Le libertà degli stranieri. La detenzione amministrativa nel diritto internazionale e dell’Unione europea
Abstract
L’articolo analizza lo statuto legale della detenzione amministrativa degli stranieri, illustrando come il cosiddetto processo di “securitarizzazione” delle migrazioni abbia finito per immunizzare, rispetto alle garanzie offerte dal diritto internazionale e dell’Unione europea a protezione dei diritti fondamentali, le misure di controllo dei confini adottate dagli Stati. La legittimità di misure restrittive che rappresentano una chiara eccezione rispetto al delicato equilibrio tra sicurezza e libertà personale disegnato dalle moderne costituzioni democratiche, viene adesso direttamente derivata dal principio di sovranità territoriale e dall’idea dell’esigenza di difendere la sicurezza nazionale dalle intrusioni indesiderate, a scapito del divieto di detenzione arbitraria sancito dai più importanti documenti internazionali in materia di protezione dei diritti umani. L’ipotesi che tale contributo intende dimostrare, è che il processo di “securitarizzazione” delle migrazioni abbia finito per “normalizzare” l’esteso ricorso alla detenzione amministrativa degli stranieri effettuato dai governi delle principali democrazie occidentali, trasformando tale eccezionale misura restrittiva in uno strumento di assoluta banalità amministrativa cui gli Stati possono, nel rispetto di limitate formalità, ricorrere senza necessità di proclamare la sospensione delle garanzie costituzionali previste a tutela della libertà personale.
Anno di pubblicazione
2012
ISSN
0032-3063
ISBN
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