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Maddalena De Virgilio
Ruolo
III livello - Ricercatore
Organizzazione
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Dipartimento
Non Disponibile
Area Scientifica
AREA 06 - Scienze mediche
Settore Scientifico Disciplinare
MED/06 - Oncologia Medica
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
L'istituto di Bioscienze e BioRisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBBR) ha coordinatole attività dei venti partner del progetto provvedendo alle verifiche scientifiche ed amministrativesuddivise secondo le differenti macro-tipologie di risorse raccolte ed oggetto del programmaapprovato: leguminose, cereali e foraggere. L'attività di coordinamento scientifico si è avvalsadell'ausilio di tre aziende esterne che hanno agevolato, con i loro servizi, il raggiungimento degliobiettivi definiti nell'ambito delle attività di indagini storiche e bibliografiche, rilievi, raccolta eprima caratterizzazione, caratterizzazione morfologica, raccolta dati relativi agli agricoltori perla conservazione in situ, immissione dati nella banca dati di progetto, supporto agli utenti per laimmissione dati. Per le attività di coordinamento relativa alla gestione amministrativa e alla verificacontabile amministrativa ci si è avvalsi di una società e, per la gestione dati AGEA, di un consulenteesterno che si è occupato della immissione dati sul portale. E' stato infine affidato ad una aziendalocale la gestione dei tre eventi programmati nell'ambito del progetto e che hanno visto convolti tuttii partner.L'organigramma interno è servito a definire, nell'ambito delle due macro-tipologie leguminose ecereali, le aree d'intervento del personale del CNR-IBBR di Bari. Sono stati pertanto creati gruppi adhoc per indagini storiche, esplorazione del territorio, conservazione, caratterizzazione, risanamento,immissione dati, gestione informatica, segreteria e gestione amministrativa.
L'Economia rustica del Regno di Napoli" del 1835 riporta tra le colture della Daunia presenti nei "poderi arabili", "masserie di campo" caratterizzate da terreni estesissimi e "versurieri" da terreni di piccole dimensioni, il grano duro Carlantino, frumento somigliantissimo alla Saragolla dalla quale differisce per "i grani più sottili e più lucidi". Nei documenti sulla storia dell'alimentazione dell'Alta Murgia (1844-1846) tale coltura è segnalata tra i frumenti con le rese migliori "di consueto somministrati ai panettieri". Nel 1927 l'arciprete Ernesto Josa riporta nel testo da lui redatto su Carlantino che le industrie ed il commercio della zona erano limitati alla esportazione dei grani duri detti "Carlantini" mentre il De Cillis, sempre nello stesso anno citando anche i sinonimi (Duro comune, Abbondanza), ne descrive le caratteristiche agronomiche: autunnale di media precocità, coltivato sia in pianura che collina, poco esigente rispetto alla "abitabilità del terreno", di medio accestimento, resistente all'allettamento, poco alla stretta, di più alle ruggini, di produttività elevata e stazionaria nelle zone di produzione.Il Carlantino da tempo soppiantato dalle varietà moderne nel territorio di origine, i Monti Dauni, è stato recentemente reintrodotto in un area ristretta in prossimità della cittadina, lì dove molto probabilmente tale antica varietà veniva coltivata dal 1800. Considerata l'inesistenza di tale risorsa in zona, il reperimento in questo caso è stato effettuato presso Banche del germoplasma che lo conservavano da tempo. La antica varietà è stata pertanto seminata e poi raccolta da un agricoltore della zona e successivamente conservata presso la banca del germoplasma del CNR-IBBR di Bari dove è stata sottoposta a controllo dello stato fitosanitario (Finetti et al. poster convegno), caratterizzazione morfologica, genetica, qualitativa. I risultati mostrano caratteristiche morfologiche simili ad alcune Saragolle impiegate nella prova, mentre composizione proteica e contenuto in sostanze azotate risultano superiori alle varietà commerciali impiegate come riferimento. E' stato inoltre determinato il contenuto di fitina e i risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli rilevati in alcune varietà commerciali. Al fine di salvaguardare tale risorsa è stato predisposto un protocollo e stipulato un contratto per la conservazione "in situ" con l'unico agricoltore dalla zona che al momento la coltiva e la utilizzerà per reintrodurre, seguendo le ricette degli anziani del luogo, il "pane di Carlantino" negli antichi forni a paglia della zona.
