Riflessioni in tema di retroversione degli utili
Abstract
L'autore, prendendo le mosse dalla rilevante contrapposizione per ciò che concerne il differente approccio alla quantificazione del danno tra le soluzioni rimediali domestiche (prevalentemente compensative) e quelle adottate in common law (in cui l’impiego di strumenti rimediali cui sia ascrivibile una rilevante natura punitivo/sanzionatoria è divenuto irrinunciabile), conduce una ricognizione sulle rielaborazioni di matrice dottrinale e giurisprudenziale concernenti la nuova prospettiva rimediale della cd. ‘retroversione degli utili’ (ex art. 125 C.P.I. e 158 l.a.) che –sulle orme dei disgorgment damages— riconosce alla vittima la possibilità di recuperare il profitto realizzato dall’autore della condotta illecita. In altre parole, nella ‘normale’ dinamica dell’apprezzamento del danno emergente e del lucro cessante, viene inserita, con riguardo alla seconda voce, una dimensione affatto innovativa, di carattere eccentrico rispetto al passato. Non più soltanto ciò che non è stato possibile guadagnare in ragione dell’altrui attività illecita, ma anche una misura di computo ritagliata sui proventi che quella stessa attività ha schiuso all’autore della condotta contra legem.
Anno di pubblicazione
2014
ISSN
1128-2142
ISBN
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