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OLEOPUGLIA
Acronimo
Non Disponibile
Partita Iva
02164610749
Codice ATECO
46.33.20
COMMERCIO ALL'INGROSSO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI MOTOCICLI)
Data di costituzione
Non Disponibile
Descrizione sintetica dell'oggetto sociale
Non Disponibile
Il progetto propone il reimpiego e la valorizzazione a scopo agroenergetico ed agronomico della sansa vergine denocciolata, nuovo sottoprodotto del processo di estrazione degli oli vergini di oliva ottenuta impiegando un decanter di ultima generazione. La prima forma di valorizzazione proposta è la digestione anaerobica, affrontando la questione dello smaltimento in termini innovativi di “valorizzazione delle risorse”. La digestione anaerobica produce un biocombustibile nobile (biogas/biometano), costituito principalmente da metano e anidride carbonica, ottimale per la conversione in energia elettrica. La percentuale di metano varia a seconda del tipo di sostanza organica digerita e delle condizioni di processo, da un minimo del 50% fino all’80% circa. L’elemento di base che influenza maggiormente gli studi di fattibilità per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica è la conoscenza del Potenziale Metanigeno o BMP (Biochemical Methane Potential). Questo parametro riferisce la quantità di biogas/metano potenzialmente ottenibile dalla degradazione di una biomassa, ed è espresso come Nm3/kg SV (normal metri cubi di biogas o metano per kg di solidi volatili). La sansa “integrale” presenta un valore basso del BMP (182,8 Nm3 CH4/t SV) dovuto alla lignina, componente difficilmente degradabile. Al contrario, la sansa vergine denocciolata rappresenterebbe una nuova matrice, a basso tasso di lignina, con potenziale attitudine alla produzione di biogas, ancora da caratterizzare ed utilizzare nel processo di digestione anaerobica. Il biogas, ottenuto da sansa vergine denocciolata opportunamente miscelata ad altre matrici scelte attraverso un piano di prove pilota, potrà essere utilizzato per la generazione di energia elettrica da reimpiegare direttamente in frantoio. A tal proposito si propone l’adozione di un cogeneratore, costituito da un motore a combustione interna (ciclo otto) per la produzione di energia elettrica, da utilizzarsi sul posto, e per la produzione di energia termica per il riscaldamento dei digestori e degli altri impianti di frantoio. L’idea che nel prossimo futuro ogni frantoio si renda energeticamente autosufficiente, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti, rappresenta un primo passo verso la riduzione del potenziale inquinante del processo e dell’impronta di carbonio del prodotto. Un’analisi di sostenibilità ambientale ed economica sarà condotta per lo sviluppo di “filiere corte” in grado di ridurre il consumo di “grey energy” associato alle fasi di trasporto delle matrici. La seconda forma di valorizzazione proposta prevede l’impiego della sansa vergine denocciolata e del suo digestato anaerobio, ottenuto dalla prima fase progettuale, come materiale ammendante e pacciamante in oliveti intensivi per la produzione di olio. La sansa vergine denocciolata, e quindi il suo digestato, non contengono metalli pesanti, inquinanti tossici od organismi patogeni e sono costituite da sostanza organica stabile, con un buon contenuto di macronutritivi. Sarà effettuata una sperimentazione di campo mirata a verificare che il loro impiego non dia luogo a emissioni e/o a impatti ambientali qualitativamente e quantitativamente diversi da quelli autorizzati. Saranno inoltre definiti i requisiti (merceologici, di qualità ambientale e valore di scambio di mercato) e le caratteristiche di tale “sottoprodotto innovativo” utili ad escludere la sua collocazione tra i “rifiuti” e quindi fuori dal contesto della disciplina della parte quarta del Testo Unico Ambientale. Contestualmente sarà messo a punto un sistema per la meccanizzazione completa dell’operazione di spargimento della matrice solida in un oliveto attraverso l’adeguamento e l’ottimizzazione di macchine destinate ad altri usi agricoli (spandiconcime, spandiletame). Sarà inoltre valutata la possibilità di incrementare la stabilità del sottoprodotto riducendone l’umidità iniziale per “ripasso” in un secondo decanter opportunamente ottimizzato sulle caratteristiche reologiche della matrice. Nell’arco dei due anni di sperimentazione agronomica sarà valutato l’effetto dello spandimento in campo della sansa denocciolata, interrata (scopo ammendante) e poggiata sul terreno (scopo pacciamante) attraverso la misura dei principali parametri ecofisiologi, biometrici e produttivi dell’oliveto, nonché l’influenza sulla qualità dell’olio estratto, attraverso metodologia di analisi di laboratorio tradizionali ed innovative.
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