I. capitolo:Presentazione della ricerca; capitolo II e capitolo III; VI capitolo: la valutazione e il succcesso scolastico (paragrafi da 6.1 a 6.6) ; capitolo VII: scuola e interculturalità; capitolo XIX: Report Puglia; capitolo X : scuola e alunni esteri di Intercultura paragrafo 10.5; Allegati

Abstract

Un argomento su cui la ricerca pedagogica si sta particolarmente soffermando in questi ultimi anni riguarda l’educazione interculturale. I contributi in ambito italiano e estero divengono sempre più articolati e numerose sono le associazioni, i centri culturali e di ricerca che hanno riconosciuto a tale problematica una precisa priorità. Le ragioni di tale scelta sono evidenti: il ritrovarsi in un mondo dove la circolazione di cose, idee, di uomini - l’ordine non è casuale - diviene sempre più fitta e la possibilità di rapidi spostamenti sempre più diffusa porta ad avere una serie di contatti molto ampi e differenziati con le persone di culture diverse fra loro. La Fondazione Intercultura è l’istituzione che, forse più tempestivamente, ha cercato di attrezzarsi nei confronti di queste tematiche riflettendo sulle finalità e sulle modalità per conseguirle, considerando e aggiornando le competenze dei suoi operatori. C’è però da osservare come, abbastanza frequentemente, nella vita quotidiana scolastica la presenza di alunni esteri venga avvertita come un problema. Meno nella scuola dell’infanzia e nei primi anni della scuola primaria, più sensibilmente nella scuola secondaria, quasi mai dagli alunni, a volte dalla famiglia, più frequentemente dagli insegnanti. Si va dal disagio per una novità non prevista alla preoccupazione nei confronti di possibili rallentamenti e/o inadeguatezze nelle attività d’insegnamento a vere e proprie insofferenze nei confronti di una diversità non conosciuta, né tanto meno compresa e accettata. A questi stati d’animo concorre una certa pubblicistica che tratta della presenza di esteri, non solo immigrati, in chiave emergenziale e si interessa di tali questioni quando questi innescano delle difficoltà a livello relazionale e sociale e/o didattico. Molti sono gli articoli di periodici che insistono in particolare sulle competenze linguistiche non possedute dagli alunni esteri in maniera appropriata, per cui gli insegnanti si trovano a fare un lavoro suppletivo che rallenta la normale attività scolastica, o sulle tensioni derivanti dalla presenza di culture e di religioni diverse. La ricerca proposta si muove in controtendenza: intende essere un contributo per chiarire alcune questioni in merito, accertare non solo difficoltà e problemi, ma anche opportunità e soprattutto riconoscere le esperienze positive d’insegnamento / apprendimento, le best practises vissute da e con alunni esteri che frequentano per un anno le scuole italiane attraverso gli scambi di Intercultura e che vale la pena di valorizzare e diffondere. La presenza di alunni esteri, le loro “carriere” scolastiche, i loro successi e i loro fallimenti dovrebbero essere assunti come momenti di verifica delle effettive capacità della scuola di agire in termini multi e interculturali. Tale questione apre, come vedremo, una serie di problemi di organizzazione della scuola, di metodologia e didattica sensibilmente complessi e impegnativi sia sul piano dell’impostazione curricolare, sia delle dinamiche relazionali e richiede interventi mirati, innovativi e professionalità mature. Sulla base di questi riscontri e di queste esigenze, la Fondazione Intercultura ha trovato interessante ed utile promuovere una ricerca finalizzata a ricercare i casi di successo scolastico degli alunni esteri frequentanti per un anno le scuole italiane con il programma di Intercultura, a ricostruirne le storie personali e a far emergere le scelte educative e didattiche, di scuola e di aula connesse a tali risultati. Cercare di indagare sul successo scolastico comporta precisare innanzitutto cosa si intenda con l’uso di tale terminologia. Risulta con sufficiente chiarezza come esito positivo e successo scolastico non abbiano lo stesso significato, non siano espressioni equivalenti: mentre con esito positivo si vuole indicare il raggiungimento di livelli ritenuti basilari, con la seconda espressione si vogliono individ


Autore Pugliese

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  • FORNASARI A.

Titolo volume/Rivista

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Anno di pubblicazione

2010

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ISBN

978-88-904194-3-0


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