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Microlaben
Acronimo
MLE
Partita Iva
06162280728
Codice ATECO
72.1
RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO
Data di costituzione
06/05/2004
Descrizione sintetica dell'oggetto sociale
Ingegnerizzazione, sviluppo di prototipi e produzione in piccole serie di dispositivi ed apparati elettronici innovativi ad elevato contenuto tecnologico anche derivanti dall'attività di ricerca presso il DEE del Politecnico di Bari. Studio di fattibilità, progettazione, sviluppo e prototipazione di sistemi elettronici, di automazione industriale, informatici, di telecomunicazioni e sensoristica, nei settori della supervisione, dell’automazione, controllo, elettromedicale ed ambientale. Produzione, commercializzazione e assistenza post vendita dei sistemi suddetti. Aggiornamento culturale e professionale dei soci. Formazione specialistica.
Il progetto è finalizzato allo studio e alla messa a punto di processi innovativi e nuove metodologie per lo sviluppo di servizi evoluti orientati alla mobilità delle merci. L’innovazione proposta si fonderà sull’adozione sinergica delle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Esse permetteranno la creazione di un mercato organizzato che favorisca l’incontro tra la domanda (espressa e latente) e l’offerta (attuale e potenziale) di servizi logistici interimpresa. L’innovatività del progetto, rispetto alle soluzioni ICT attualmente sul mercato, risiede nel dare supporto al processo di incrocio tra domanda (imprese manifatturiere) e offerta (operatori logistici), ad esempio proponendo soluzioni che siano ad un tempo accettate da tutti gli attori del sistema logistico e in grado di garantire l’efficienza complessiva. Per la loro elaborazione occorrerà sviluppare idonee metodologie basate sulla teoria dei contratti e sulla simulazione ad agenti, e approfondire la ricerca sui processi interorganizzativi; quest’ultima è infatti funzionale allo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e alla loro coerente applicazione alla logistica, oltre che, potenzialmente, ad altri settori. Obiettivo principale del progetto sarà la realizzazione di una soluzione ICT prototipale, residente su una piattaforma web-based, che colmi l’attuale assenza di strumenti raffinati per l’incrocio tra le mutue esigenze degli operatori logistici e delle imprese clienti, mediante la realizzazione di un mercato organizzato. Tale soluzione ICT: (a) fungerà da interfaccia fra domanda e offerta di servizi logistici, (b) ospiterà un sistema di supporto alla decisioni (DSS) in grado di valutare alternative possibili di incontro tra domanda e offerta di servizi logistici e suggerire quelle ottimali, e (c) integrerà diverse ICT. Esse sono essenziali sia per il monitoraggio dei processi logistici che per il loro controllo. L’obiettivo sotteso è il riconoscimento di funzionalità potenziali e lo sviluppo di nuove opportunità che l’integrazione delle suddette tecnologie può offrire, sia agli operatori logistici sia alle imprese clienti. Le ICT miglioreranno l’efficienza dei processi logistici e agiranno da fattore abilitante, permettendo lo sviluppo di possibili nuovi servizi a valore aggiunto. La bontà delle soluzioni fornite dal modello di mercato organizzato e i benefici derivanti dalla loro effettiva implementazione saranno valutati sia mediante simulazioni condotte sul prototipo software, sia attraverso la conduzione di almeno un case study. I benefici che il progetto intende garantire si rivolgono a tutti gli attori coinvolti nel mercato dei servizi logistici. Gli operatori del settore ICT otterranno benefici in termini di innovazione di prodotto/servizio, rappresentato dalla piattaforma tecnologica web-based che implementa il mercato organizzato. Gli operatori logistici, e in particolare le piccole e medie imprese operanti nel settore, da un lato potranno vedere incrementata l’efficienza delle prestazioni offerte, dall’altro usufruiranno di uno strumento innovativo che li abiliti alla fornitura di servizi ad elevato valore aggiunto in grado di generare vantaggio competitivo. Dal lato delle imprese manifatturiere, i benefici attesi riguarderanno in primo luogo e per tutti i settori l’incremento di efficienza del processo logistico. Ulteriori benefici in termini di efficacia riguarderanno i settori come quello agroalimentare, caratterizzati da esigenze di rapidità del servizio logistico o da elevata frammentazione della domanda di logistica. Inoltre la creazione del mercato organizzato abiliterà lo sviluppo di nuovi settori di business o il potenziamento di quelli attualmente non maturi. Un riferimento specifico è relativo al settore della reverse logistics, lo sviluppo del quale potrà riversare i suoi effetti su tutti i settori che beneficeranno della trasformazione di una parte dei loro materiali di scarto in beni in grado di generare flussi di cassa positivi. Si osserva che nel settore delle costruzioni (in cui opera uno dei coproponenti) la reverse logistics ha impatti notevoli sia per le nuove costruzioni che per la manutenzione dell’esistente. Il progetto verterà sulle seguenti aree di ricerca: – Modelli di coordinamento dei mercati basati su simulazione ad agenti – Analisi e ri-progettazione dei processi logistici – Analisi e adattamento delle ICT a supporto dei mercati organizzati – Interazione e interdipendenza tra modelli/processi di produzione e pianificazione dei fabbisogni logistici di approvvigionamento e distribuzione e sarà strutturato in quattro workpackage.
