Cicerone in Cassio Dione. Elementi biografici e fortuna dell'opera.
Abstract
Strenuo difensore della libertas e della res publica, possibile teorico del principato: la parabola politica di Cicerone rappresenta, agli occhi di Cassio Dione, in età severiana, la decadenza dell’ordinamento repubblicano. Dall’opera dello storico emerge un ritratto fortemente critico: in parte erede della tradizione anticiceroniana, Dione mette in luce l’incoerenza e incostanza, non solo politica, dell’oratore, e inoltre biasima alcuni tratti del suo carattere, l’ambizione e la vanagloria, la codardia, la presunzione. Lo storico bitinico però non è un semplice detrattore: la gestione dell’affaire Catilina e il progetto di amnistia generale all’indomani dell’assassinio di Cesare riscuotono la sua approvazione. La Storia Romana di Dione merita di essere considerata tenendo presente il complesso intreccio tra fonti e il rispetto delle norme che regolano la composizione di un’opera di storia, quali il principio dell’unità stilistica, la selezione degli eventi degni di essere narrati, la scelta di imitare Tucidide, e di includere relativamente pochi discorsi, in punti nevralgici della narrazione, insieme con lo sfondo culturale nel quale essa si colloca, la colta e classicheggiante Seconda Sofistica. In quest’ottica si vaglia la ‘presenza’ di Cicerone in Dione, non solo per comprenderne la valutazione, ma per saggiare la conoscenza, diretta o meno, che egli ebbe delle opere ciceroniane.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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M.S. Montecalvo
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Anno di pubblicazione
2014
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