Modificazioni nella città del XXI secolo: lezioni di piano per la metropoli contemporanea
Abstract
Muovendo dal superamento della semplificata contrapposizione tra lo straniamento dell’oggetto architettonico immerso nella dimensione della comunicazione totale – straniamento che nelle avanguardie storiche era invece proteso alla costruzione di linguaggi del nuovo, anche attraverso lo spostamento contestuale dei materiali della memoria e della città come objets trouvés mai nostalgici – e l’appartenenza invece a una tradizione, a una cultura e a un luogo, a un contesto – con le sue possibili derive mimetiche e stilistiche di un nuovo e acquietante regionalismo – il progetto diviene misura (modus) della modificazione che esso stesso induce, del sistema di relazioni e di tensioni che instaura con il contesto e con le conflittualità urbane e territoriali non più colmabili con atti unitari. L’orizzonte culturale condiviso è quello dell’impossibilità di ricorrere a verità universali, a modelli dimostrativi o a enunciati totalizzanti, tanto nel campo architettonico e urbano che in quello storico o filosofico. La legge, la certezza assoluta, lasciano il posto alla regola, all’affermazione di un principio confutabile, di indeterminazione. Per gli architetti e per gli urbanisti, ciò si sostanzia nei nuovi e dirompenti fenomeni in atto in quegli anni nella città europea: l’arresto della crescita nelle forme delle grandi concentrazioni; i nuovi rapporti tra industria e agricoltura; una scomposizione dei cicli produttivi; una nuova forma di domanda e offerta; l’affermarsi di una società di minoranze, refrattaria a essere ricondotta in un insieme; nuove forme di localismo e nuovi modi di occupazione del suolo; la dispersione e il decentramento delle attività e dei luoghi da abitare nelle forme della città diffusa. Dalla città proviene insomma una domanda sfrangiata di nuove forme occupazionali, di nuovi spazi per il terziario e la produzione, di nuovi modi di mobilità di massa: a questa complessa domanda sociale non può corrispondere una risposta univoca o un metodo condiviso, e il restringimento dell’orizzonte necessita di un ripensamento nell’approccio al progetto. I piani della modificazione sono allora progetti a grana fine, che non investono l’intera forma urbana, ma guardano allo specifico, osservano gli interstizi e si soffermano su razionalità minimali, sviluppando una nuova semantica del discorso dello spazio pubblico.
Anno di pubblicazione
2014
ISSN
0394-8021
ISBN
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