Variazioni di alcuni sistemi antiossidanti nelle interazioni Vitis vinifera (L.) cv. Italia e funghi associati al “mal dell’esca”

Abstract

secoli alla vite, è caratterizzato da sintomi che colpiscono gli organi interni ed esterni della pianta. nelle piante adulte (8-10 anni o più vecchie) ricorrente è la carie bianca del legno, spesso delimitata da aree colonnari bruno-nerastre. in concomitanza o prima di questi sintomi si possono notare, in sezione trasversale macchie puntiformi bruno-nerastre che, osservate in sezione longitudinale, formano striature di colore rosa-bruno (venature brune), più o meno estese a seconda dell’età della pianta e della cerchia legnosa colonizzata dai patogeni. Sulle foglie, nei mesi di luglio e agosto, si osservano dapprima maculature clorotiche lungo i bordi che, col passar del tempo, confluiscono negli spazi internervali (irradiandosi a ventaglio), mentre le aree periferiche virano ad una colorazione giallo-bruna o rosso-bruna (a seconda delle cultivar) e le aree centrali imbruniscono e necrotizzano. la somma delle alterazioni conduce alla facies di “tigratura”. Sugli acini, i sintomi compaiono durante l’invaiatura: piccole macchie bruno-violacee, molto evidenti su uve bianche, necrotiche, irregolari o confluenti fino a formare delle aree estese. in vigneti vecchi è ricorrente, nei mesi caldi dell’anno, l’apoplessia dei tralci. agenti eziologici di questa complessa fitopatia sono: Fomitiporia mediterranea fischer (fme), basidiomicete agente della carie del legno (fiScheR, 2006), e due micromiceti tracheifili associati alle venature brune: Togninia minima (tull & c. tull) Berl. (tmi; anamorfo: Phaeoacremonium aleophilum w. Gams crows & m.J. wingf.) e Phaeomoniella chlamydospora w. Gams crows, m.J. wingf & l. mugnai (Pch). la variegata sintomatologia del ‘mal dell’esca’ ha dapprima suggerito, e successivamente confermato, il ruolo dei metaboliti secondari prodotti dai patogeni nell’evoluzione dei sintomi. infatti, Pch e tmi, producono in vitro ed in planta metaboliti fitotossici: aglucani (pullulano) e pentachetidi naftalenonici (scitalone e isosclerone). Queste tre sostanze, saggiate su foglie e grappoli di vite da sole o in combinazione, causano sintomi molto simili a quelli osservati in campo su piante affette da ‘mal dell’esca’ (BRuno, SPaRaPano, 2006; BRuno et al., 2007). Scopo del presente lavoro è stato un’attenta indagine biochimica e fisiologica su piante sane di Vitis vinifera l. cv. italia, coltivata a “tendone” in agro di noicattaro (Bari) e su piante della stessa cultivar manifestanti sintomi evidenti di venature brune (vB, associate alla presenza nel legno di Pch+tmi), e di venature brune e carie (vB+c, associata a Pch+tmi+fme). da piante di ciascuna delle tre classi, sono state raccolte foglie in corrispondenza di quattro fasi fenologiche: “foglie distese”, “allegagione”, “chiusura del grappolo” e “grappolo maturo”. nelle ultime due fasi fenologiche, nelle piante malate, sono state analizzate foglie asintomatiche e foglie sintomatiche. Su ciascun campione di foglie raccolte sono state determinate le concentrazioni di pullulano, scitalone e isosclerone, clorofilla ed h2o2. Particolare attenzione è stata rivolta ai metaboliti fitotossici di origine fungina, agli antiossidanti ascorbato e glutatione, al loro stato redox e all’attività degli enzimi coinvolti nel loro metabolismo. Pullulano, scitalone e isosclerone sono risultati assenti nelle foglie raccolte nelle prime due fasi fenologiche e presenti nelle ultime due, sia nei campioni raccolti sia da piante con vB che da piante con vB+c. nessuna delle tre sostanze è stata estratta da foglie sane. la concentrazione della clorofilla è diminuita nel corso delle quattro fasi fenologiche, soprattutto nelle foglie raccolte da piante con infezione duale (Pch+tmi) e tripla (Pch+tmi+fme). la riduzione maggiore è stata riscontrata nelle foglie affette da “tigratura”. nelle piante con sintomi di vB e di vB + c, il


Autore Pugliese

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  • BRUNO G.L.

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Anno di pubblicazione

2011

ISSN

0020-0697

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