Utilizzo di Pleurotus eryngii per la detossificazione di mais contaminato con Aflatossina B1.

Abstract

Pleurotus eryngii (DC) Quél., comunemente noto con il nome di "fungo cardoncello", oltre ad essere un fungo edule molto apprezzato per le caratteristiche organolettiche e per il valore nutritivo, viene anche studiato per la capacità di produrre enzimi ligninolitici che hanno un elevato interesse biotecnologico. Il sistema enzimatico ligninolitico di P. eryngii, costituito dagli enzimi laccasi, lignino-perossidasi e Mn-perossidasi, ha un ruolo fondamentale nella demolizione della lignina in composti a basso peso molecolare. Poiché tali enzimi non hanno specificità di substrato, possono trovare impiego nella biodegradazione di molecole aromatiche complesse e di composti recalcitranti nell'ambito di applicazioni biotecnologiche come la decolorazione di coloranti sintetici e il biorisanamento ambientale da inquinanti chimici. Inoltre, alcuni recenti studi indicano che gli enzimi laccasi e Mn-perossidasi sono anche in grado di degradare l'aflatossina B1 (AfB1), una micotossina prodotta da funghi del genere Aspergillus nel corso di processi di ammuffimento di prodotti agricoli (specialmente mais) e la cui assunzione tramite alimenti contaminati può causare gravi patologie nell'uomo e in specie zootecniche. L'obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la capacità degradativa dell'AfB1 da parte di diversi ceppi di P.eryngii. L'analisi cromatografica mediante Ultra Performance Liquid Chromatography (UPLC) dei filtrati colturali di 9 ceppi di P. eryngii coltivati in un substrato liquido a base di estratto di malto (MEB) con l'aggiunta di 500 ng/ml di AfB1 ha evidenziato la totale scomparsa dell'AfB1 dal brodo di coltura dopo 30 giorni. Gli stessi isolati, coltivati su substrato agarizzato a base di estratto di malto e contenente paglia di grano e farina di mais (MEASM), hanno mostrato una capacità detossificante compresa tra 65% e 84%, Un ceppo di P.eryngii, selezionato tra quelli più dotati di capacità degradativa, è stato infine coltivato su un substrato idoneo alla produzione dei carpofori e costituito da paglia di grano (50%), mais contaminato con Afb1 (128 ng/g, 25%), scarti della lavorazione della barbabietola da zucchero (12,5%) e favino (12,5%). Anche su questo substrato è stata osservata una detossificazione dell'86% dell'AfB1 dopo 28 giorni dall'inoculazione del fungo, in accordo con i risultati ottenuti in vitro. Nei corpi fruttiferi non è stata rilevata la presenza di AfB1, escludendo quindi un possibile trasporto della tossina nella parte edibile del fungo. L'efficienza biologica e la resa produttiva di carpofori non hanno mostrato differenze significative rispetto al controllo. I risultati di questo studio aprono possibilità di sviluppo di tecnologie per la conversione e la valorizzazione di prodotti agricoli contaminati con AfB1, che vengono attualmente distrutti e che potrebbero invece destinarsi alla produzione di mangimi ad uso zootecnico. Ulteriori studi sono in corso per identificare i prodotti di degradazione dell'AfB


Tutti gli autori

  • Branà M. T.; Cimmarusti M. T.; Haidukowski M.; Logrieco A.; Altomare C.

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2016

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