Effettua una ricerca
Vincenzo Paolo De Simone
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura
Settore Scientifico Disciplinare
ICAR/17 - Disegno
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH5 Cultures and Cultural Production: Literature, philology, cultural studies, anthropology, arts, philosophy
Settore ERC 3° livello
SH5_4 - Visual and performing arts, design, arts-based research
Molti manuali dedicati al metodo delle proiezioni ortogonali descrivono compiutamente i procedimenti grafici che derivano dall’affinità obliqua che intercede tra la prima e la seconda immagine di una figura piana e dall’affinità ortogonale che intercede tra il ribaltamento di una figura piana e la sua rappresentazione sul quadro che ha ricevuto il ribaltamento di tale figura. Nessun manuale esamina invece la relazione proiettiva che intercede tra il ribaltamento di una figura piana A e l’immagine A’’ che di tale figura piana si ottiene proiettandola su un quadro diverso da quello su cui si esegue il ribaltamento. La relazione è infatti una omografia, cioè una relazione proiettiva più generica dell’affinità e di più ardua applicazione allorché se ne vogliano utilizzare i principi teorici per un procedimento grafico semplice e immediato. Il procedimento grafico relativo al caso in esame diventa in realtà molto più semplice allorché la figura piana A è circoscritta a un parallelogramma. In questo caso, tra il ribaltamento di A e la sua immagine A’’ sussistono quattro fasci impropri di rette a due a due legate da una relazione omografica. Una ulteriore applicazione del procedimento descritto in questo contributo avviene tra il ribaltamento della figura piana e l'ombra portata da una sorgente luminosa impropria sullo stesso quadro che subisce il ribaltamento.
Alcuni principi di proiettiva grafica noti da tempo possono essere impiegati per un procedimento che consenta la ricostruzione della forma di un oggetto non piano partendo da una coppia di immagini prospettiche. Pertanto la proiettiva grafica non è soltanto un sicuro ausilio per la migliore comprensione degli strumenti informatici di stereofotorestituzione, ma è anche un interessante ambito di ricerca per chi è interessato ad approfondire i rapporti che intercedono tra la forma reale di un oggetto non piano e le sue rappresentazioni in una ambiente a due dimensioni.
Dopo le esperienze condotte dagli architetti che operano a Roma intorno alla metà del XVII secolo, la chiesa a pianta ellittica (o, più propriamente, ovale) diventa un tema sul quale si esercita l’inventiva dei progettisti in molte altre regioni della della penisola. La Terra di Bari accoglie e sviluppa questo tipo edilizio in un periodo molto più tardo rispetto alle invenzioni della scuola romana. Nei pochi esempi realizzati in questa regione le proporzioni geometriche e le soluzioni formali e costruttive sono così ricorrenti da far pensare a una deliberata rinuncia da parte dei progettisti a utilizzare questo tipo edilizio per sperimentare forme nuove. Le chiese di San Pietro a Molfetta, del Purgatorio a Barletta e di Santa Teresa a Trani sono sicuramente gli esempi più interessanti dell’applicazione di questo tipo edilizio in Terra di Bari e tra i più significativi del barocco in Puglia.
Condividi questo sito sui social