Orfeo in tribunale [Culex 268-295], introduzione di G. Cipriani
Abstract
Assecondando la prospettiva di analisi attraverso cui un rhetor come Tiberio Claudio Donato, nelle sue Interpretationes Vergilianae, avrebbe presentato il caso ‘processuale’ riguardante Enea, causa mortis della moglie Creusa, Orfeo, in un ipotetico tribunale, si sarebbe potuto difendere dall’accusa di aver provocato la morte definitiva della moglie Euridice attraverso il ricorso allo status venialis e avrebbe potuto avanzare la richiesta di venia purgativa per imprudentiam. Le parole del culex, nuovo e singolare arbiter, che nella circostanza interpreta le ragioni della parte lesa (Euridice) e non risparmia pesanti accuse all’indirizzo del marito ‘neglegens’, lasciano al contempo affiorare l’excusatio dell’imputato Orfeo, che ha infranto la norma imposta dagli dèi, voltandosi a guardare la donna che amava: il suo peccatum è stato determinato dalla perdita di controllo della ragione ed è tale da escludere la piena volontarietà.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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G. M. Masselli
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Anno di pubblicazione
2013
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