Investigazioni scientifiche senza indagini tradizionali portano fuori strada l'accertamento giurisdizionale
Abstract
Il deposito delle motivazioni consente di ripercorrere con pacatezza l’iter logico-giuridico seguito dalla Corte e di individuarne i passaggi argomentativi più rilevanti, per cercare di comprendere i fattori che hanno inciso sulla formazione del convincimento giudiziale. Fornendo al contempo uno spunto per alcune riflessioni sulle sorti del processo indiziario nell’era delle investigazioni scientifiche e alla luce della regola (probatoria e di giudizio) dell’‘al di là di ogni ragionevole dubbio’. Emerge ancora una volta il carattere tutt’altro che oggettivo e iper-probante delle cd. ‘prove scientifiche’, specie in casi come questi contrassegnati dalla esiguità e dalla contaminazione dei reperti e dalla inosservanza dei protocolli internazionalmente riconosciuti nel loro prelievo, nella conservazione e nella successiva analisi. Le investigazioni scientifiche, non supportate da adeguate indagini tradizionali, rischiano in definitiva di non funzionare e di far deragliare l’accertamento giurisdizionale. La valutazione dell’indizio - anche quando di derivazione tecnico-scientifica - non può infatti prescindere dalla peculiare natura della prova critica che impone all’organo giudicante di ripercorrere e di verificare l’iter logico seguito, vagliando il dato sensibile alla luce delle massime d’esperienza. Ed è a questo punto, se mai, che la scienza può offrire oggi un contributo significativo, per individuare la regola d’esperienza applicabile in concreto.
Autore Pugliese
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S. Lorusso
Titolo volume/Rivista
GUIDA AL DIRITTO. IL SOLE 24 ORE
Anno di pubblicazione
2012
ISSN
1590-0282
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