Il progetto ha lo scopo di potenziare le capacità produttive e competitive delle imprese ICT nello sviluppo del software ed, in particolare, nello sviluppo di applicazioni d’impresa flessibili che possano cooperare con altre applicazioni eterogenee. La cooperazione deve essere effettuata con applicazioni legacy delle imprese utilizzatrici o con applicazioni esterne alle stesse imprese; pertanto la cooperazione applicativa deve avvenire attraverso tecniche innovative che coprano le modalità attualmente più utilizzate. Poiché lo scenario produttivo della Puglia è caratterizzato da una forte presenza di imprese piccole, le applicazioni di impresa devono poter essere acquisite gradualmente ed economicamente nei processi produttivi qualunque sia la dimensione dell’impresa destinataria. Perciò, l’innovazione produttiva delle imprese ICT deve prevedere lo sviluppo ( produzione e manutenzione) di applicazioni basate su workflow che orchestrino applicazioni, strumenti e uomini per l’esecuzione di uno o più processi di business interrelati tra loro. I workflow orchestranti corrispondono a modelli di processi che a, loro volta, sono la composizione di componenti di modelli di processo. Pertanto, quando un’impresa vuole automatizzare una parte di essa utilizza le componenti di processi che, insieme, formalizzano i processi di business che si desidera automatizzare. Quando la stessa azienda vuole estendere l’automazione a nuovi processi di business, utilizza nuove componenti di processi che si integrano con quelle precedenti, sono trasformati in workflow che, a loro volta, integrano nuove componenti di applicazione. In questo modo l’applicazione di impresa si estende con la gradualità desiderata dall’impresa utilizzatrice. Le applicazioni devono essere sviluppate con criteri di generalità; ovvero devono poter essere utilizzate da imprese di differenti caratteristiche organizzative e merceologiche. Allora è necessario che le applicazioni siano utilizzabili da utenti di profili differenti pertanto, il progetto si occupa di innovare le tecnologie per le interfacce flessibili. I domini applicativi su cui il progetto di ricerca si impegna sono tutti quelli che oggi potenziano le imprese utilizzatrici nel Marketing, nella Vendita, nella erogazione di Servizi, nella Gestione delle Risorse Umane, nella Distribuzione e nell’Approvvigionamento. Perciò, il progetto di ricerca indagherà sulle innovazioni che le tecnologie ICT possono apportare nella costituzione delle filiera dell’informazione e della conoscenza a supporto dei processi dei settori appena detti. Una volta conferite ad un’impresa utilizzatrice di ICT le capacità informatiche e di telecomunicazioni che tutte le precedenti innovazioni possono produrre; l’impresa destinataria potrebbe non essere in grado di competere con le sue concorrenti più grandi perché essa è carente nelle capacità necessarie per costituire nella sua organizzazione tutti i processi previsti dalla catena del valore. Nel caso del sistema produttivo pugliese questo è un caso frequente a causa del grande numero di piccole imprese che costituiscono il sistema produttivo pugliese. Perciò, il progetto di ricerca si pone il problema di individuare le innovazioni tecnologiche che consentano di costituire, all’interno di comunità di interesse, imprese virtuali attraverso la cooperazione di tante imprese piccole che conferiscono alla virtuale le capacità di cui dispongono. L’impresa virtuale insieme avrebbe tutte le capacità necessarie per la sua competizione. Il progetto inquadra tutti i suoi obiettivi nella costruzione di una stabile infrastruttura per la produzione dell’innovazione nelle ICT. Questa deve occuparsi di selezionare risultati di ricerca che, integrati, possano essere trasformati in innovazione che potenzino le capacità produttive delle imprese ICT. Inoltre, l’innovazione nello sviluppo deve mirare ad archetipi (concetti e prototipi dimostrativi) che potenzino le imprese virtuali utilizzatrici di ICT e, con esse, le imprese reali che le costituiscono. A filiera di produzione dell’innovazione si affianca un processo di formazione che produca ricercatori ed operativi per il trasferimento delle innovazioni alle imprese ICT e degli strumenti che queste producono alle imprese utilizzatrici. Per costruire la filiera dell’innovazione il progetto aggrega 7 unità di ricerca universitarie con 81 ricercatori. I docenti, ricercatori di queste unità sperimentano anche un piano di formazione che deve alimentare risorse umane specialistiche per il buon funzionamento delle filiera. Per sperimentare l’efficacia della filiera, rispetto ai risultati che si desiderano avere e che sono stati decritti precedentemente, sono coinvolte nel progetto 13 imprese ICT e 6 imprese utilizzatrici di diversi settori produttivi. Il progetto, nella sua prima fase crea un primo portafoglio di innovazioni che è trasferita alle imprese, le tecnologie, come prototipi dimostrativi, sono sperimentati e migliorati continuamente. L’efficacia delle innovazioni si misurano sulla base di quanto esse siano in grado di potenziare le imprese ICT per farle produrre rapidamente ed economicamente quanto serve al potenziamento delle imprese utilizzatrici di ICT. Al termine del progetto i prototipi dimostrativi provati saranno consegnati alle imprese ICT che potranno industrializzarli.
