Salomone e Saba, ovvero sul mito come sistema normativo
Abstract
L'Autore analizza un mito di fondazione, "Salomone e la regina di Saba", all'esempio della sua recezione in Etiopia. In quanti modi può essere trasmesso un racconto, una fiaba, una leggenda? E un mito, con la sua specificità? L’evocazione di fatti e dinamiche sociali, paradigmatizzati in figure e vicende di Dei, di esseri divini e di eroi, di imprese in mondi che appaiono spesso come copie invertite o al negativo del mondo degli uomini, non è confinata ai mezzi espressivi della sola letteratura orale o scritta. Il mythos trova straordinaria espressione anche in azioni sceniche, come il mimo e la danza e naturalmente il teatro. Gli attori e i danzatori reinterpretano il materiale mitologico: modellandolo attraverso l’idioma sacrale, rappresentano personaggi ed evocano azioni note a tutti o quasi tutti gli attori sociali di una determinata comunità o società. E in questa rappresentazione è la stessa società degli uomini a essere rappresentata. Il nostro pensiero analitico ha facilità a identificare il racconto con le forme verbali e logico-speculative della comunicazione, tralasciando spesso le forme non-verbali e analogiche della comunicazione; negligendo in primo luogo l’immagine, che pure è così onnipresente e rappresenta il medium forte, più appropriato per la diffusione del mito, anche solo per icone, soprattutto in contesti sociali plurilinguistici. La rappresentazione mitica si avvale infatti anche di statue, bassorilievi, coppe, dischi e naturalmente dipinti.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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PALMISANO A.L.
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Anno di pubblicazione
2014
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Nessuna citazione
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