Il fantasma di Teocrito: osservazioni sulla ricezione della bucolica greca nel Quattrocento

Abstract

Attraverso l'analisi di alcuni carmi pastorali scritti a metà del XV secolo da intellettuali vicini alla scuola di Guarino Veronese a Ferrara, si è inteso dimostrare quanto e in che termini lo sviluppo del genere bucolico sia connesso effettivamente - come ipotizzato più volte dagli studiosi - con la riscoperta di Teocrito. Partendo da una lettura comparativa di Virgilio e di Teocrito e grazie alle prime traduzioni latine degli Idilli, gli umanisti pongono le basi per una poesia profondamente rinnovata, che non solo si allontana progressivamente dal modello di Virgilio (attraverso l'inserimento del motivo elegiaco, ad esempio), ma anche da quella lettura allegorica che ne aveva segnato per secoli gli esiti. Nello specifico in queste pagine si indaga la fortuna del quarto idillio di Teocrito nella versione latina di Martino Filetico, nella terza pastorale di Battista Guarini e nei carmina di Gaspare Tribraco e di Tito Vespasiano Strozzi. Si tratta – come è noto – di testi tutt’oggi negletti dalla critica e affidati ad edizioni provvisorie, quando non alle principes. La contestualizzazione dei moduli poetici utilizzati da questi poeti all’interno della grammatica classica e moderna ha messo in evidenza le criticità dell’assunto iniziale, che aveva ispirato la ricerca, aprendo nuove direzioni e nuovi sentieri nell’ambito dello studio della storia di questo genere letterario.


Autore Pugliese

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  • CORFIATI C.

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Anno di pubblicazione

2013

ISSN

2115-6360

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