La giurisprudenza romana come fattore di sviluppo degli ordinamenti giuridici tardo-antichi
Abstract
L’idea che il diritto romano, pur svincolato dal terreno sociale, politico ed economico che lo generò, sia stato sempre in grado di fornire alla riflessione giuridica sviluppatasi in Occidente, nel corso di molti secoli, un modello di perfezione teorica, si tradusse, intorno a metà Ottocento, nella nota espressione di Friedrich Puchta, che parlò di “doppia vita” del diritto romano, ponendo in rilievo l’intima connessione di quel patrimonio con “la vita stessa dei popoli”. Questa persuasione di fondo presenta notevoli affinità con l’ottica e le finalità perseguite dai maestri bizantini dinanzi al patrimonio della giurisprudenza classica: piegare il diritto dei veteres alle istanze della prassi, travasando in schemi ‘legalitari’ una mole impressionante di ipotesi, ragionamenti e soluzioni generate da una ‘mentalità’ di natura casistica, lontana da esigenze sistematiche e codificatorie. L’obiettivo del saggio è di analizzare il contributo dato dal pensiero dei prudentes alla formazione di assetti istituzionali che, sotto il profilo dei modi di produzione del diritto, erano profondamente diversi da quelli del passato.
Anno di pubblicazione
2014
ISSN
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ISBN
978-84-9059-236-6
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