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Adriana Addante
Ruolo
Ricercatore
Organizzazione
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento
Dipartimento di Giurisprudenza
Area Scientifica
Area 12 - Scienze giuridiche
Settore Scientifico Disciplinare
IUS/01 - Diritto Privato
Settore ERC 1° livello
SH - Social sciences and humanities
Settore ERC 2° livello
SH2 Institutions, Values, Environment and Space: Political science, law, sustainability science, geography, regional studies and planning
Settore ERC 3° livello
SH2_4 Legal studies, constitutions, human rights, comparative law
L’attuale sistema della responsabilità d’impresa, a lungo circoscritto nel mero alveo dell’illecito aquiliano e dell’inadempimento, appare oggi profondamente innovato, per effetto della progressiva inclusione di parametri assiologicamente orientati a valutare il complessivo impatto della relativa attività. La riflessione contenuta nel volume mira ad indagare sulle prospettive di impiego, accanto a clausole generali e principi collaudati dalla nostra tradizione civilistica, della “responsabilità sociale d’impresa”, quale strumento interpretativo ed operativo, idoneo a collocarsi nelle zone grigie dell’agire d’impresa, formalmente riconducibili sul piano della liceità e, ciò nondimeno, affatto conformi alle rinnovate esigenze di tutela della persona ed integrità del mercato. Nel complesso bilanciamento fra interessi dell’autonomia privata e utilità sociale dell’impresa, l’istituto in analisi, svincolandosi da una connotazione metagiuridica, mira ad arginare le distorsioni derivanti dalla gestione dell’impresa globalizzata, dalle crescenti asimmetrie informative, dalla subalternità dei creditori involontari che, a vario titolo, ad essa si rapportano.
Il processo di creazione di un mercato unico digitale si innesta, a livello europeo, nel complesso percorso di armonizzazione del diritto contrattuale, ponendo nuove sfide ed interrogativi. Le criticità riscontrate in sede di elaborazione della Common European Sales Law (CESL) hanno condotto ad un sostanziale mutamento di prospettiva. Accantonata infatti la proposta di un regime opzionale utilizzabile dai contraenti per tutti gli scambi transfrontalieri, il legislatore europeo ha virato per il più circoscritto obiettivo di costruire un corpus di norme incentrate sulla vendita di beni online e sulla fornitura di beni digitali. E tuttavia proprio l’utilizzo della tecnologia nella formazione del contratto pone peculiari insidie per il contraente debole. L’attività giuridica dematerializzata è destinata a costituire environment nel cui ambito le regole tradizionali sono destinate a modificarsi. Il governo trasparente della fase prenegoziale è cruciale e si estende anche alle modalità tecniche di formazione del contratto.
Il ricorso alla manodopera forzata, quale forma sistematica di violazione dei diritti fondamentali della persona, caratterizza un numero crescente di attività di impresa tanto delocalizzate all’estero, quanto operanti sul territorio nazionale. Gli strumenti di contrasto al fenomeno sono tradizionalmente ascritti alle maglie del diritto pubblico, ma la complessità del medesimo impone un’indagine su più livelli che ricomprenda anche le relazioni interprivatistiche. Un primo segmento riguarda il piano della concorrenza ed attiene alle conseguenze derivanti dall’illecito vantaggio competitivo conseguito da un’impresa sleale nei confronti delle concorrenti virtuose. Un secondo segmento, qui analizzato, si snoda invece nell’alveo dei rapporti fra impresa e consumatori e attiene alla possibilità che costoro possano esercitare la pretesa ad una corretta informazione sulle modalità di produzione dei beni di cui sono destinatari. La falsa o carente informativa circa il ricorso al forced labour, nelle sue molteplici sfaccettature, potrebbe essere valutata in termini di pratica commerciale scorretta ed in particolare di azione ingannevole, corroborando l’attuale tendenza al diretto coinvolgimento del consumatore nelle dinamiche di mercato.
Il processo di creazione di un mercato unico digitale si innesta, a livello europeo, nel complesso percorso di armonizzazione del diritto contrattuale, ponendo nuove sfide ed interrogativi. Le criticità riscontrate in sede di elaborazione della Common European Sales Law (CESL) hanno condotto ad un sostanziale mutamento di prospettiva. Accantonata infatti la proposta di un regime opzionale utilizzabile dai contraenti per tutti gli scambi transfrontalieri, il legislatore europeo ha virato per il più circoscritto obiettivo di costruire un corpus di norme incentrate sulla vendita di beni online e sulla fornitura di beni digitali. E tuttavia proprio l’utilizzo della tecnologia nella formazione del contratto pone peculiari insidie per il contraente debole. L’attività giuridica dematerializzata è destinata a costituire environment nel cui ambito le regole tradizionali sono destinate a modificarsi. Il governo trasparente della fase prenegoziale è cruciale e si estende anche alle modalità tecniche di formazione del contratto. L’effettività della tutela dovrebbe anche riverberasi nell’adeguamento di disciplina delle clausole vessatorie alle peculiarità della contrattazione telematica. Lo stesso versante della patologia negoziale pone spunti di riflessione in particolare in termini di obbligazioni restitutorie . Le fattispecie sono assai differenziate ed assumono contorni innovativi che lo scambio telematico accentua (si pensi alla fornitura di contenuto digitale in cambio del conferimento di dati personali). Le riflessioni di diritto sostanziale si intrecciano con i meccanismi quelle più strettamente processuali, che attraverso la tecnologia stanno traendo nuova linfa. L’opportunità per il consumatore di avvalersi piattaforme telematiche e di canali più agevoli e rapidi di giustizia alternativa per risolvere le controversie potrebbe contribuire al menzionato obiettivo di effettività della tutela.
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