Maxima Moralia. L’antropologia liminale di Günther Anders per l’etica contemporanea dopo Auschwitz e Hiroshima
Abstract
La riflessione andersiana su media invita ad una riflessione morale innervata da una "antropologia liminale". Infatti Anders si sofferma sui limiti etico-morali dell'agire e sui loro significati, oltre che sulla loro comprensibilità e permeabilità, elaborando un pensiero etico intorno all'enormità degli eventi che quegli "apprendisti stregoni" che sono gli umani innescano e insieme subiscono, esercitando come novelli Prometeo un illimitato tecnopotere di cui non riescono a controllare gli effetti. D'altra parte anche all'invasione di immagini scaturita dai media corrisponde un’anchilosi dell’immaginazione che ci impedisce di percepire le catastrofi da noi stessi provocate, ed è per questo che Anders individua nella “rappresentazione perspicua” della “smisuratezza” dell’orrore estremo, causato da lager e bombe atomiche, la sola possibilità di promuovere un “ampliamento della fantasia morale” che sottragga in extremis l’umanità al suo tragico tecnodestino e, con esso, alla “fine della storia”.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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RECCHIA LUCIANI F.R.
Titolo volume/Rivista
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Anno di pubblicazione
2018
ISSN
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ISBN
9788869830358
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