo presenta gli esiti di una ricerca volta a delineare gli elementi di continuità e trasformazione nelle pratiche costruttive della Puglia centro-settentrionale tra X e XII sec., anche con l’obiettivo di testarne le eventuali relazioni con i forti sconvolgimenti politico-istituzionali verificatisi nella regione nel corso dell’XI sec. L’esame delle tecniche murarie, prendendo in considerazione diverse tipologie edilizie (fabbriche religiose e civili, di natura residenziale e funzionale) e spingendosi ad analizzare anche le tracce di lavorazione e finitura superficiale dei materiali posti in opera, giunge a riconoscere nell’XI sec. un momento di cambiamento essenziale nelle prassi costruttive del comprensorio, segnato dalla reintroduzione nell’architettura di prestigio (in ispecie religiosa) della pietra da taglio e da modalità più specializzate nell’apparecchiatura e nella finitura delle opere murarie. La ricerca tenta di mettere a fuoco i possibili collegamenti tra l’emergere delle nuove pratiche edilizie e i processi di mutamento innescati e/o favoriti dalla diffusione nel territorio del monachesimo benedettino e dall’ascesa dei Normanni. Ruolo guida nella lettura dei fenomeni hanno svolto le indagini archeologiche sistematiche applicate alle architetture della città medievale abbandonata di Montecorvino sui Monti Dauni, laddove l’osservazione delle successioni edilizie all’interno della cattedrale, costruita nell’XI e fortemente modificata tra XII e XIII sec., ha consentito di avanzare ipotesi più circostanziate sulla natura delle trasformazioni in atto nel periodo indicato.
Il contributo costituisce un aggiornamento all'anno 2014 delle ricerche archeologiche nel sito medievale abbandonato di Montecorvino, sui Monti Dauni.
Il contributo presenta l’approfondimento e l’ampliamento delle ricerche archeologiche sulle architetture della Capitanata medievale, prevalentemente incentrate sul sito di Montecorvino, ma di recente estese anche ad altre località dei Monti Dauni (Volturara, Pietramontecorvino) e del Gargano (Rignano, Vico) congiuntamente a riflessioni sull’organizzazione, la composizione dei cantieri e sulle caratteristiche del contesto produttivo e sociale di riferimento. Si presenta in particolare un breve aggiornamento relativo all’analisi ricostruttiva della torre di Montecorvino, dall’utilizzo di nuovi supporti schedografici relativi alle unità relazionali delle architetture ai dati di una mirata campagna di rilievo dell’edificio, illustrando i risultati di un’ipotesi ricostruttiva dell’articolazione degli spazi costruiti attraverso la rappresentazione di un modello tridimensionale dell’edificio. Viene illustrata inoltre l’impostazione del lavoro di analisi puntuale delle tracce di lavorazione e di degrado delle superfici dei materiali lapidei condotto sul complesso episcopale della stessa Montecorvino e la relativa ricostruzione dello strumentario adoperato; l’esito della ricerca viene poi discusso anche in rapporto alle ipotesi di sequenza stratigrafica già proposta in altre sedi per il complesso edilizio.
Collana "Insulae Diomedeae", 17
Le indagini condotte negli ultimi anni in alcuni contesti urbani e rurali della Puglia centro-settentrionale (Canosa, Ordona, San Giusto, Faragola, masseria Pantano, San Lorenzo in Carmignano e Montecorvino) stanno consentendo di ampliare l’orizzonte delle conoscenze sui vetri tardoantichi, altomedievali e medievali, sostanzialmente poco noti in relazione al comparto territoriale in esame. Nonostante alcuni progressi registrati negli ultimi anni, emerge una sostanziale carenza di studi sistematici e di progetti di ricerca mirati; i materiali vitrei editi, rinvenuti in contesti stratigrafici affidabili, sono estremamente limitati. Parallelamente ad un ampio progetto archeometrico incentrato su indicatori di lavorazione, vasellame, tessere musive e sectilia in pasta vitrea, sono stati effettuati studi su aspetti morfo-tipologici finalizzati all’elaborazione di un atlante crono-tipologico delle forme vitree dal III-IV al XV sec. d.C. In questa sede ci soffermeremo sugli aspetti funzionali dei manufatti vitrei, cercando di approfondire alcune linee di ricerca proposte in passato e di introdurre elementi di novità, alla luce dei dati emersi dalle ricerche più recenti e dal riesame di alcuni contesti editi significativi. Il contributo infatti si propone di esaminare, attraverso un’analisi integrata dei reperti vitrei e delle suppellettili da mensa di altro materiale, il ruolo e le funzioni assegnati al vetro nell’articolazione di un servizio da tavola, verificandone anche le modificazioni fra Tardoantico e Medioevo. In età tardoantica e medievale, il repertorio morfo-tipologico del vasellame utilizzato sulla mensa, sia pur semplificato e polarizzato su alcuni tipi funzionali, continua ad apparire abbastanza articolato. Si tenterà di proporre una lettura diacronica dei differenti tipi di corredi domestici documentati, presentando anche il vasellame ceramico coevo, proveniente dalle medesime stratigrafie. Si dispone infatti di contesti significativi relativi a cucine e a magazzini/dispense di abitazioni urbane e rurali che hanno restituito, accanto a nuclei cospicui di vetri, quantità consistenti di ceramiche da cucina, da mensa e da dispensa e un considerevole campione faunistico e archeobotanico. Si cercherà di capire se la sostanziale identità tra produzioni urbane e rurali, emersa dagli studi ceramici, si rifletta anche nel vasellame vitreo o se il diverso status sociale possa aver influenzato le caratteristiche dei corredi domestici, seguendo l’evoluzione del trend da età tardoantica a età medievale. Più specificatamente si tenterà di cogliere eventuali analogie o differenze nei tipi di vasellame vitreo documentato nelle cucine e sulle tavole delle élites cittadine e rurali e in quelle dei ceti subalterni, anche con l’obiettivo di verificare se la caratterizzazione morfo-tipologica delle suppellettili possa essere ritenuta un indicatore di differenziazione sociale, pure in rapporto a usi alimentari socialmente diversificati.
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