Inquinamento atmosferico e mortalità in venticinque città italiane: risultati del progetto EpiAir2
Abstract
OBIETTIVO: valutare gli effetti a breve termine dell'inquinamentoatmosferico sulla mortalità nelle 25 città italiane partecipantialla seconda fase del progetto EpiAir (Sorveglianzaepidemiologica dell'inquinamento atmosferico: valutazionedei rischi e degli impatti nelle città italiane).DISEGNO: studio di serie temporali con metodologia casecrossover,con aggiustamento per i fattori temporali emeteorologicirilevanti. L'associazione inquinamento atmosferico-mortalitàè stata analizzata per ciascuna delle 25 città in studio.Gliinquinanti considerati sono stati il particolato (PM10 e PM2.5),il biossido di azoto (NO2) e l'ozono (O3 estivo). Le stime complessivedi effetto sono state ottenute successivamentemedianteunametanalisi e sono state espresse per incrementi di 10 ?g/m3delle concentrazioni di inquinanti. Sono stati implementatimodellimono e bi-pollutant.SETTING E PARTECIPANTI: lo studio ha analizzato 422.723decessi verificatisi tra i residenti di 35 anni o più nelle 25città in studio per gli anni 2006-2010.PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati considerati iconteggi giornalieri di decessi per cause naturali, tra cui lecause cardiache, cerebrovascolari e respiratorie. Le informazionisulle cause di morte sono state ottenute dai Registridelle cause di morte delle singole città.RISULTATI: il numeromedio annuo di decessi per cause naturalivaria da 513 a Rovigo e 20.959 a Roma. Circa il 25% dellemorti è dovuto a cause cardiache, il 10%a cause cerebrovascolarie il 7%a cause respiratorie. Per incrementi di 10 ?g/m3 di PM10si osserva un effetto immediato sullamortalità naturale (0,51%;IC95%0,16-0,86; lag 0-1)..Effetti più importanti e prolungati(lag 0-5) si osservano per il PM2.5 (0,78%; IC95%0,12-1,46)e soprattutto per l'NO2 (1,10%; IC95%0,63-1,58). Incrementidellamortalità cardiaca sono associati al PM10(0,93%; IC95%0,16-1,70) e al PM2.5 (1,25%; IC95%0,17-2,34), mentre perla mortalità respiratoria l'effetto dell'esposizione a NO2 risultapiù importante (1,67%; IC95%0,23-3,13; lag 2-5) rispetto aquella a PM10 (1,41%; IC95%-0,23;+3,08).I risultati sono fortemente omogenei tra città per la mortalitàcardiaca e cerebrovascolare, ma non per quella respiratoria.Non si riscontrano effetti sulla mortalità cerebrovascolare.L'effetto dell'O3 sulla mortalità è al limite dellasignificatività statistica.CONCLUSIONI: lo studio conferma un chiaro incrementodellamortalità associata agli inquinanti atmosferici. Risultanopiù importanti gli effetti degli inquinanti correlati al trafficoautoveicolare, qualiNO2 (permortalità naturale) e PM2.5 (permortalità cardiaca e respiratoria), con un ruolo indipendentedi NO2 rispetto al particolato in base all'analisi bi-pollutant.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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E.R. Alessandrini; A. Faustini; M. Chiusolo; M. Stafoggia; M. Gandini; M. Demaria; A. Antonelli; P. Arena; A. Biggeri; C. Canova; G. Casale; A.Cernigliaro; E. Garrone; B. Gherardi; E.A.L. Gianicolo; S. Giannini; C. Iuzzolino; P. Lauriola; M. Mariottini; P. Pasetti; G. Randi; A. Ranzi; M. Santoro; V. Selle;M. Serinelli; E. Stivanello; R. Tominz; M. Vigotti; S. Zauli-Sajani; F. Forastiere; E. Cadum
Titolo volume/Rivista
Epidemiologia e prevenzione
Anno di pubblicazione
2013
ISSN
1120-9763
ISBN
Non Disponibile
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