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Luigi Maria Calio'
Ruolo
Professore Associato
Organizzazione
Politecnico di Bari
Dipartimento
Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura
Area Scientifica
AREA 10 - Scienze dell'antichita,filologico-letterarie e storico-artistiche
Settore Scientifico Disciplinare
L-ANT/07 - Archeologia Classica
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH6 The Study of the Human Past: Archaeology and history
Settore ERC 3° livello
SH6_2 - Archaeology, archaeometry, landscape archaeology
Una nuova ricerca nell’area del cosiddetto Iseion, ad Agrigento, in parte indagate da E. De Miro, ha posto nuovi problemi di interpretazione che il DICAR del Politecnico di Bari, a seguito di una convenzione stipulata con l’Ente Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento per lo studio delle aree monumentali presso l’agorà superiore, intende affrontare. Lo studio di De Miro, recentemente edito, ha infatti trascurato alcuni aspetti dello sviluppo architettonico dell’area che le nuove ricerche affrontano ora più in dettaglio. Tra il 2012 e il 2014 sono state quindi condotte tre missioni di rilievo e di scavo che hanno già prodotto esiti interessanti, qui presentati in via ancora preliminare. Tra i primi risultati del nuovo studio è il riconoscimento di una fase di costruzione del tempio ancora in età tardo ellenistica. L’edificio sarebbe stato ricostruito in età augustea.
Il volume si interessa della città greca classica analizzata secondo diverse prospettive. Un primo capitolo si interessa dei modelli di analisi moderni e delle interpretazioni e dei fraintendimenti delle senso delle parole Asty e Polis. Viene fornita una breve storia degli studi finalizzata ad una maggiore comprensione di quelle che sono le nostre strutture interpretative a volte stratificate nelle visioni di città antica che si sono susseguite nei diversi autori. Il secondo capitolo affronta il problema della città arcaica con particolare riguardo alle forme di monumentalizzazione e al rapporto tra sviluppo urbano e sviluppo politico della città. Il terzo capitolo si interessa della percezione della città da parte dei greci di età classica e soprattutto delle città orientali che i greci tra la fine del VI secolo e il V secolo iniziano ad essere conosciute dai greci e ad essere discusse. Il giudizio sulle grandi capitali achemenidi non è positivo ed Erodoto sembra essere contrario alla vita urbana di tipo asiatico. Su queste basi si concentra la discussione intorno alle forme urbane che tra il V secolo e il IV prende piede in Grecia e soprattutto ad Atene (IV capitolo), in un momento in cui la città diventa sempre più visibile, non solo per la monumentalizzazione delle sue strutture, ma soprattutto per una crescita che comprende anche l'aspetto demografico. Il V capitolo affronta dunque la quantificazione della città e la necessità di misurarla attraverso sistemi matematici e geometrici. Il capitolo VII si occupa della profilassi urbana, malattie e pandemie che caratterizzano le prime fasi urbane in Grecia e della loro percezione da parte dei Greci. Vengono poi affrontati i problemi abitativi nelle poleis, modi e modelli dell'abitare, valore economico e sociale delle abitazioni, relazione tra abitazione e sessualità (capitolo VIII). Il capitolo IX si occupa in particolare dell'urbanistica di tipo ateniese che a partire dalla fondazione del Pireo è forse quella maggiormente analizzabile attraverso le sue realizzazioni (Pireo, Thurii, Amphipolis etc.), mentre altri modelli urbani, quello peloponnesiaco e quello Greco settentrionale, vengono analizzati nel capitolo X. L'ultimo capitolo (XI) è destinato all'analisi del sistema urbano cario che si sviluppa nella parte centrale del IV secolo e che per la prima volta organizza un network di centri urbani collegati tra loro e distinti per specializzazione. Diverse città sono reali e legate alla funzione di residenza del basileus, ma nel contempo sono legate da rotte marine, che formano un sistema controllato e chiuso nella parte centrale della costa turca direttamente legato agli Ecatomnidi, mentre le città dell'interno sono monumentalizzate e fortificate. Nelle conclusioni viene indagato il passaggio da questa città tardo classica e quella ellenistica, prospettando nuove linee di ricerca.
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