Ermeneutica contrattuale, donazione con riserva d’usufrutto e rinuncia all’usufrutto

Abstract

La Suprema Corte, ancora una volta, conferma i “principi” del gradualismo e di gerarchia delle regole d’interpretazione del contratto; in base ad essi, solo se l’interpretazione letterale non consente di attribuire un significato chiaro al contratto, deve farsi ricorso ai canoni ermeneutici successivi.La pronuncia non coglie l’occasione per rimeditare, alla luce dell’elaborazione dottrinale più moderna, il tema classico dell’ermeneutica contrattualenell’attuale sistema normativo italo-comunitario. Per i giudici della Cassazione, la rinunciaall’usufrutto - identificata con la rinuncia abdicativa – ha quale causa tipicala dismissione del diritto e, pertanto, non integra una donazione. L’accoglimento di una più moderna nozione di causa- con la conseguente atipicità causale della rinunciaall’usufrutto - avrebbe consentito l’indagine della causa (variabile) in concreto di essa, attribuendo un significato all’animus donandi del rinunciante.


Autore Pugliese

Tutti gli autori

  • TAFARO L.

Titolo volume/Rivista

Non Disponibile


Anno di pubblicazione

2014

ISSN

2420-9651

ISBN

Non Disponibile


Numero di citazioni Wos

Nessuna citazione

Ultimo Aggiornamento Citazioni

Non Disponibile


Numero di citazioni Scopus

Non Disponibile

Ultimo Aggiornamento Citazioni

Non Disponibile


Settori ERC

Non Disponibile

Codici ASJC

Non Disponibile