The 65-kDa isoform of glutamic acid decarboxylase (GAD65) is the major autoantigen implicated in the development of type 1 diabetes mellitus (T1DM). The bulk manufacture of GAD65 is therefore a potential issue in the fight against T1DM but current production platforms are expensive. GAD65 has previously been expressed in transgenic tobacco plants. Here, we show that a catalytically-inactive form of GAD65 (GAD65mut) accumulates at up to 2.2% total soluble protein, which is more than10-fold the levels achieved with active GAD65, yet the protein retains the immunogenic properties required to treat T1DM. This higher yield was found to be due to a higher rate of protein synthesis, and not transcript availability or protein stability. We found that targeting GAD65 to the endoplasmic reticulum, a strategy that increases the accumulation of many recombinant proteins expressed in plants, did not improve production of GAD65mut. The production of a catalytically inactive autoantigen that retains its immunogenic properties could be a useful strategy to provide high-quality therapeutic protein for treatment of autoimmune T1DM.
Ribosome-inactivating proteins (RIPs) are EC3.2.32.22 N-glycosidases that recognize a universally conserved stem-loop structure in 23S/25S/28S rRNA, depurinating a single adenine (A4324 in rat) and irreversibly blocking protein translation, leading finally to cell death of intoxicated mammalian cells. Ricin, the plant RIP prototype that comprises a catalytic A subunit linked to a galactose-binding lectin B subunit to allow cell surface binding and toxin entry in most mammalian cells, shows a potency in the picomolar range. The most promising way to exploit plant RIPs as weapons against cancer cells is either by designing molecules in which the toxic domains are linked to selective tumor targeting domains or directly delivered as suicide genes for cancer gene therapy. Here, we will provide a comprehensive picture of plant RIPs and discuss successful designs and features of chimeric molecules having therapeutic potential.
Nel passato la Puglia era particolarmente ricca di varietà locali di leguminose e cereali dagranella, coltivate in alternanza seguendo tradizionali tecniche di rotazione delle colture chepermettevano di preservare la fertilità del terreno. Queste antiche varietà, ben adattate allecondizioni pedoclimatiche del territorio regionale, sono da tempo minacciate da fenomeni dierosione conseguenti alla progressiva diffusione di nuove varietà maggiormente produttive.Gli agricoltori, la comunità scientifica ed i rappresentanti politici pugliesi, hanno da qualchetempo sottolineato l'importanza e l'urgenza di recuperare, preservare e custodire in Banchedel Germoplasma l'antico e prezioso patrimonio varietale autoctono. Obiettivo prioritario delprogetto PSR-SaVeGraINPuglia è il recupero, la caratterizzazione, la salvaguardia e lavalorizzazione di leguminose e cereali da granella e foraggio di Puglia. Le varietà locali sonoreperite nei diversi areali ed habitat regionali, caratterizzate e salvaguardate applicandoopportuni protocolli di tutela Regionali ed Internazionali, e conservate sia in ex situ che insitu. Le attività progettuali coordinate dall'Istituto di Bioscienze e BioRisorse del ConsiglioNazionale delle Ricerche (IBBR-CNR), sono svolte in collaborazione con 20 partner operantisul territorio regionale ed appartenenti a Enti pubblici di ricerca, Università, Enti Parco,aziende private ed associazioni.
Legume, cereal and forage landraces, selected over the time by local farmers and well adaptedto the climatic conditions of the Apulia region, are threatened by genetic erosion resulting from thegradual spread of more productive varieties. In order to collect, preserve and store these landracesin National or Regional gene banks (ex situ conservation) and/or directly in field under the strictlycontrol of local farmers (on farm conservation, a type of in situ conservation) a regional safeguardproject was established within the framework of the European Agricultural Programms for RuralDevelopment. The primary objective of the project, named with the acronym SaVeGraINPuglia, isthe collection, safeguard and preliminary evaluation and valorization of legume, cereal and foragelandraces present in the Apulia region.About 150 landraces were collected in different habitat and areas outside and inside protectedareas where traditional agricultural practices still survive. The collected germplasm was stored andsafeguarded both ex situ and in situ through the application of appropriate, international protocols.A preliminar characterisation is in progress. The project activities, coordinated by the Institute ofBiosciences and Bio-Resources of the National Research Council (IBBR-CNR) was carried out incollaboration with 20 partners operating in the regional territory and belonging to public researchorganizations, universities, parks, private companies and associations.The preliminary results of the project will be presented to enphasize the potential use oflandraces for the promotion of local products and the development of sustainable agricultu
The urokinase receptor (uPAR) exerts essential functions in the pathophysiology of cancers and therefore constitutes an important drug target. In order to generate efficient drugs against uPAR, a new approach includes chimeric proteins associating one molecular address to specifically target uPAR and one bacterial or plant toxin that will eventually kill the tumoural cell. Using this frame, several recombinant toxins have been designed namely DTAT, DTAT13, EGFATFKDEL 7 mut, and ATF-SAP. As molecular address, all of these fusion proteins use the amino-terminal fragment of urokinase that binds with high affinity to uPAR through its growth factor domain (GFD). The various toxin moieties were derived from either diphtheria toxin, Pseudomonas exotoxin A (PE38), or saporin. In this review, we describe the rational, design, production and therapeutic anti-cancer potential of these chimeric toxins.
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