L’oggetto di questa proposta è la progettazione di una infrastruttura di comunicazione per la gestione delle fasi di emergenza derivanti da eventi naturali avversi o dalla necessità di garantire ai cittadini l’evacuazione, in sicurezza, da grandi edifici civili. Nel tema che si è scelto e nell’impostazione che se ne è data, la cooperazione e l’interconnessione tra reti di diversa tipologia è uno degli aspetti più rilevanti. Una infrastruttura composta da una gerarchia di reti di telecomunicazione dovrebbe, infatti, costituire una piattaforma capace di integrare diverse tecnologie favorendo la cooperazione tra gli attori coinvolti (es. durante le operazioni di soccorso). L’architettura di rete sarà scelta sulla base di quelle proposte in letteratura, degli standard vigenti e degli schemi di radio localizzazione più innovativi. Per quanto riguarda questi ultimi, inoltre, si svilupperà un sistema di radio localizzazione di utenti mobili, che integri le informazioni provenienti dalle diverse reti utilizzate (es. GPS/Galileo, reti cellulari, ecc.). A livello più basso della gerarchia, l’infrastruttura di telecomunicazione prevede una rete senza fili di sensori (Wireless Sensor Network, WSN) con il compito di monitorare e sorvegliare l’ambiente circostante. All’istallazione ed alla definizione delle specifiche progettuali del WSN sarà anche dedicata molta attenzione per garantire l’affidabilità del sistema di raccolta dei dati che è alla base degli strumenti di supporto alle decisioni. Il WSN dovrà essere anche capace di auto organizzarsi, poiché l’elevato numero di sensori (nodi) e il contesto in cui questi sono installati sconsigliano del tutto una configurazione manuale. I nodi, invece, dovranno stabilire dinamicamente una topologia che consenta loro di comunicare, anche in condizioni di guasto e di funzionamento degradato dovuto al semplice invecchiamento o a calamità, naturali o provocate. La capacità di configurazione autonoma e l’affidabilità di sistemi eterogenei derivanti dall’interconnessione saranno, quindi, tra le principali problematiche da analizzare. Infine, la riduzione dei consumi energetici sarà considerata cercando un compromesso affidabilità/consumi e l’ottimizzazione delle trasmissioni di rete. Per governare tutta la infrastruttura di telecomunicazione si definirà un protocollo integrato per indirizzare nei nodi di rete (routing), con la guida della semantica. Con ciò si vuole che le informazioni ricavate per effettuare il “service discovery” possano poi essere riusate ai livelli più bassi della pila protocollare ISO/OSI. In particolare, per migliorarne le prestazioni (riduzione dei ritardi, delivery ratio, ecc.), si vuole condizionare il routing in una rete mobile, utilizzando le informazioni ricavate dal processo di identificazione di un servizio compatibile con le richieste effettuate dall’utente. La motivazione di questo obiettivo acquista maggior pregio e rilevanza, se si sottolinea la mancanza di soluzioni efficienti per risolvere i problemi di service/ricovery. Ciascun servizio sarà poi realizzato mediante composizione di servizi elementari, comunque sparsi all’interno della rete, appartenenti ad un insieme capace di soddisfare il più possibile le richieste dell’utente. In mancanza di alcuni “servizi titolari” si definiranno servizi sostituibili in una classe opportuna. Per contribuire ad integrare lo strumento (l’infrastruttura di telecomunicazione) e l’applicazione (gestione dell’emergenza), si studierà l’impiego dei WSN nella soluzione dei problemi di modellistica e di assistenza al controllo dei movimenti collettivi di evacuazione da grandi strutture civili, anche in condizioni di emergenza e di panico. Particolarmente significativa è la tecnica di costruzione dei modelli che fa della visione multi-disciplinare il suo punto di forza. Nata per la ricavare modelli di sistemi complessi, la tecnica impiegata, se coronata da successo, sarà trasferibile ad altre applicazioni dei WSN ed, in ogni caso, contribuirà dare una visione unitaria e coerente al progetto. Su modelli eventualmente ridotti o sulla base di surrogati, si definiranno le caratteristiche di un controllo a supervisione che utilizzerà un WSN come sensore distribuito per applicare le proprie strategie per governare la dinamica della evacuazione in emergenza. Infine il progetto del sistema sarà corredato da una indagine economica sulle prestazioni dell’infrastruttura di telecomunicazione ed in particolare sui riflessi economici dovuti al calo delle prestazioni.
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