Pubblico, privato, comune
Abstract
Questo articolo analizza criticamente la pretesa, condivisa dalle teorie sui beni comuni e da quelle sul “comune al singolare”, di superare la bipartizione del diritto in pubblico e privato, propria della modernità, ma ritenuta incapace di cogliere la portata innovativa dei commons o le trasformazioni avvenute nell’economia globale. La tesi qui sostenuta è che le battaglie in difesa dei beni comuni o per un nuovo “diritto del comune” hanno invece ancora bisogno di questa “vecchia dicotomia” per descrivere i nuovi rapporti di forza tra le organizzazioni private e quelle pubbliche, soprattutto da quando il nuovo diritto globale sembra aver messo definitivamente in crisi quell’“alleanza forzata” tra stato e capitale da cui secondo Weber ha preso le mosse il capitalismo moderno.
Anno di pubblicazione
2014
ISSN
0390-0851
ISBN
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