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Laura Costantino
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dipartimento
DIPARTIMENTO JONICO IN "SISTEMI GIURIDICI ED ECONOMICI DEL MEDITERRANEO: societa', ambiente,culture
Area Scientifica
AREA 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/03 - Diritto Agrario
Settore ERC 1° livello
Non Disponibile
Settore ERC 2° livello
Non Disponibile
Settore ERC 3° livello
Non Disponibile
Le relazioni economico-giuridiche tra il settore agricolo ed il settore industriale sono sempre più caratterizzate da una sostanziale dipendenza della produzione primaria dalle esigenze dettate dagli acquirenti del prodotto, a loro volta soggetti all’adeguamento dell’attività e del prodotto finito a specifiche normative di settore, volte alla tutela della salute del consumatore, alla garanzia della sicurezza dell’alimento, al rispetto dell’ambiente. L’imprenditore agricolo è parte debole del contratto che lo lega alla controparte industriale, ma lo squilibrio del potere contrattuale non raffigura più il solo tratto distintivo delle relazioni economiche tra agricoltura e industria, rappresentando pur sempre un problema fondamentale e ancora attualissimo. L’impresa agricola è, infatti, sempre più lontana dal consumatore per adeguare, invece, la produzione primaria alle esigenze delle imprese alimentari, di trasformazione o di distribuzione. Lo strumento giuridico più spesso utilizzato nelle moderne relazioni tra agricoltura e industria è rappresentato dal contratto di integrazione verticale. La definizione giuridica del contratto di integrazione verticale in agricoltura assume differenti aspetti a seconda delle singole esperienze giuridiche che ne hanno sperimentato una regolamentazione, tra le quali spicca la storica legge francese del 6 luglio 1964. Il panorama normativo italiano è sfornito di una regolamentazione giuridica del rapporto contrattuale di integrazione verticale; in alcune normative volte a disciplinare i rapporti tra agricoltura e industria, è possibile individuare un apparato normativo, seppur scarno ed incompleto, applicabile ai contratti di integrazione verticale, con il limite individuabile nell’assenza di una regolamentazione privatistica del rapporto che lega l’imprenditore agricolo alla controparte industriale. Non fa eccezione il decreto legge 24 gennaio 2012 n.1, convertito in legge 24 marzo 2012, n.27, che ha introdotto, all’art.62, una nuova regolamentazione relativa alle relazioni commerciali in materia di cessione dei prodotti agricoli e alimentari, pur senza intervenire sulla regolamentazione dei contratti di integrazione verticale in agricoltura.
L’utilizzo di pratiche commerciali sleali tra imprese e l’instabilità dei prezzi dei prodotti alimentari e delle materie prime agricole rappresentano le due principali preoccupazioni dell’attuale azione comunitaria, in quanto comportano una serie di problematiche strutturali che indeboliscono l’intera filiera. Una di queste è rappresentata dal crescente impoverimento dei produttori agricoli, a fronte di un costante aumento del margine di guadagno delle imprese di trasformazione e dei commercianti all’ingrosso. Al fine di cercare una risposta normativa adeguata all’esigenza di tutela del reddito dei produttori agricoli, uno tra gli obiettivi della PAC a non essere stato ancora raggiunto, si sottolinea l’importanza di una maggiore trasparenza sulla formazione dei prezzi lungo la filiera e di interventi correttivi sulle situazioni di abuso di posizione dominante di alcuni settori produttivi interni alla filiera alimentare e più in generale si evidenzia che la presenza di situazioni di squilibrio del potere negoziale è la prima fondamentale causa dell’impoverimento dei produttori agricoli. Le pratiche commerciali sleali messe in atto dalla parte contrattualmente più forte consistono, ad esempio, nell’imposizione di tempi di pagamento, in modifiche a posteriori delle condizioni contrattuali, nell’utilizzo di sconti forzati, nel divieto di approvvigionamento in altri Stati membri. In questo contesto si inserisce la recente pubblicazione del Libro Verde sulle pratiche commerciali sleali nella catena di fornitura alimentare e non alimentare tra imprese in Europa, analizzato dall’Autrice. Se il quadro normativo europeo ha solo di recente avanzato i primi passi verso la definizione di una base normativa adeguata alle esigenze di tutela del contraente debole lungo la filiera agro-alimentare, l’esperienza giuridica nordamericana rappresenta un importante terreno di confronto per il giurista europeo, in quanto presenta un quadro legislativo maturo in materia. L’Autrice si sofferma, dunque, sull’analisi delle principali legislazioni statali e federali, evidenziandone gli elementi utili, in un’ottica comparata, ad una più ampia riflessione giuridica.
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