Nuovi dati sulla topografia antica di Hierapolis di Frigia

Abstract

Il lavoro è incentrato sul contributo apportato negli ultimi anni dalle ricerche di topografia antica alla ricostruzione dello sviluppo storico di Hierapolis di Frigia, tra l'età ellenistica e l'epoca medio-bizantina e selgiuchide. La città sorge su un terrazzo di travertino proteso sulla valle del fiume Çürüksu, (l'antico Lykos, affluente del Meandro), situato sul versante settentrionale del cd. bacino di Denizli e attraversato longitudinalmente da una faglia attiva; questa ha causato i numerosi terremoti che hanno colpito Hierapolis, scandendone le principali fasi dello sviluppo urbano, ed è all'origine delle peculiari manifestazioni geo-termali del sito, costituite da ampie fessurazioni del terreno da cui risale acqua calda fortemente calcarea e si sprigionano emanazioni gassose con elevatissime concentrazioni di anidride carbonica. Lo studio sistematico delle manifestazioni superficiali della faglia (fessurazioni, sorgenti, sinkholes), in rapporto alle strutture antiche, ha permesso di distinguere quelle precedenti la fondazione della città da quelle verificatesi nel corso della sua storia; sono state così chiarite alcune irregolarità nel tessuto urbano in rapporto alle caratteristiche del sottosuolo ed è stata evidenziata l'importanza di tali manifestazioni in rapporto alla localizzazione delle principali aree sacre di epoca ellenistica e romano-imperiale (Santuari di Apollo e di Ade-Plutone) e ai peculiari rituali religiosi che vi si svolgevano, sia cleromantici che sacrificali.Come ulteriori risultati delle ricerche, che sono state integrate anche da prospezioni geofisiche, si possono inoltre ricordare la definizione planimetrica e cronologica dell'impianto urbano e, nello specifico, di alcuni monumenti, come il Teatro Nord e il Ponte Sud, entrambi di età imperiale, e la cinta muraria proto-bizantina, realizzata con materiali di reimpiego da edifici più antichi parzialmente o completamente demoliti, oppure l'identificazione di nuovi monumenti della città imperiale, come la cd. Stoà delle Sorgenti presso il Plutonio e il Macellum, e della basilica paleocristiana che inglobò la tomba di S. Filippo; è stata inoltre rilevata la fitta rete dei "canali in calcare", realizzati con spallette in muratura e accresciutisi grazie al carbonato di calcio depositato dalle acque, sia quelli che in epoca ellenistica e imperiale scendevano dal terrazzo di Hierapolis ella valle del Lykos, sia quelli che in epoca medio-bizantina proliferarono all'interno dell'area urbana, tra i ruderi degli edifici più antichi, raggiungendo le aree della città ancora abitate dopo il devastante terremoto della metà del VII sec. d.C. Per quanto riguarda inoltre le fasi più tarde di Hierapolis, tra XI e XIV sec., si ricordano in particolare l'identificazione di numerosi impianti per la produzione di vino e soprattutto di olio realizzati in vari settori della città, ormai in parte soggetta a ruralizzazione, e la definizione planimetrica della cd. Fortezza Selgiuchide.


Autore Pugliese

Tutti gli autori

  • G. SCARDOZZI

Titolo volume/Rivista

Atlante tematico di topografia antica


Anno di pubblicazione

2013

ISSN

2036-3834

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