La filosofia italiana di fronte a Schopenhauer. La prima ricezione (1858-1914)
Abstract
Già nel 1910, Giovanni Papini pubblica un breve resoconto della primissima fortuna del pensiero di Schopenhauer in Italia, indicandone due filoni interpretativi principali: il primo vede in Schopenhauer un “Buddha d’Occidente”, maestro di ascetismo e fondatore di una nuova religiosità; il secondo invece lo indica come maestro di disincanto e disinganno, erede della tradizione kantiana. Tali interpretazioni rappresentano le due anime dello schopenhauerismo, una romantica e l’altra illuministica, e ne innervano in vario modo tutta la storia degli effetti in Europa. Il presente volume intende indagare La filosofia italiana di fronte a Schopenhauer in un periodo che va dal celebre saggio di Francesco De Sanctis su Schopenhauer e Leopardi del 1858 sino a prodromi della Grande guerra, mostrando le alterne vicende della filosofia di Schopenhauer nella cultura filosofica italiana, discutendone le interpretazioni più significative, analizzandone il dibattito svoltosi nei circoli e nei salotti intellettuali, su riviste e manuali, nei corsi universitari, attraverso la diffusione di traduzioni e recensioni, saggi e volumi. La storia della prima fortuna del pensiero di Schopenhauer in Italia rappresenta la condizione necessaria non solo per capire in che modo il pensiero schopenhaueriano viene definito e svolto dai suoi interpreti, ma soprattutto per comprendere, nella sua interezza, la storia intellettuale dell’Italia e dell’Europa, all’interno del contesto della storia mondiale della idee, di cui Arthur Schopenhauer rappresenta con certezza uno dei pensatori più influenti e significativi.
Anno di pubblicazione
2017
ISSN
2284-2721
ISBN
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