The city as an organism

Abstract

La città, rappresentazione concreta delle civiltà che si sono stratificate, è 'organismo' nel suo significato più autentico. È, cioè,'insieme di parti strettamente connesse e collaboranti unitariamente allo stesso fine' che mostrano, nel loro succedersi, i caratteri distintivi propri delle culture che li hanno manifestati. Così interpretata essa si propone come un ente in cui le trasformazioni appaiono interrelate e dipendenti dalle mutazioni civili che si sono inverate e che ne hanno tangibilmente definito l’evoluzione. Tentare di rileggere i “segni evidenti” del processo di progressivo mutamento cui la città ha fatto ricorso nel tempo implica, da parte di chi li interpreta, la capacità di saper ricercare (ed impiegare) strumenti adeguati di analisi, che permettano di cogliere le cause che governano i processi in atto nell’organismo urbano e siano, nello stesso tempo, applicabili in modo flessibile ai pressoché indefiniti casi che la realtà restituisce. Dispositivi di lettura che non possono che essere diversificati in relazione, sia al carattere diacronico del “tipo di città” esaminata, sia all’“area geografico – culturale” che manifesta tali caratteri identitari. Gli insegnamenti di Caratteri tipologici e morfologici dell’architettura e di Progettazione architettonica 1D, istituiti presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, si occupano dello studio dei processi evolutivi delle strutture antropiche alle diverse scale postulando l’applicazione di un procedimento di analisi applicabile, evidentemente, anche all’approfondimento delle trasformazioni urbane. Esso si basa sulle fondamentali ipotesi (parziali e quindi integrate con altre discipline) elaborate con il metodo tipologico - processuale (progettuale) incardinato proprio sulle basilari nozioni di organismo e tipo edilizio. Dunque su una visione teoretica che “pensa” la città nella sua essenza di organismo vivente fatto di parti interdipendenti in continua trasformazione. Luogo in cui le distinzioni socio-tipologiche, come rivelate dagli edifici nel tempo, sono da mettersi in stretta correlazione con la necessità dell’uomo di ricavare spazi finalizzati allo svolgimento di funzioni, sia individuali, sia collettive. Ed il cui studio, eseguito processualmente attraverso il richiamo alla fenomenica di matrice husserliana, permette di comprenderli nella loro concreta essenza di strutture variabili e non a priori esistenti al di là dell’esperienza del divenire. Di conseguenza i processi di trasformazione che ogni tipo di città esaminata (antica, medioevale, rinascimentale, barocca, otto-novecentesca, moderna, contemporanea / europea, asiatica, statunitense, ecc..) rivela, osservati e sottoposti ad analisi comparata, vengono valutati criticamente in modo da tentare di ricostruirne la “legge” di comportamento che li governa e da questa estrarre possibili meccaniche di controllo del progetto a scala urbana. E infatti, i principali modi di manifestarsi dell’organismo urbano, co


Autore Pugliese

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  • IEVA M

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2012

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