Empreintes et courts-circuits: la «langue fantôme»
Abstract
Se gli oggetti radicano ogni approccio identitario attraverso soprattutto meccanismi propri del visivo, la lingua sfugge alle pieghe autobiografiche immediate e vive “in clandestinità” le preoccupazioni ontologiche. Cosa ne è dei suoi accenti, dell’indentità linguistica multipla, nella pratica scritturale di uno scrittore sensibile alle frontiere artistiche? Come passa questa percezione del limite attraverso la lingua? Con numerosi riferimenti all’Europa centrale, e all’Ungheria in particolare, la dimensione spaziale, molto sollecitata dai ritorni del tempo, interroga da vicino questi nodi. Attraverso l’analisi delle forme incrociate fra saggi e opere di creazione, questo articolo mira a mettere alla prova della scrittura di Fleischer la sua nozione di “lingua fantasma” identificandone la specificità, stanando i suoi aspetti più problematici di fronte ai punti di snodo del letterario e della produzione attuale.
Anno di pubblicazione
2013
ISSN
Non Disponibile
ISBN
9782021120677
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