Tre sedie di legno. Evoluzione del linguaggio, della tecnica e degli strumenti del design

Abstract

Il testo porta un contributo originale sul tema del progetto di una seduta lignea. Le molteplici varianti di sedute oggetto della produzione del design testimoniano la complessità formale, tecnica e funzionale di un ambito della progettazione e produzione sia artigianale sia propriamente industriale. Il legno e le sue peculiarità tanto espressive quanto tecniche si è prestato storicamente alla produzione dei principali sistemi di sedute. La capacità di essere inflesso, grazie alla duttilità delle fibre irrorate dalla linfa, la robustezza e stabilità delle forme che conseguono alla stagionatura, la possibilità di essere segato, tranciato ed incastrato hanno determinato in antico l’uso del legno nella produzione delle sedute. La tecnologia di trasformazione industriale del legno, a partire dalla piegatura chimica e meccanica, lo sviluppo dei legni ricomposti e delle tecniche di messa in forma hanno determinato la produzione in serie in epoca propriamente industriale. Oggi le tecnologie di taglio elettronico aprono ad una nuova forma di artigianato in cui il modello da riprodurre è esatto e le lavorazioni sono potenzialmente complesse. Il taglio elettronico, infatti, consente il rinnovamento delle antiche tecniche di ebanisteria con la precisione dei sistemi di produzione computerizzati. Il legno, nella complessa espressione delle sue varianti tipologiche e tecnologiche consente di descrivere la complessità del progetto della seduta, dalla configurazione morfologica degli elementi attraverso le tecnologie di taglio, curvatura e stampo, alla configurazione statico-funzionale attraverso il tema del incastro a secco, delle giunzioni rimovibili mediante ferramenta, e degli incollaggi chimici. La storia del design diventa terreno di riflessione sulla complessità della forma, gli strumenti tecnici di progetto e costruzione, le diverse declinazioni tecniche e formali del materiale. La sedia disegnata da Rietvelt per il gioielliere Steltman, la poltroncina prodotta da Thonet e la Plywood chair dei coniugi Eames sono, infine, i casi di studio, considerati emblematici ciascuno per l’approccio sperimentale dei singoli designer al progetto di una sedia da destinarsi alla produzione industriale. La produzione dei mobili di Rietvelt, manifesto della filosofia del bauhaus, assumono la semplificazione formale dell’oggetto d’uso quale paradigma estetico della sua produzione; da un punto di vista compositivo stabilisce un sistema di scansione metrica dell’oggetto in relazione alla standardizzazione di produzione e alla antropometria in via intuitiva. La sedia progettata per il gioielliere Steltman esplica chiaramente il paradigma lineare in cui ogni elemento che costituisce la sedia ha un configurazione piana. Ciascuna parte e l’insieme delle parti sottostanno ad un rigido proporzionamento modulare costituito da una maglia quadrata di modulo 10x10 cm ed i suoi sottomoduli. La complessità del repertorio formale dei mobili in faggio prodotti da Thonet a


Autore Pugliese

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  • DI ROMA A

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2013

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