L'ICONAUTA E L'ARTESTO. Configurazioni della scrittura iconica
Abstract
Un artesto non si legge, non si fissa, non si commenta, non si studia: si ascolta. Questa disposizione all’ascolto viene qui analizzata e descritta dal punto di vista della semiotica e della filosofia del linguaggio, riflettendo sui percorsi di scrittura intrapresi da “iconauti”, scrittori “visuali”, che con linguaggi verbali e non-verbali riflettono sul punto di vista, attraverso un “metapuntodivista” di ordine semiotico, in cerca di una scrittura come rivoluzione permanente, come forma d’azione nella configurazione propria dell’artesto. Questo genere di testo si configura come tentativo impossibile di rovesciamento senza sosta, operato nel continuo rinnovamento dei mezzi, dei modi, degli stili con cui l’artista parla con una voce che non è più quella di autore ma quella di un visionario dal futuro inimmaginabile in un linguaggio profetico disegnato e non ancora identificato dal mondo d’oggi, un linguaggio costellato di congetture, abduzioni audaci e raffigurazioni. Una riflessione dunque che si inoltra per questi percorsi di scrittura e che ha questi nomi propri come segnavia: Artaud, Bachtin, Barthes, Balzac, Bataille, Baudrillard, Bene, Benjamin, Blanchot, Borges, Bradbury, Cage, Calvino, Chagall, Chlebnikov, Deleuze, Derrida, Duchamp, Foucault, Magritte, Malevic, Pasolini, Peirce, Picasso, Poe, Proust, Sebeok, Stevenson, Truffaut, Valéry.
Anno di pubblicazione
2010
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