Implicazioni magiche in Meleagro AP 5.152
Abstract
Diversamente da quanto sospettava Giuseppe Giangrande (1972), Meleagro in AP 5.152 non intende assimilare la zanzara a Eros, ma piuttosto le affida in modo umoristico un ruolo magico-demonico. La dimensione magica non si limita a singoli aspetti formali ma pervade l'intero poema: la zanzara è, di fatto, evocata nel ruolo di paredros del poeta. L’epigramma si caratterizza per un’(auto)ironia poeticamente scaltrita, dove le allusioni lessicali e strutturali alla sfera della magia, e in particolare alle agogai erotiche (ampiamente note attraverso i formulari magici restituiti dai papiri egiziani) sono parte integrante di una consapevole operazione letteraria con cui Meleagro mira non tanto a trasferire pedissequamente nell’epigramma una pratica magica, ma piuttosto a catturare lo spirito dei suoi modelli per riadattarlo alle proprie esigenze poetiche e, in questo caso, umoristiche (come rivela il finale del componimento). Una detorsio, a ben vedere, del tutto in linea con i princìpi letterari alessandrini.
Anno di pubblicazione
2011
ISSN
0084-5388
ISBN
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